LO SCIOPERO GENERALE IN ISRAELE: UFFICI E SCUOLE CHIUSE, STRADE BLOCCATE, FERMI GLI AEREI
ACCUSE A NETANYAHU: “I SEI ISRAELIANI SAREBBERO VIVI SE ISRAELE AVESSE ACCETTATO IL CESSATE IL FUOCO”
È sciopero generale in Israele. Dalle sei di oggi, 2 settembre, gli uffici governativi e comunali rimarranno chiusi così come le scuole e molte aziende private. A incrociare le braccia anche i dipendenti dal principale aeroporto del Paese, il Ben Gurion di Tel Aviv. Histadrut, uno dei più grandi sindacati israeliani, ha indetto lo sciopero per criticare la linea oltranzista del governo guidato da Benjamin Netanyahu sul rilascio degli ostaggi. I familiari delle persone prigioniere di Hamas dallo scorso 7 ottobre invocano invece un accordo immediato per il cessate il fuoco, alla luce del ritrovamento dei sei morti israeliani in un tunnel di Rafah. «Sarebbero ancora vivi se Israele avesse accettato un accordo», ha dichiarato in un’intervista all’emittente araba Al Jazeera il vicepresidente dell’Ufficio politico del movimento islamista Khalil al-Hayya.
Lo sciopero
Decine sono i manifestanti che hanno bloccato a Tel Aviv Ibn Gvirol Street. Secondo quanto riporta il Times of Israel, i contestatori si sono prima riuniti all’incrocio di Shilat, vicino a Modi’in, e hanno quindi chiuso l’accesso a una strada nella città settentrionale di Rosh Pina. Israele è letteralmente chiusa al traffico internazionale dato che il principale aeroporto civile e il più trafficato del Paese, il Ben Gurion, ha tutti gli aerei fermi sulle proprie piste. I manifestanti sono per un accordo immediato con la milizia di Hamas per portare a casa gli ultimi ostaggi (sarebbero ancora 97, ma quelli in vita forse sono sotto la quarantina). Il primo ministro israeliano non accenna alcun passo indietro, anzi rilancia: «Dobbiamo dire chiaramente che risponderemo con estrema forza. La prima cosa che deve essere fatta è portare entro 24-48 ore delle raccomandazioni per esigere un prezzo pesante, netto e molto rapido da Hamas: se non lo facciamo, vedremo altri omicidi di questo tipo», avrebbe detto Netanyahu nella riunione del gabinetto di sicurezza di ieri sera, 1 settembre.
L’attacco alla scuola di Gaza
Nel frattempo, sarebbero almeno 11 le persone rimaste uccise in un attacco aereo israeliano che ha colpito la scuola Safad, a Gaza City. Per il portavoce dell’agenzia di difesa civile Mahmud Bassal erano tutti sfollati. Il raid avrebbe centrato «una stanza usata dalla polizia», riporta un funzionario medico di Gaza, mentre l’Idf sostiene di aver colpito «terroristi di Hamas che operavano da un centro di controllo in un’area che era la scuola di Safad».
(da agenzie)
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