L’ONU CONDANNA L’ITALIA PER L’ACCORDO CON I CRIMINALI DI TRIPOLI: “OLTRAGGIO A COSCIENZA DELL’UMANITA'”
“PATTO CON LA LIBIA DISUMANO, ABUSI NEI CAMPI”… SILENZIO DEL GOVERNO
Il patto stretto con Tripoli dal governo Gentiloni per conto dell’Unione Europea “è disumano e la sofferenza dei migranti detenuti nei campi in Libia è un oltraggio alla coscienza dell’umanità ”.
Ovvero si tollerano le torture “pur di gestire il fenomeno migratorio ed evitare gli sbarchi”.
Sono le parole durissime dell’Alto commissario Onu per i diritti umani Zeid Raad Al Hussein che, durante la riunione del comitato delle Nazioni Unite a Ginevra, è intervenuto per parlare delle politiche migratorie dell’Unione europea e in particolare dell’accordo stretto dal governo italiano con quello di Fayez Al Sarraj.
“La politica Ue di assistere le autorità libiche nell’intercettare i migranti nel Mediterraneo”, ha dichiarato Al Hussein, “e riportarli nelle terrificanti prigioni in Libia è disumana. La sofferenza dei migranti detenuti in Libia è un oltraggio alla coscienza dell’umanità ”.
L’Alto commissario ha quindi citato le valutazioni degli osservatori dell’Onu inviati nel Paese nordafricano a verificare sul campo la situazione: “Sono rimasti scioccati da ciò che hanno visto: migliaia di uomini denutriti e traumatizzati, donne e bambini ammassati gli uni sugli altri, rinchiusi dentro capannoni senza la possibilità di accedere ai servizi basilari”.
Quindi Al Hussein ha accusato “l’Ue e i suoi stati membri di non aver fatto nulla per ridurre gli abusi perpetrati sui migranti”. “Non possiamo”, è la sua accusa, “rimanere in silenzio di fronte a episodi di schiavitù moderna, uccisioni, stupri e altre forme di violenza sessuale pur di gestire il fenomeno migratorio e pur di evitare che persone disperate e traumatizzate raggiungano le coste dell’Europa”.
Poche ore dopo da Bruxelles è arrivata una prima risposta generica. “L’Ue lavora in Libia in piena cooperazione con l’Onu, esattamente perchè la nostra priorità è sempre stata e continuerà ad essere quella di salvare vite, proteggere le persone e combattere i trafficanti”.
A dichiararlo è stata una portavoce Ue, aggiungendo anche che è l’Unione europea stessa a finanziare Oim, Unhcr e Unicef. “I campi di detenzione in Libia devono essere chiusi” perchè “la situazione è inaccettabile” e la Ue “si confronta regolarmente” con le autorità locali perchè usino “centri che rispettino gli standard umanitari”.
Molto più netta la posizione di Antonio Tajani: “Quanto abbiamo visto accadere in Libia per i rifugiati e per i profughi è assolutamente inaccettabile — ha detto il presidente del Parlamento europeo — molto probabilmente, domani sarà presa la decisione ufficiale, una delegazione dell’Europarlamento si recherà in Libia per verificare la situazione”.
A fine settembre ci aveva provato il Consiglio d’Europa a chiedere chiarimenti all’Italia con una lettera, datata 28 settembre e ancora senza risposta, inviata dal commissario per i Diritti umani Nils Muiznieks.
Anche in quel caso si parlava di rischio torture e di maltrattamenti tollerati dalle autorità italiane, ma nessuno dal governo ha mai voluto commentare o rispondere alle accuse. Risale invece al 6 novembre scorso uno degli ultimi naufragi documentato dall’ong Sea Watch dove hanno perso la vita circa 50 persone: nelle immagini registrate dalle telecamere della nave dell’associazione in acque internazionali in cui si vedono i miliziani della “guardia costiera libica” maltrattare e gettare in mare i migranti che cercano aiuto per salvarsi dall’annegamento.
Alle parole durissime dell’Onu, risponde il silenzio del governo.
Dall’opposizione gli unici a parlare per il momento sono stati alcuni esponenti di Mdp e Possibile che chiedono sia “rivisto l’accordo”. A sorpresa è intervenuto anche il deputato M5s Roberto Fico, che però ha parlato innanzitutto del naufragio nel Mediterraneo documentato da Sea Watch: “Il governo deve chiarire quanto prima”, ha scritto su Facebook.
“Un episodio gravissimo che è anche conseguenza del tipo di provvedimenti messi in atto dal governo italiano per ridurre i flussi migratori sulle nostre coste. La guardia costiera libica è finanziata ed equipaggiata proprio dal governo italiano, che deve assumersi le proprie responsabilità di fronte a questa nuova disgrazia e fare la massima chiarezza”.
Per Fico “non è possibile che operazioni che dovrebbero essere di soccorso si trasformino in tragedie simili, soprattutto considerato che negli accordi sottoscritti con la Libia ci sarebbe anche la formazione della Guardia costiera. Nè si può continuare a distogliere lo sguardo mentre in Libia si violano i diritti umani, come succede nei centri di detenzione”.
(da “il Fatto Quotidiano”)
Leave a Reply