L’OIM ACCUSA: “NEL CANALE DI SICILIA UN CRIMINE, NON UNA TRAGEDIA”
IL DIRETTORE GENERALE L’ORGANIZZAZIONE INTERNAZIONALE PER LE MIGRAZIONI: “TRITON NON BASTA, MARINA ITALIANA EROICA CON MARE NOSTRUM”
“Nel canale di Sicilia non abbiamo assistito a una tragedia, ma a un crimine. Triton non basta: ha un raggio di intervento troppo limitato e troppi pochi mezzi a disposizione”.
A parlare da Ginevra è William Lacy Swing, tra i numeri uno dell’immigrazione mondiale. Il direttore generale dell’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim) critica l’Europa che “deve passare dal controllo delle frontiere al salvataggio di vite umane” e plaude agli italiani “eroici” e all’operazione Mare nostrum: “Ciò che è stato realizzato con questa operazione è stato impressionante”.
Direttore si parla forse di 300 morti nel canale di Sicilia. Come commenta l’ennesima tragedia?
“Secondo quanto appreso dal nostro staff a Lampedusa, è ancor peggio di una tragedia: è un crimine, uno dei peggiori che abbia mai visto in 50 anni di carriera. Le organizzazioni di trafficanti agiscono con impunità e centinaia di persone stanno morendo. Il mondo deve reagire”.
La tragedia poteva essere evitata?
“In questa circostanza è emerso chiaramente come gli italiani si siano comportati in modo eroico, quando all’inizio di questa settimana la Guardia costiera ha effettuato una operazione di soccorso molto coraggiosa, lontano dalla costa e in condizioni di mare proibitive. Nonostante l’assenza di Mare Nostrum, hanno comunque soccorso oltre 100 persone che si trovavano sul primo di una serie di gommoni partiti dalla Libia. Quello che è successo in seguito e che ha portato a un totale di oltre 300 vittime dimostra quanto sia necessario rafforzare le operazioni di salvataggio di vite umane nel Mediterraneo”.
Cosa si può fare per evitare ulteriori stragi?
“La priorità è salvare le vite di coloro che purtroppo cadono nelle mani dei trafficanti in Libia e altrove e si trovano ad affrontare una pericolosa traversata in alto mare. Sono state 170.100 le persone arrivate in Italia nel 2014. L’anno scorso a gennaio arrivarono 2171 persone, quest’anno 3528. È già evidente che la fine di Mare Nostrum non porterà a una diminuzione del flusso di tanti disperati che fuggono da gruppi armati o da persecuzioni. Gli arrivi via mare in Europa sono la diretta conseguenza di situazioni di crisi che non accennano a migliorare. Basti pensare alla guerra in Siria, alla crisi libica, alla presenza di Boko Haram in Nigeria, a ciò che accade in Iraq, ma anche a tante situazioni di instabilità economica. Sono tutte crisi umanitarie che non saranno risolte nel breve periodo. Con Mare Nostrum il Mediterraneo era pattugliato in modo ampio, ora non lo è più. Occorre dar vita a un meccanismo di ricerca e soccorso più efficace. Se la comunità internazionale è stata capace di porre termine alla pirateria lungo la costa della Somalia, può essere sicuramente in grado di salvare migranti che sono mandati a morire in mare dai trafficanti di persone”.
Quali sono i limiti e le criticità di Triton?
“L’operazione di controllo delle frontiere finanziata dalla Ue, Triton, ha un raggio di intervento geograficamente troppo limitato e ha troppi pochi mezzi a disposizione. Il focus deve essere la ricerca e il salvataggio in mare e non il controllo delle frontiere”.
Era meglio l’operazione Mare nostrum?
“Mare Nostrum ha portato avanti un compito altamente umanitario e ha salvato quasi 200.000 persone, tra cui molte donne e bambini. Nonostante 3279 migranti siano morti nel Mediterrano l’anno scorso, ciò che è stato realizzato con questa operazione è stato impressionante”.
L’Europa fa abbastanza per soccorrere in mare?
“È urgente che l’Europa modifichi le priorità , passando dal controllo delle frontiere al salvataggio di vite umane. L’Europa deve essere pronta a fornire assistenza a coloro che rischiano le loro vie in mare, ampliando il limite geografico dell’operazione Triton”.
L’Italia ha delle colpe?
“L’Italia ha fatto un grande sforzo con l’operazione Mare Nostrum, e sta ancora salvando vite umane solo grazie alla Guardia Costiera e a quelle ormai poche navi della marina Militare che ancora pattugliano il Mediterraneo”.
Vladimiro Polchi
(da “La Repubblica”)
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