LE SCUOLE APERTE RADDOPPIANO I CONTAGI TRA GLI INSEGNANTI
LA RICERCA SVEDESE: RADDOPPIA IL TASSO DI INFEZIONE DEI DOCENTI
La chiusura o la riapertura delle scuole rappresenta uno dei temi più delicati nel contesto della pandemia che stiamo vivendo
Tuttavia c’è una categoria di lavoratori che paga un prezzo particolarmente salato in termini di contagi quando si mantengono gli istituti scolastici aperti: quella degli insegnanti. Come mostra un nuovo studio svedese, infatti, il tasso di infezione risulta doppio tra i docenti che continuano a tenere lezioni in presenza rispetto a chi sfrutta la didattica a distanza.
La Svezia rappresenta un Paese particolarmente interessante dove condurre indagini epidemiologiche sulla pandemia di COVID-19, poichè è stato praticamente l’unico in Europa a non aver applicato il lockdown durante la prima ondata dei contagi (con esiti infelici in termini di mortalità e protezione della popolazione).
Tra le poche misure introdotte dal governo a marzo del 2020 vi fu la chiusura delle scuole secondarie superiori, mentre medie ed elementari rimasero aperte, a differenza della stragrande maggioranza degli altri Paesi.
Mettendo a confronto i tassi di infezione registrati tra insegnanti e genitori di studenti al primo anno delle superiori (chiuse) con quelli registrati in insegnanti e genitori di studenti dell’ultimo anno della scuola secondaria inferiore (aperta), un team di ricerca composto da esperti delle università di Uppsala e Stoccolma ha fatto diverse scoperte interessanti.
Gli scienziati, coordinati dalla professoressa Helena B. Svaleryd del Dipartimento di Economia dell’ateneo di Uppsala, hanno infatti determinato che aver mantenuto la scuola secondaria inferiore aperta ha determinato che il tasso di contagi da coronavirus SARS-CoV-2 è risultato doppio tra gli insegnanti della scuola rimasta aperta.
Su un totale di 39.500 insegnanti della scuola secondaria superiore svedese, in 79 sono stati ricoverati per COVID-19 e uno è deceduto.
Se le scuole fossero state chiuse, gli scienziati hanno stimato che i contagi registrati sarebbero stati circa la metà , ovvero 46.
Svaleryd e colleghi hanno inoltre scoperto che il tasso di infezioni tra i partner degli insegnanti in presenza risultava essere del 30 percento superiore rispetto a quelli dei docenti che conducevano le lezioni a distanza.
Il rischio di infezione tra i genitori dei figli che studiavano all’ultimo anno della scuola secondaria inferiore, infine, era del 17 percento maggiore rispetto a quello dei genitori di figli che seguivano la didattica a distanza.
Se le scuole fossero state chiuse, spiegano gli autori dello studio, ci sarebbero stati circa 500 casi di infezione in meno tra i 450mila genitori che avevano figli alle scuole secondarie inferiori.
I dettagli della ricerca svedese “The effects of school closures on SARS-CoV-2 among parents and teachers” sono stati pubblicati sull’autorevole rivista scientifica PNAS.
(da agenzie)
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