LA VICENDA DEL CARABINIERE UCCISO DIMOSTRA CHE IL VERO PROBLEMA DELLE NOSTRE CITTA’ E’ IL MERCATO DELLA DROGA, NON I MIGRANTI
ABBIAMO IN ITALIA UN MINISTRO DELLA GIUSTIZIA SOMMARIA CHE BENEDICE CON IL ROSARIO … CI FOSSE MAI UN SOVRANISTA CHE ORGANIZZI BLOCCHI STRADALI CONTRO I MAFIOSI DEL LORO QUARTIERE O FACCIA SCRITTE SUI MURI CONTRO I BOSS
La tragica vicenda del carabiniere ucciso — i fatti e il loro trattamento mediatico — è, dolorosamente, esemplare. Ci mette di fronte, con fastidiosa, perturbante evidenza, i punti oscuri e deboli del nostro mondo: un orribile compendio che meriterebbe di essere studiato nelle scuole. Eccoli:
1. La categorizzazione del presunto colpevole: immediata, totalizzante. Sono stati tutti i nordafricani, poi tutti gli americani. Come se qualcuno dicesse che Falcone e Borsellino sono stati uccisi da tutti i siciliani (ah, mi dite che qualcuno lo ha detto, e lo dice ancora? Appunto).
2. La semplificazione dei fatti, in aderenza ai copioni più comuni: il furto, il “cavallo di ritorno”, l’aggressione. Sappiamo tutti che, quando accadono fatti del genere, la prima versione raramente è quella corretta: è sibillina, di comodo, piena di vuoti, costellata di “accertamenti in corso”. Come è giusto che sia. Un tempo si aspettavano anche ore, in attesa di quegli accertamenti, e — quando c’erano molti più giornalisti di adesso nelle redazioni e nelle strade e certi lussi potevamo permetterceli (ps: ecco a cosa serve la libera stampa) — si andava in giro sul luogo del fatto, a cercare spunti, testimonianze, “farci un’idea”, comparare le versioni, e poi, solo poi, scriverne.
3. L’insistenza su una delle poche cose certe: la violenza dell’aggressione, gli otto fendenti. Che messi assieme all’origine nordafricana dei presunti colpevoli, condannati e giustiziati a mezzo social in meno di un’ora (c’è in giro un Ministro della Giustizia Sommaria che queste pratiche mette in atto, incoraggia e benedice col rosario) dipingono un quadro che fa appello direttamente agli archetipi che certa propaganda sollecita di continuo: l’aggressore barbaro, non civilizzato e brutale, che non avrebbe diritto a stare qui con noi e quel diritto se lo prende con la forza, grazie alla connivenza di “buonisti”, “bergogliani”, “sorosiani” e, ovviamente, “zecche” e “sinistri”.
4. L’uso strumentale, immediato e irriflessivo, di ogni notizia, fino allo stravolgimento del reale. Anzi, alla vera e propria creazione di “fatti alternativi” che continuano a propagarsi anche dopo le precisazioni e le ricostruzioni corrette. E non solo sui social e da parte di privati utenti: ci sono testate e blog che collaborano attivamente e massicciamente allo spaccio di notizie tossiche.
5. La totale assenza di riferimenti al problema reale di ordine pubblico nelle nostre città : il mercato della droga e il suo mostruoso indotto, anche occasionale.
Se avessimo su questo tema un decimo delle condanne, della riprovazione o anche della sola attenzione sociale che — orientata dalla serrata propaganda di questo governo — ottiene ogni giorno il tema dell’immigrazione, forse saremmo sulla buona strada (sogno scritte sui muri contro i boss, sassaiole contro gli spacciatori — e non contro gli immigrati raccoglitori di pomodori — , blocchi stradali contro gli estortori, manifestazioni spontanee contro i mafiosi di quartiere — e non i rom assegnatari di case popolari — , ronde notturne nelle piazze di spaccio — e non nelle spiagge, inseguendo gli ambulanti che vendono plastiche o ventagli. Ma soprattutto sogno decreti sicurezza che si occupino della sicurezza, e non solo di aumentare l’insicurezza).
(da “Huffingtonpost”)
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