LE BALLE DI RENZI: ECCO I 50-80 EURO E I PUNTI OSCURI DELLE COPERTURE
IL BONUS, PER ORA, È UNA TANTUM: ESCLUSI GLI INCAPIENTI, SALVA LA SANITà€, NON COOP E AGRICOLTORI
Il giorno del trionfo di Matteo Renzi è arrivato, o l’#oraics come scrive su Twitter: dopo il Consiglio dei ministri il nostro scende in sala stampa col sorriso del vincitore e annuncia che darà la quattordicesima agli italiani, detta “i mitici 80 euro”.
Alla fine, nonostante gli annunci, per gli incapienti (chi guadagna meno di ottomila euro) non c’è niente: si torna al progetto originario, dare 10 miliardi di euro a 10 milioni di italiani a basso reddito.
Quella che segue — in attesa di leggere il decreto, ancora in scrittura a palazzo Chigi — è una breve analisi per punto di quello che si sa al momento.
IL BONUS.
Il meccanismo non è chiaro, Renzi non lo ha spiegato nella sua conferenza stampa: non si sa se si agirà sull’Irpef o sui contributi, ma i soldi da fine maggio ci saranno per tutti i dipendenti e i co.co.co. che guadagnano meno di 26mila euro.
L’effetto massimo, cioè gli 80 euro pieni, lo otterrano i redditi tra i 18 e i 24mila euro annui, per gli altri la cifra dovrebbe aggirarsi attorno ai 50-60 euro.
IL COSTO.
L’operazione costa, per gli otto mesi restanti di quest’anno, circa 6,6 miliardi di euro e dieci a regime, il premier sostiene di aver trovato coperture per 6,9 miliardi nel 2014 e 14 l’anno dopo.
UNA TANTUM.
Ci tiene assai, Renzi, a dire che il bonus è strutturale, ma non è così: al momento è finanziato solo fino a dicembre, per renderlo strutturale — come ha spiegato lui stesso a fine conferenza stampa — bisognerà intervenire nella legge di Stabilità , cioè il prossimo autunno: “E lo faremo”, ha promesso.
LE COPERTURE.
Secondo lo schemino utilizzato da Renzi a palazzo Chigi sono queste: 1,8 miliardi dalla tassazione delle plusvalenze ottenute dalle banche grazie alla rivalutazione delle quote di Bankitalia; un miliardo di riduzioni delle agevolazioni per le imprese; 600 milioni di maggior gettito Iva dovuto al pagamento di circa otto miliardi di debiti commerciali della P.A.; 2,1 miliardi grazie a un taglio lineare degli acquisti di beni e servizi (700 milioni a testa per Stato, regioni e enti locali); 900 milioni da vari tagli (auto blu, tetto agli stipendi pubblici, sforbiciata al canone Rai e alla pubblicità istituzionale sui giornali; riduzione dei fondi ai ministeri e delle spese degli organi costituzionali); 100 milioni dalla razionalizzazione delle municipalizzate e altrettanti dalla messa online delle spese della Pubblica amministrazione; 300 milioni sono frutto di un maggior recupero dell’evasione già avvenuto nei primi tre mesi di quest’anno. Quasi 7 miliardi.
IL GIALLO BANKITALIA.
Renzi conteggia in 1,8 miliardi il gettito delle plusvalenze sulla rivalutazione delle quote di palazzo Koch, stima coerente con un aumento dell’aliquota dal 12% deciso da Letta al 24% (il premier ha detto il 26%, che vale quasi due miliardi). La metà della cifra, però, è già impegnata a pagare l’abolizione dell’Imu 2013.
MAZZATA SU COOP E AGRICOLTURA.
Una delle norme sulle agevolazioni alle imprese, secondo indiscrezioni, riguarda l’addio all’esenzione Irap per le cooperative di lavoro. Una stangata fiscale che sta già terrorizzando il mondo da cui proviene il ministro del Lavoro Poletti. Brutte notizie, pare, anche per il settore agricolo: torna l’Imu su terreni e fabbricati rurali, che vale circa 350 milioni.
LA SANITà€ E LA DIFESA.
Alla fine le bozze sono state smentite: niente tagli diretti sulla salute. È pur vero che un taglio di 2,1 miliardi all’acquisto di beni e servizi per due terzi a carico di comuni e regioni finirà per sforbiciare soprattutto la sanità .
Confermata, invece, la riduzione di 400 milioni alla Difesa: 153 milioni , peraltro, arrivano dal programma F35.
I SOGNI.
Tutte le spese della P.A. online entro 60 giorni; razionalizzazione degli uffici pubblici passando da 44 a 24 metri quadri per dipendente; ottomila municipalizzate che in un anno diventeranno mille; 32mila centri di costo che passeranno a cinquanta in tutto. Al momento siamo alle petizioni di principio.
L’IRAP BALLERINA.
Confermato il taglio del 10% dell’aliquota dell’imposta regionale sulle imprese: il costo stimato era circa 2,5 miliardi che dovrebbe essere coperto con un aumento del prelievo sulle rendite finanziarie (l’aliquota passa dal 20 al 26%): in realtà l’incasso a regime non supera gli 1,4 miliardi (700 milioni quest’anno).
IL 2015.
Alcune coperture per l’anno prossimo, che comunque andranno formalizzate nel ddl Stabilità , sembrano fantasiose: 3 miliardi dalla lotta all’evasione, ad esempio, cinque di ulteriori tagli all’acquisto di beni e servizi e addirittura uno dall’innovazione nella P.A. che per ora non esiste.
Marco Palombi
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