LE DUE NUOVE VARIANTI INGLESI CHE PREOCCUPANO IL REGNO UNITO
IL TIMORE CHE I VACCINI NON SIANO EFFICACI SU QUESTE VARIANTI
Ci sono due nuove varianti inglesi del coronavirus che preoccupano scienziati e medici in Regno Unito. Per ora non è stato lanciato un allarme nazionale, almeno per la seconda, anche perchè tutto il Paese è in lockdown totale da oramai il 3 gennaio e potrebbe esserlo con tutta probabilità fino a Pasqua.
Quindi il controllo di una eventuale diffusione in questo momento è meno complicato, a differenza di Paesi come l’Italia. Tuttavia, destano preoccupazione soprattutto in ottica vaccini e su quanto questi possano essere efficaci come sulle varianti già esistenti.
Premessa: il Regno Unito sequenzia il 10% dei test anti Covid che fa – l’Italia non arriva neanche a 0,5% – e quindi scopre settimanalmente nuove varianti del Sars-Cov-2. Molte di esse sono decisamente simili a quelle che circolano da molti mesi, dunque non turbano gli scienziati.
Ci sono due mutazioni però che di recente sono presto passate all’attenzione di esperti e scienziati britannici e che sembrano più gravi delle stessa “variante inglese” del Kent, B.1.1.7, ovvero quel ceppo che ora si sta diffondendo anche in Italia (come in altri Paesi europei) e che potrebbe richiedere presto un lockdown, o una chiusura più o meno serrata del Paese, come ha deciso oramai sei settimane fa il governo Johnson per il Regno Unito.
L’ultima variante all’attenzione degli scienziati inglesi è la cosiddetta B.1.525. Ne sono stati intercettati 38 casi sinora, tra l’altro in vari punti dell’Inghilterra, segno che potrebbe essere più diffusa di quello che si crede.
Non è chiaro se sia più contagiosa o mortale ma una cosa è certa: il ceppo B.1.525 contiene la mutazione E484K, che incarna le maggiori apprensioni in questo momento perchè è colei che modifica la proteina spike del Covid (quella del virus che penetra le nostre cellule) rendendola sfuggente a diversi vaccini esistenti sinora, come per esempio quello di Oxford AstraZeneca, per cui sarà pronta una versione aggiornata e specifica in autunno proprio alla luce di questo.
La mutazione E484K è anche alla base di un’ennesima variante della “variante inglese” B.1.1.7, che sinora è stata registrata soprattutto tra Bristol e Manchester e che la rende decisamente simile a ceppi ancora più pericolosi come quello “brasiliano” e quello “sudafricano”.
Anche questa potrebbe aggirare più facilmente gli anticorpi dei vaccini esistenti e soprattutto è certo che sia più contagiosa delle varianti precedenti (circa del 60-70%) e probabilmente “più letale”, anche se non ci sono studi certi su quest’ultimo punto. Il problema delle mutazioni è ancora più grave durante una campagna vaccinale monstre, che sta coinvolgendo tutti i Paesi più colpiti.
Per questo lo scorso gennaio il governo di Boris Johnson, a differenza di altri Paesi europei come l’Italia, ha deciso di richiudere tutto il Paese per mesi: più il virus si diffonde, più si verificano mutazioni. Sperando che questo sia l’ultimo, seppur lunghissimo, lockdown.
(da “La Repubblica”)
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