LAMORGESE OTTIMO MINISTRO DEGLI INTERNI, BOCCIATI DI MAIO E CONTE
A LAMPEDUSA EMERGE L’INCOMPETENZA DEL MINISTRO DEGLI ESTERI E L’IGNAVIA DEL PREMIER… IL PROBLEMA SI RISOLVE TRATTANDO CON LA TUNISIA CON INTERVENTI CONCRETI
Siamo passati da un sequestratore di persone che accusava la Tunisia di esportare delinquenti, causando quasi la rottura delle relazioni diplomatiche, a un ministro degli Interni di gran valore che deve sostituirsi a un ministro degli Esteri inesistente e a un premier che “media” e non decide mai.
Al netto dei soliti istigatori all’odio sovranisti e ai loro servi prezzolati (che si annidano ovunque) per chi, come noi, segue da anni le vicende degli arrivi dei profughi e dei migranti economici, sono evidenti alcuni dati di fatto:
1) La metà degli arrivi a Lampedusa è costituito da tunisini che, a seguito del Covid e della crisi politica ed economica del loro Paese, cercano fortuna in Italia. Chi è stato in Tunisia ha potuto constatare che i giovani con il Rolex al polso girano forse in Padania ma non in avenue Bourguiba, nei villaggi di Douz e del profondo sud pre-desertico.
La soluzione non può prescindere da due componenti che si chiamano “legalità ” e “solidarietà “.
a) nessuno deve partire dalla Tunisia per l’Italia se è un migrante economico, i problemi vanno risolti in loco. Appena arrivati, i tunisini vanno sottoposti a tampone (come infatti si sta facendo), alloggiati in un centro decoroso (cosa che non si fa) da cui non possono uscire e rimpatriati entro una settimana con un traghetto della Ctn (Compagnie Tunisienne de Navigation) apposito (con personale di polizia tunisino).
Nessun respingimento di massa giuridicamente perchè è lo Stato tunisino a farsene carico (in Tunisia non esistono le condizioni per vedere accolto lo status di asilo politico in Italia).
Per arrivare a questo occorrebbe un ministro degli Esteri e un premier che andassero a Tunisi e capaci di mettere sul piatto una cifra adeguata, di molto inferiore a quella regalata ai criminali libici.
Qua gli aiuti e qua la prima nave della Ctn che domani riporta in patria 2.000 tunisini, quattro viaggi e in 15 giorni abbiamo risolto il problema nel rispetto della legge e dell’umanità .
Scommettiamo che al primo sbarco a La Goulette di 2.000 rimpatriati nessuno parte più perchè sanno che sarebbe un rischio inutile?
Ma non basta: occorre creare almeno 10.000 posti di lavoro in Tunisia. Nulla di più percorribile se si muovono le leve giuste, coinvolgendo aziende italiane interessate ad investire nel Paese arabo più occidentale del Mediterraneo.
Accordi tra governi, investimenti nelle infrastrutture (aziende italiane hanno gia costruito superstrade), nella rete ferroviaria e nel turismo.
Cosa è riuscita a fare invece l’Italia questa estate, a differenza di altri Paesi europei?
A impedire il turismo italiano in Tunisia, Paese che aveva livelli Covid quasi inesistenti, determinando il crollo dell’occupazione nelle località costiere, da Hammamet a Djerba.
Salvo poi lamentarsi che tanti giovani tunisini fuggono dalla miseria.
2) Passiamo al nodo politico. Lamorgese ha fatto salti mortali per reperire navi per la quarantena, spostare i migranti da Lampedusa, vincere le resistenze delle Regioni sovraniste, andare a trattare a Tunisi.
Il tutto mentre Conte dormiva e Di Maio era latitante, questo non si può nè negare ne’ non stigmatizzare.
Una emergenza che si sarebbe dovuto affrontare a febbraio è stata ignorata fino a quando non si è “scoperto” l’attracco di 5 barchini al giorno, quelli che arrivavano anche con Salvini ma si tenevano nascosti.
Poi gli arrivi sono aumentati ma tutti zitti come se il problema fosse della Lamorgese e non di tutto il governo. E qui si collega la responsabilità del M5s sui decreti sicurezza, decreti criminali che violano le leggi internazionali a cui sono subordinati.
Il mancato coraggio o la complicità con politiche razziste hanno prodotto ulteriori clandestini espulsi dal circuito di integrazione e finiti in mezzo a una strada .
Lamorgese ha svelato il bluff di Salvini, altro che “600.000 rimpatri”, si marcia a 5-600 al mese e sono aumentati solo grazie alla nuova ministra, non certo ai suoi predecessori.
Conclusione: con la Tunisia bisogna trattare ed essere credibili, nel rispetto di legalità e solidarietà . Nessuno deve scappare dagli hotspot come nessuno deve permettersi di ostacolare il lavoro delle prefetture nella collocazione.
La propaganda sovranista si combatte con soluzioni concrete e applicazioni delle leggi.
Chi non ha diritto a venire in Italia deve tornare a casa, chi istiga all’odio deve andare in galera.
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