LE COOP, LA MELONI E LA PILLOLA DEL GIORNO DOPO: COLTA CON LE MANI NELLA MARMELLATA ORA DEVOLVE IL CONTRIBUTO DELLA COOP IN BENEFICIENZA
E SU FB QUALCUNO ACCUSA: “I SOLDI LI HAI PRESI E SE NON TI SCOPRIVANO COL CAZZO CHE FACEVI IL BEL GESTO”… COME SCAJOLA: DONAZIONE A SUA INSAPUTA… MA IL CONTRIBUTO AL FDI PARAVIA LO RESTITUISCE O NO?
E’ durata 24 ore la meditazione di Giorgia Meloni dopo la pubblicazione, da parte de “il Fatto Quotidiano”, dell’elenco dei contributi distribuiti dalla Coop rossa Cpl Concordia che, a sorpresa, conteneva anche un versamento ufficiale di 2.000 euro al Comitato della Meloni e un altro di 3.000 euro al parlamentare di Fratelli d’Italia Antonio Paravia.
Dopo ampia riflessione, non potendo negare l’evidenza, la Meloni ha scritto una lettera al quotidiano in cui si arrampica sugli specchi, va fuori tema ed elude il problema politico, ritenendo semplicemente di uscire dalla brutta situazione devolvendo, con mossa demagogica, i 2.000 euro al Centro sportivo di Scampia.
Esordisce la Meloni:
Caro Direttore, è avvilente aprire “Il Fatto Quotidiano” e ritrovare il mio nome sbattuto in prima pagina, accostato all’inchiesta sulla Cpl Concordia.
E che avrebbero dovuto fare? Eliminare il suo nome dalla lista?
Poi continua:
“Non conosco nomi e cognomi di tutti i cittadini che versano contributi, nelle forme e nei modi previsti dalla legge, a Fratelli d’Italia”.
Un altro caso Scajola di versamenti a sua insaputa, insomma. Tesi sostenibile se si trattasse del cittadino che versa 10 euro, non di una nota Coop rossa che ne versa 2.000, suvvia non prendiamoci per i fondelli.
Poi il diversivo che non c’entra nulla:
“Mi sono battuta con FdI contro l’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti, denunciando i rischi che potevano derivare dai finanziamenti privati rispetto alla garanzia di trasparenza di un contributo statale”
Ma qui, cara Giorgia, il contributo è trasparentissimo e registrato. Nessuno discute sulla sua legittimità , ma sulla tua coerenza e sulla opportunità politica di riceverlo, altra cosa.
Poi un autogol:
“Conosco benissimo come il sistema delle cooperative sia da sempre il foraggiatore dei partiti di riferimento della Prima Repubblica”
E allora se lo conosci per quale ragione li hai presi?
E un altro autogol:
“Immagino che il tentativo sia quello di volersi accreditare anche a destra, ma non è nostra intenzione consentirlo”
Se non volevi consentirlo, bastava non prenderli, semplice.
Poi il limite tra “tentativo di accreditarsi” e quello di “condizionarne le scelte” è molto labile.
Per quale motivo avrebbero dato 3.000 euro al parlamentare campano Paravia, qualcuno ce lo spiega?
E come mai anche lui non devolve la somma in beneficienza?
Resta eluso il tema politico vero: come può essere credibile una forza politica di destra che a parole denuncia con forza “gli affari delle Coop rosse” e i favori che elargisce e riceve dai partiti di sinistra, se poi essa per prima li accetta o li richiede?
Anche perchè se li registra vuol dire che ha perfettamente coscienza della provenienza e dispone di tutto il tempo necessario per le opportune verifiche.
Ricordiamo a tal proposito una notizia che non depone a favore del partito della Meloni: pochi giorni fa la Corte dei Conti aveva lamentato la mancata presentazione da parte di Fratelli d’Italia dell’elenco delle imprese che avevano versato un contributo elettorale al partito.
Forse che c’era qualcosa di cui vergognarsi?
Non serve la pillola del giorno dopo per limitare i danni: in politica è necessaria coerenza ed evitare i rapporti a rischio.
Altrimenti ha ragione chi sul profilo Fb della Meloni oggi scrive: “Ora non serve fare bei gesti, i soldi te li sei presi e se non ti scoprivano col cazzo che lo facevi”.
Concetto crudo ma che rende perfettamente l’idea.
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