LA VISITA DELLA NIPOTINA DI MUBARAK: “RUBY AD ARCORE POCHI MESI FA, MA SPEGNEVA IL CELLULARE”
GLI ATTI DELL’INDAGINE SUL RUBY TER… E LE OLGETTINE CHIAMAVANO SILVIO “NANO MALEFICO”
Ruby sarebbe stata ad Arcore negli ultimi mesi del 2014, precisamente a cavallo tra novembre e dicembre.
Un’ipotesi investigativa che emerge dall’informativa redatta dalla sezione milanese di polizia giudiziaria il 10 dicembre scorso.
Dalla lettura del documento, che fa parte degli atti di indagine depositati dalla procura al Tribunale del Riesame, emerge come la giovane marocchina si sia preoccupata di spegnere il cellulare una volta giunta nei pressi di villa San Martino: un'”accortezza”, scrivono gli inquirenti, per scongiurare il rischio di essere “agganciata” dalla cella di Arcore: “Dall’analisi complessiva effettuata – si legge nel documento – sembra potersi affermare che Karima el Mahroug con ogni probabilità si rechi ad Arcore e che in queste occasioni usi l’accortezza di spegnere il cellulare già in fase di avvicinamento con la presumibile finalità di non far registrare la propria presenza sulle celle del luogo in cui si reca”.
L’impressione è che Ruby si muova con cautela per timore di essere intercettata ad Arcore.
Circostanza che parrebbe confermata dal tono usato dalla giovane marocchina in una telefonata con la sua “fiamma” Daniele Leo.
Sono le 2 e 41 del mattino del 2 dicembre scorso quando Karima telefona al fidanzato “il quale – annotano gli investigatori – è molto risentito perchè il telefono della donna è stato spento fino a quel momento”.
Di fronte quella che potrebbe apparire una scenata di gelosia, Ruby reagisce invitando il fidanzato a calmarsi e riflettere: in particolare “spiega i suoi movimenti ricordando all’uomo che lui sa benissimo il motivo per cui ha tenuto il telefono spento”.
E ancora, il 6 dicembre Ruby contatta un investigatore privato incaricato di controllare il fidanzato Daniele e “la stessa anticipa che non sarà raggiungibile tra le 22.30 e le 2.30”.
In effetti, quella stessa sera, scrivono ancora gli inquirenti, “dalle 22.37 le celle iniziano a cambiare fino a quella di Carugate (paese della Brianza poco distante da Arcore – ndr)”.
Successivamente “i positioning dalle ore 23.19 e fino alle ore 00.49 non hanno dati, circostanza che segnala che l’apparecchio è stato spento o irraggiungibile”.
Dopodichè “il telefono viene acceso alle ore 00.49” e “le celle agganciate sono inizialmente quelle di Vimercate”.
Ma dagli atti depositati dalla procura milanese al Tribunale del Riesame emergono anche particolari imbarazzanti per l’ex premier: nelle intercettazioni le olgettine chiamavano Silvio Berlusconi “nano malefico”.
E’ la mattina del 18 novembre scorso e Aris Espinoza chiama al telefono Imma de Vivo.
Gli uomini della polizia giudiziaria sintetizzano il contenuto della conversazione in un brogliaccio dell’intercettazione.
Le due ragazze, scrivono, “parlano degli uomini che frequentano e Espinoza ad un certo punto dice che il suo compagno adora il nano malefico. De Vivo dice che non importa, Espinoza dice che comunque anche de vivo adora il nano malefico e che tutte loro lo adorano”.
A questo punto una delle due ragazze si rende conto di poter essere intercettate.
Così Imma de Vivo “si ferma e dice: “Ma non è che parlando di nano malefico qualcuno capisca qualcos’altro? stiamo parlando di uno stilista, eh?!'”.
(da “Huffingtonpost“)
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