L’ULTIMA SPIAGGIA DELLA GIUNTA
TRA RINVII, INTERPELLANZE E ATTESE
Ogni giorno è indispensabile, ogni giorno può essere sprecato.
L’importante è evitare che quella condanna a 4 anni di reclusione per frode fiscale ormai definitiva, diventi anche esecutiva.
È il “temporeggiare” ai tempi di Silvio Berlusconi: cercare sostegno nell’alleato — e il governo Letta in questo potrebbe essere terreno fertile — o al massimo far passare il tempo in attesa che arrivi quel fatidico giorno, a metà di ottobre, quando bisognerà scegliere tra un anno di domiciliari o di servizi sociali.
Fino a quella data, Berlusconi e i suoi potrebbero tentare di rinviare quel destino, legato ai numeri.
Sono i numeri dei voti in Giunta per le autorizzazioni al Senato e quelli in aula.
Nel primo caso, ossia in Giunta per le autorizzazioni al Senato, che dovrà pronunciarsi sulla decadenza del-l’ex premier dal mandato parlamentare — una decadenza prevista dalla legge Severino sull’anticorruzione — Berlusconi potrebbe riuscire a perdere qualche giorno.
Potrebbero infatti essere fissate audizioni a iosa, interpellati i più svariati costituzionalisti e acquisiti sempre nuovi atti.
Il tutto mentre il tempo passa.
Affinchè tutto ciò si realizzi, si ha bisogno però di una maggioranza dei membri della giunta. E qui i numeri sembrano essere poco favorevoli.
Pd e Movimento cinque stelle sarebbero intenzionati a tagliare corto, almeno così assicurano.
E sarebbero addirittura uniti in questo intento.
Di conseguenza, i 4 membri del M5s e gli 8 del Pd, qualora votassero all’unanimità , straccerebbero qualsiasi speranza per B. di ottenere qualsiasi maggioranza in Giunta, essendo 23 i membri in totale.
Ovviamente si tratta di proiezioni.
Ma tutto si vedrà il 9 settembre in Giunta, quando verrà ascoltata la proposta del relatore Andrea Augello (Pdl), e a quel punto sarà avviata la discussione generale, con conseguente voto.
Augello, potrebbe prendersi qualche giorno in più, ma anche su questo punto si è abbastanza chiari. “Se Augello perde tempo, chiederemo di cambiare relatore”, assicura Mario Giarrusso, grillino, membro della Giunta per le elezioni.
A quel punto, il voto si sposta in aula.
E qui potrebbe essere calato l’asso nella manica di chi vuole garantire Berlusconi. Venti senatori potrebbero infatti chiedere il voto segreto.
In tal caso, si proporrebbe l’ennesimo scompiglio governativo. I franchi tiratori, i traditori. Scene già viste e appellativi già dati.
Nel segreto dell’urna convincere una quarantina di senatori di altri partiti a schierarsi dalla sua parte, sarebbe meno difficile per Berlusconi.
Potrebbe essere questa la situazione che si verificherà ai primi di settembre.
Dulcis in fundo, si potrebbe giocare la carta “corte d’appello di Milano”.
La sentenza di cassazione emessa lo scorso primo agosto, oltre confermare la pena ha anche deciso di rinviare alla Corte d’Appello di Milano per la rideterminazione della pena accessoria, ossia l’interdizione dai pubblici uffici.
In questo caso su questa futura decisione si potrà ricorrere in Cassazione.
Di conseguenza se si decide di aspettare questa ulteriore sentenza, i tempi potrebbero allungarsi ulteriormente.
Sono questi i vari espedienti che potrebbero salvare l’ex premier.
Senza dimenticare l’opzione Colle al quale ieri si è rivolto un altro deputato Pdl. à‰ stata la vota di Fabrizio Cicchitto.
Valeria Pacelli
(da “Il Fatto Quotidiano“)
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