LE MISSIONI ALL’ESTERO DI RENZI NON SONO AFFARI PRIVATI
SI VOCIFERA CHE PRESTO CAMBIERA’ MESTIERE, MA FINCHE’ E’ SENATORE E MEMBRO DELLA COMMISSIONE DIFESA DEVE RISPETTARE L’ART 54 DELLA COSTITUZIONE
Negli ambienti finanziari milanesi gira da un po’ la voce che Matteo Renzi sia prossimo a cambiar mestiere.
La carriera politica fungerebbe da trampolino per incarichi più remunerativi, già testimoniati dal repentino incremento dei suoi redditi.
Ma finchè Renzi è senatore, e in particolare membro della Commissione Difesa, cui spetta di occuparsi di interessi vitali della nazione, s’impone a lui di adempiere “con disciplina e onore” alla funzione pubblica assegnatagli (articolo 54 della Costituzione).
In democrazia ciò comprende anche il dovere della trasparenza: le sue costose missioni all’estero, che siano retribuite o solo rimborsate da terzi, non possono essere considerate un affare privato.
Renzi è un ex presidente del Consiglio, tuttora segretario di un partito che fa parte del governo in carica.
Che si tratti di viaggi d’affari o di un non meglio precisato ruolo nell’ambito dei cosiddetti Accordi di Abramo, la faccenda ci riguarda.
La presenza di Renzi ieri ai box del Gp di Formula 1 in Bahrein si configura come uno sberleffo oltraggioso di fronte a un paese chiuso per lockdown. Trincerarsi dietro al rispetto formale delle regole equivale solo a un’ostentazione di privilegio.
Ci aspettiamo che la presidente del Senato, Maria Elisabetta Casellati, voglia chiedergliene conto nella seduta di martedì prossimo.
(da “Il Fatto Quotidiano”)
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