LO STATO COSTRETTO A METTERE SOTTO PROTEZIONE IL RAGAZZO DISLESSICO BULLIZZATO SUI SOCIAL DA SALVINI
NEI PAESI NORMALI LO STATO VA A PRELEVARE A CASA I RESPONSABILI E LI METTE IN GALERA, CHE SIANO ESECUTORI O MANDANTI
Può una campagna di comunicazione mettere a repentaglio l’incolumità di una persona?
Cosa succede se l’odio online arriva a stravolgere la vita di un ragazzo di 21 anni, fino a causargli la perdita del posto di lavoro?
Sul banco degli imputati, ancora una vota, la “Bestia” social di Matteo Salvini. E quel diffuso senso di impunità con la quale migliaia di persone e migliaia di account falsi, come un branco indistinto di pecore, vomitano insulti e minacce contro il bersaglio di turno, crocifisso su una bacheca Facebook.
Durante un flash mob delle Sardine, a San Pietro in Casale, Sergio Echmanov sale sul palco. Fa un discorso che verte sulla cultura e sull’amore, interrotto dagli applausi dei manifestanti e da qualche tentennamento nel parlato: è colpa dell’emozione e di una forma di dislessia. Matteo Salvini e il suo team social decidono che quelle lievi incertezze oratorie del 21enne possono essere utilizzate.
Per animare i follower della pagina ufficiale di Matteo Salvini, il team del senatore della Lega scarica il video integrale dell’intervento, lo taglia in molte parti e fa un montaggio per mettere in risalto i momenti in cui Sergio balbetta.
«Guardate la carica e la grinta che avevano pesciolini e sinistri poco fa a San Pietro in Casale — scrive Salvini a commento del filmato -. Se pensano di fermarci così… abbiamo già vinto!».
Premuto il pulsante pubblica, la vita di Sergio è cambiata, stravolta. Per comprendere la gravità degli ingranaggi messi in un funzione, basta contare i commenti, gli insulti, le minacce di morte indirizzate al ragazzo: oltre 10mila nel giro di qualche ora.
«Ho pianto molto in queste ore, è devastante l’odio che si è creato contro di me», è stato il commento a caldo della sardina.
Alla vigilia del grande concerto di Bologna del 19 gennaio, Mattia Santori e Lorenzo Donnoli, due tra i volti più noti delle Sardine, hanno registrato un video per mostrare la vicinanza a Sergio: «Sergio, dopo essere diventato protagonista di un video ironico pubblicato da Salvini, è stato chiamato dalla prefettura — ha spiegato Santori -. Visto che lui è un rappresentante che lavora con il porta a porta gli hanno fatto notare di valutare gli eventuali pericoli. Inoltre prefettura e questura starebbero pensando a possibili forme di vigilanza».
L’avvocata bolognese Cathy La Torre, attivista per i diritti civili e cofondatrice della campagna Odiare ti costa, si è offerta di difendere Sergio in tribunale.
«Questi metodi, ormai sistematicamente utilizzati dall’ex ministro contro chiunque la pensi diversamente da lui, non possono più essere tollerati — ha scritto La Torre su Facebook -, Non si può vivere nel terrore di dire la propria davanti a 50 persone, di inciampare sulle parole, perchè poi si finisce con l’essere ridicolizzati davanti a milioni di italiani».
«Non è importante se io sia o non sia dislessico, anche se ne vado fiero, non mi vergogno di ciò che sono — ha affermato Sergio -. Quello che è veramente importante è il comportamento di un Senatore, che fa rabbrividire. Dovrebbe rappresentare il popolo italiano, dovrebbe rappresentare i cittadini, invece ha già messo alla gogna negli ultimi mesi tante persone, sardine e non, solo per propaganda: la cosa inaccettabile è che ha ridicolizzato un essere umano, indipendentemente dalla mia condizione».
«Ha ritagliato il video del mio discorso a suo piacimento: non ha messo la parte in cui facevo autoironia perchè non mi ero preparato un intervento. Non ha nemmeno messo quella in cui parlavo del fatto che i libri, la cultura, la musica e il teatro sono la chiave per imparare ad amare il diverso», ha detto la sardina, che sarà presente alla manifestazione di Bologna il 19 gennaio.
(da Open)
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