“L’ONOREVOLE POZZOLO È UN BALENGO”: ROSAZZA, IL PAESE DEL FAR WEST DI CAPODANNO, SBERTUCCIA IL DEPUTATO MELONIANO PISTOLERO
“ANDAVA IN GIRO CON UNA PISTOLA DA BORSETTA, UNA ROBA DA SIGNORINE E NON LA SAPEVA NEANCHE USARE. POZZOLO E’ UN ‘STUPIDÒT’ CHE VIENE DA FUORI”
Neanche la potente Madonna di Oropa salverà l’onorevole Pozzolo dal suo destino di “balengo”, ora ufficialmente sancito in questa alta Valle Cervo, dove pure possiede una baita con vista panoramica sulla valle.
Ma la gente di montagna non perdona le figuracce, e nemmeno gli scampati pericoli. Così, nei pochi posti aperti per il poco turismo locale, si sghignazza apertamente, «ma solo perché non c’è scappato il morto», e ad esempio in un negozio di alimentari ci sono due che mimano la scena: «Allora io tiro fuori la pistola dalla tasca, ma mi cade e parte il colpo». E l’altro: «No, io ti voglio far vedere come funziona, ma non sono capace e mi parte il colpo».
Fa anche ridere che andasse in giro con una pistola da borsetta, «una roba da signorine… che non sapeva neanche usare», detto da uno che partecipa alle battute al cinghiale, su per i boschi. Quindi, balengo.
Espressione così piemontese – siamo a metà tra lo stupido e lo scemo inconsapevole – , Luciana Littizzetto l’ha diffusa in tutta Italia, anche oltre Torino e anche oltre Vercelli, che è la patria del Pozzolo, ormai tutti sanno cosa significa.
E poi, adesso che anche il sottosegretario Delmastro ha messo una distanza di sicurezza di 40 chilometri – «Io sono di Biella, lui è di Vercelli. Facciamo politica tutti e due nello stesso partito, quindi ci conosciamo per forza» – adesso per il deputato non c’è più salvezza: «Andrea è uno serio. L’altro? Viene da fuori. Un ‘stupidòt’, che ha rischiato di ammazzare qualcuno», dice un anonimo paesano (nessuno, a parte pochissimi, dà nome e cognome).
Così finiscono i potenti, visto che a una recente cena elettorale Andrea Delmastro aveva parlato di Emanuele Pozzolo come di un amico-discepolo, «sapete, io gli faccio da chioccia. È al suo primo mandato…», cioè è inesperto, giovane, uno che deve imparare.
Rosazza. Un posto d’altri tempi, cento residenti ufficiali, settanta effettivi. Benedetto da un potente dell’Ottocento, il senatore del Regno Federico Rosazza. «Vada a farsi un giro in paese, questo è un posto esoterico! magico!», dice entusiasta Lara, l’impiegata dell’ufficio postale. Beh, ci sono le ville Belle époque, tutte chiuse. Un castelletto neogotico, come piaceva allora, gli industriali lanieri si costruivano ai mille metri le dimore estive per sfuggire il gran caldo di Biella.
Ma il senatore Rosazza era anche massone e occultista, perciò ha riempito il paese natale di simboli esoterici, e anche di qualche svastica, che però non c’entrano niente con il nazismo. Era un tipo così, che faceva le sedute spiritiche con alcuni amici medium, oltre che molti soldi per costruire un cimitero monumentale, in un paese di pastori e scalpellini. E questo passato alimenta il mistero sulla pistoletta di Pozzolo. Chi ha sparato? «Non lo sapremo mai», fa uno a spasso con il cane. Era già il paese dell’arcano, figuriamoci adesso.
Rosazza è un piccolo paese a 15 km da Biella, in Piemonte. Il comune, che conta meno di cento residenti, è noto per essere molto misterioso. Il castello, un tempo residenza estiva del senatore Federico Rosazza, è costellato di riferimenti all’esoterismo e alla massoneria, rose e stelle a cinque punte ovunque. Il comune, torre merlata e scala di marmo bianco, era lo scenario delle riunioni massoniche.
Nel tempio valdese, costruito su un’antica chiesa cristiana fatta demolire da Rosazza, i simboli si sprecano nel creare un’atmosfera di misteri: sagrato a scacchiera di ciottoli bianchi e neri, la croce a svastica legata al culto gallico della fertilità femminile, la «Porta dei Giusti» e il soffitto dipinto con un firmamento stellato. Si racconta che qui il senatore organizzasse le sue sedute spiritiche.
(da la Repubblica”)
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