L’UNICO MODO PER SCONFIGGERE PUTIN È SVUOTARGLI LE TASCHE: FAR USCIRE MOSCA DAL SISTEMA SWIFT, CIOÈ IMPEDIRE LE TRANSAZIONI TRA LE BANCHE RUSSE E QUELLE DEGLI ALTRI PAESI
COSÌ SAREBBERO DIRETTAMENTE GLI OLIGARCHI, CHE FANNO SOLDI CON IL RICCO OCCIDENTE, A VOLERE LA TESTA DI PUTIN… LA BORSA DI MOSCA AFFONDA: -8%
Le mosse e il discorso di Putin sono arrivati alla Casa Bianca mentre era riunito il Consiglio per la Sicurezza nazionale. È la seconda volta in due giorni che i vertici del Paese si ritrovano nella Situation room per analizzare la situazione in Ucraina.
Biden ha cambiato più volte i piani per il fine settimana (ieri era il Presidents Day) rimanendo a Washington, una conferma che uno strappo russo era in qualche modo atteso. Il riconoscimento delle repubbliche del Donbass da parte del Cremlino ha costretto Washington ad aggiornare la sua strategia e ad alzare ulteriormente l’allerta per un attacco che l’intelligence vede sempre più imminente.
«Può iniziare in qualsiasi momento», ha detto Jake Sullivan consigliere per la Sicurezza nazionale. La reazione di Biden è un ordine esecutivo che proibisce nuovi investimenti, commerci e movimenti di denaro con le due regioni di Donetsk e Lugansk. Non ci saranno importazioni negli States, dirette e indirette, di beni e tecnologia proveniente dall’Ucraina orientale.
La decisione – ha sottolineato la Casa Bianca – non è legata alle «rapide e massicce misure economiche» (le sanzioni) se Mosca dovesse invadere l’Ucraina. In un briefing con i giornalisti, un alto funzionario dell’Amministrazione ha spiegato che Washington «si attendeva il gesto del Cremlino ed aveva pronta la risposta».
La settimana scorsa Antony Blinken aveva parlato di reazione «rapida e massiccia» in caso di riconoscimento da parte russa del Donbass, ma il Dipartimento di Stato non aveva allora elaborato. La decisione di ieri potrebbe aver aperto la strada a nuove iniziative, la Casa Bianca infatti annuncerà altre misure contro la Russia «responsabile di quanto accade nel Donbass», ha spiegato la fonte americana che sul dispiegamento di soldati russi nelle regioni separatiste ha commentato dicendo che questi movimenti «non sono un nuovo step, ma ora avvengono apertamente rispetto a prima».
Biden ha sentito prima Zelensky e poi, in una conference call, Macron e Scholz. Gli alleati europei potrebbero trovarsi sul tavolo nei prossimi giorni la discussione «se applicare subito le sanzioni», ha detto Pep Borrell, Alto Rappresentante per la politica estera dei 27. Spinge per sanzioni anche Johnson: «il riconoscimento di Lugansk e Donetsk è una violazione del diritto internazionale».
La presa di Mosca sull’Est dell’Ucraina non è l’obiettivo finale di Putin, ragionano alcuni analisti. L’ipotesi di un conflitto su larga scala resta altissima. Ci sono 110 battaglioni tattici con almeno 1000 soldati ciascuno ai confini dell’Ucraina. Due terzi di questi sono a meno di 50 chilometri dalle frontiere governate da Kiev.
Nel primo pacchetto di misure «massicce e severe» c’è il sistema bancario, hanno riferito all’agenzia Reuters fonti; l’obiettivo è impedire le transazioni fra istituti russi e quelli americani. Si tratta di togliere l’ossigeno del dollaro dai circuiti moscoviti.
Un secondo step prevede di colpire alcuni individui e compagnie russe inserendoli in una lista nera, nota come Specially designated nationals (Sdn), che farebbe scattare l’esclusione dal sistema bancario americano, il blocco del business con gli Usa e il congelamento degli asset. La bozza è in definizione.
Le banche coinvolte sono la VtbBank, la Sberbank, Veb e la Gazprombankare. Washington ritiene che colpire il sistema bancario darebbe un colpo immediato alle casse statali russe agevolando la fuga dei capitali stranieri, innescando una spirale inflazionistica e obbligando la Banca centrale russa a intervenire per salvare – come già accadde con le sanzioni del 2014 – il sistema creditizio e il rublo.
(da il Corriere della Sera”)
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