L’AUTRICE DEL POST FAKE SULLO SMALTO DI JOSEPHA: “MI FINANZIA CASAPOUND”
SI CHIAMA FRANCESCA TOTOLO, E’ UNA BLOGGER CHE LAVORA ANCHE PER LE AGENZIE RUSSE… LA MAGISTRATURA ORA APRA UN FASCICOLO
L’ultima sua «prodezza» è stata quella di aver diffuso la fotografia di Josefa, la donna salvata dall’imbarcazione Open Arms, con lo smalto alle unghie.
Lei è Francesca Totolo, professione blogger, punto di riferimento dell’universo sovranista della rete.
In un’intervista a La Stampa ha spiegato come è nata la fake news su Josefa e ha anche chiarito alcuni aspetti della sua attività .
«Ho visto il servizio al TG5 — dice la Totolo — e ho fatto lo screenshot. Poi, l’ho pubblicato su Twitter. Ma non ho mai detto quello che poi mi hanno contestato. Parlavo di due ipotesi: o lo smalto lo aveva già o le è stato messo a bordo. Un fatto curioso, no?». In ogni caso, la versione che si è diffusa nella sua rete di contatti è stata la prima.
Con conseguente spiegazione degli operatori della ong e dei giornalisti presenti sulla Open Arms che hanno affermato che lo smalto è stato applicato alle unghie di Josefa in un secondo momento, per distrarla dopo lo shock subito.
La Totolo dichiara di non avere nessuna esperienza politica. Ma i legami con gli ambienti di estrema destra ci sono e sono di carattere lavorativo: «Collaboro principalmente con il Primato Nazionale, anche se ho altri progetti che a settembre diventeranno pubblici con un editore italiano».
Il giornalista de La Stampa le ha poi chiesto: «Quindi il finanziamento della sua attività viene dal giornale di CasaPound».
La Totolo ha risposto secca: «Sì».
Ma il mondo di cui Francesca Totolo è rappresentante è molto più vasto.
La blogger, infatti, è stata contattata sia dalla redazione moscovita, sia da quella britannica di Sputnik News.
Il bersaglio principale dei suoi articoli resta la Open Society Foundation di George Soros. E, ovviamente, gli sbarchi dei migranti.
Tra le sue ultime attività c’è anche quella del salvataggio della guardia costiera libica ripreso dall’emittente RTL. Il suo post lo metteva in correlazione con il ritrovamento dei due corpi e il salvataggio di Josefa: sono serviti parlamentari e rappresentanti delle ong per smentire il collegamento tra i due episodi e per restituire la verità dei fatti. Che molti followers della Totolo, tuttavia, ancora non conoscono.
«Io ci metto nome e cognome — dice la Totolo a La Stampa — perchè oggi questa è la mia attività lavorativa. Lavoro 18 ore al giorno sulla rete».
E i risultati sono sotto gli occhi di tutti.
(da agenzie)
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