L’IMBARAZZANTE LETTERA DI PADOAN A BRUXELLES: ” RINVIO PAREGGIO BILANCIO, CASO ECCEZIONALE”
L’INFORTUNIO DEL TESORO SULLA LETTERA ALLA UE… PADOAN: “SPEDITA MARTEDI”, MA LA DATA E’ SUCCESSIVA… E BRUNETTA HA BUON GIOCO A INFIERIRE
Il Governo scrive alla Commissione europea e per giustificare lo slittamento al 2016 del pareggio di bilancio invocando le “circostanze eccezionali”.
A partire dall’ulteriore pagamento di 13 miliardi di debiti arretrati della P.A.
Risponde l’Ue: ok, valuteremo il percorso indicato dall’Italia. Anche in vista dell’esame del piano di riforme e del semestre di presidenza.
Dopo una giornata di polemiche e scontri alla Camera con Fi che minaccia anche l’ostruzionismo il Tesoro mette “on line” il carteggio Roma-Bruxelles.
Attorno al documento inviato dal ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan con la notifica informale all’Europa del rinvio di un anno del pareggio di bilancio strutturale programmato nel Def si registra un piccolo mistero.
Il Tesoro, per chiudere la polemica con chi – come il presidente dei deputati di Forza Italia Renato Brunetta – aveva chiesto conto al ministro delle parole di un portavoce di Bruxelles, che in mattinata aveva smentito che la Commissione avesse ricevuto la missiva, in serata ha pensato di chiudere la questione.
Il ministero dell’Economia ha pubblicato integralmente lo scambio “epistolare” con l’Europa: la lettera inviata dall’Italia e la risposta del commissario Siim Kallas.
Insomma, come annunciato martedì sera in audizione alla Camera da Padoan, la comunicazione era effettivamente già partita.
“È stata inviata una lettera, una notifica formale per segnalare il tema alla Commissione”, ha detto martedì il ministro a chi gli chiedeva conto se la comunicazione fosse stata effettivamente spedita.
Ma la lettera ufficiale pubblicata, reca in testa la data del 16 aprile, il giorno successivo alle parole di Padoan. Insomma, la lettera è partita mercoledì, non martedì. Un pasticcio, quello dell’annuncio di un documento non ancora inviato, che avrebbe fatto innervosire anche Palazzo Chigi.
In giornata Brunetta non aveva risparmiato critiche al ministro, proprio in relazione al mancato invio della comunicazione all’Europa.
“La Ue smentisce il ministro Padoan”, aveva attaccato dopo la prima precisazione dell’Europa.
“Renzi e Padoan – aveva aggiunto – messi alle strette dalla nostra lettera inviata al Presidente della Repubblica lunedì 13 aprile, inventano di avere inviato `notifica formale` alla commissione europea per ottenere il rinvio al 2016 del pareggio di bilancio strutturale attualmente previsto per il 2015. Peccato che la commissione europea non abbia ricevuto nulla. La vicenda è grottesca e inquietante”.
Dall’Europa non arriva alcuna valutazione di merito, ma soltanto una mera notifica della corretta ricezione della comunicazione del Tesoro.
“La Commissione – si legge nel testo -prende atto della deviazione temporanea annunciata dagli obiettivi di bilancio e il rinvio fino al 2016 dell’obiettivo a medio termine (il pareggio)”.
La commissione – continua la risposta del commissario Kallas – valuterà il percorso di aggiustamento verso l’obiettivo di medio termine nel contesto della sua valutazione del programma di stabilità e del programma nazionale di riforme” presentati dal governo italiano che “sarà pubblicata il 2 giugno”.
Brunetta ha commentato: “Finalmente capiamo perchè il presidente Renzi e il ministro Padoan hanno temporeggiato tanto: si tratta di una lettera assolutamente confusa e probabilmente sbagliata. Forse si vergognavano a pubblicarla”.
Quanto alla risposta, secondo l’esponente di FI è “pilatesca, oltre che comprensibilmente imbarazzata” e “rinvia al 2 giugno ogni valutazione”.
Le ragioni dello scostamento dell’Italia dall’obiettivo di medio termine “continuano ad essere oscure, data l’inconsistenza di quelle addotte dal governo”, dice Brunetta. I 13 miliardi di pagamenti da parte della pa, infatti, “sono ben al di sotto dell’obiettivo iniziale di 40 miliardi, tra l’altro già autorizzati dalla Commissione ad aprile 2013, affinchè il governo italiano li effettuasse tra il 2013 e il 2014″.
Il carteggio, è la conclusione, “conferma tutte le nostre perplessità sul Def. A pensar male avevamo ragione”.
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