LITE TRA CINQUESTELLE, CRIMI ASSENTE IN GIUNTA ELEZIONI, IL SUO COLLEGA GIARRUSO LO ACCUSA: “CHIEDETEVI PERCHE’ NON SI E’ PRESENTATO”
“DOPO QUATTRO MESI A FARE CASINO SULL’INELEGGIBILITA’ DI BERLUSCONI, IL CAPOGRUPPO NON SI PRESENTA AL VOTO?”… L’INCREDIBILE AUTODIFESA DI CRIMI: “MI SONO PERSO, NON TROVAVO IL PALAZZO”
«Mi sono perso, non trovavo il palazzo». È di nuovo bufera sul Cinque Stelle Vito Crimi, capogruppo al Senato, che ha fatto infuriare il collega Michele Giarrusso.
Che si autosospende dai Cinque Stelle al Senato e spiega «Ci sono delle mele marce che se ne devono andare anche nel Movimento 5 Stelle», ha chiosato Giarrusso. «Dopo quattro mesi trascorsi a fare un casino per l’ineleggibilità di Berlusconi, il capogruppo non si presenta al voto?», ha aggiunto il senatore.
INELEGGIBILITA’ BERLUSCONI
Nel mirino di Giarrusso c’è il collega e capogruppo al Senato, Vito Crimi, arrivato in ritardo al voto.
«Ci sono delle mele marce che se ne devono andare anche nel Movimento 5 Stelle», ha chiosato Giarrusso.
«Dopo quattro mesi trascorsi a fare un casino per l’ineleggibilità di Berlusconi, il capogruppo non si presenta al voto?», ha aggiunto il senatore.
Era la prima riunione della giunta per le elezioni del Senato. Quella in cui il Movimento Cinque Stelle voleva dichiarare ineleggibile Silvio Berlusconi.
Ma il capogruppo dei grillini non si presenta.
Il primo a protestare per l’assenza è stato il senatore Cinque Stelle Michele Giarrusso. «Dov’è il mio capogruppo Vito Crimi? Chiedetevi perchè non c’era alla riunione», tuona, rivolto ai giornalisti, lasciando l’aula di Sant’Ivo alla Sapienza, come spiega l’agenzia Dire, che mostra anche le immagini video.
NO AD ACCORDI
A fare infuriare Giarrusso il risultato della riunione. La giunta ha infatti eletto come presidente, Dario Stefano di Sel. C’erano tutti e 23 i membri. Tranne Crimi.
I Cinque Stelle erano invece decisi rifiutare in blocco gli «accordi sotto banco tra maggioranza e finte opposizioni», come aveva spiegato.
Per questo avevano deciso di far convergere tutti e quattro i loro voti su Mario Michele Giarrusso. Ma alla fine i voti sono stati solo tre: quelli di Serenella Fucksia, di Maurizio Buccarella e dello stesso Michele Giarrusso.
Mancava il voto del senatore più rappresentativo: il capogruppo Vito Crimi.
Quando Giarrusso esce dalla giunta e affronta i giornalisti, il suo presidente non si è ancora neppure affacciato a Sant’Ivo.
«NON TROVAVO IL PALAZZO»
Come spiega ancora la Dire, Giarrusso allarga le braccia sconfortato, quando i cronisti gli chiedono se per caso Crimi, dopo aver incassato dalla maggioranza l’elezione di Roberto Fico alla Vigilanza Rai, non abbia voluto contraccambiare con quello che in gergo si chiama segnale di buona volontà « delle opposizioni nei confronti delle rispettive maggioranza.
«Chiedetelo a lui», replica Giarrusso sottraendosi alle domande. Poi scappa infuriato. Mentre esce dal palazzo, arriva trafelato Crimi.
Il capogruppo sorridente, va per abbracciare il compagno di partito, ma Giarrusso lo scansa da sè. E gli intima: «Vai, vai».
Ma ormai è troppo tardi.
Poi arriva la spiegazione dello stesso Crimi: «Mi dispiace per Mario. Ma è stata una giornata intensa, e poi ci sono le incombenze amministrative in ufficio che non mancano mai durante la giornata. E poi di fatto, trovare il luogo, non è stato facile. È la prima volta che veniamo qui…».
Al termine della riunione Crimi torna sull’argomento: «Non si inventino scuse, la calendarizzazione della ineleggibilità di Silvio Berlusconi dipende dal presidente. Vedremo se metterà l’argomento a breve in calendario. Noi lo chiederemo alla prima seduta».
Se qualcuno non gli suggerirà di perdersi per strada ovviamente.
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