M5S, PROCESSO A CONTE. LUI RILANCIA: “VIA IL LIMITE DEI DUE MANDATI E LE PARLAMENTARIE”
E SENTE SCHLEIN
Prima gli elettori, ora i compagni di partito: Giuseppe Conte viene messo nell’angolo. Il popolo M5S si è ridotto al 10% dei votanti, diminuendo in neanche due anni di cinque punti percentuali e disperdendo oltre due milioni di consensi.
La batosta presa in queste elezioni europee è destinata a rimettere in discussione l’intero assetto del partito. Gli ex parlamentari e il direttivo chiedono al presidente un cambio radicale di questa gestione rivelatasi fallimentare e lui non può che dare un segnale in un momento in cui il suo ruolo è in bilico più che mai.
L’ex premier, malgrado i toni da campagna elettorale utilizzati fino alla scorsa settimana, non intende quindi abbandonare il Campo progressista. Sul fronte interno occorre una rivoluzione. L’idea è di abolire il limite dei due mandati ma anche la regola secondo cui i candidati devono essere scelti attraverso la selezione online.
Chi sarebbe voluto essere protagonista di queste elezioni europee non riesce ad accettare la sconfitta. «Dovevamo candidarci tutti», viene ripetuto come un mantra dagli ex parlamentari che hanno già ricoperto i due mandati a disposizione. Loro, i volti storici e conosciuti del Movimento, rivendicano di aver «iniziato dai meet up» e di aver «portato Conte sul tetto del mondo», e accusano l’ex premier di aver condotto una campagna elettorale in solitaria con candidati che non sono riusciti a intercettare i voti sperati. Anzi, il maggior contributo alla fine è stato dato dalle persone indicate da Beppe Grillo come Sabrina Pignedoli.
Il grande freddo con Beppe Grillo, sparito non a caso dai palchi della campagna elettorale, non lo fa stare tranquillo e l’unica soluzione è dimostrare di non aver perso il controllo degli eletti.
«Ma se fosse questa l’occasione buona per un cambio al vertice?», si chiedono in tanti e non è un mistero che il fondatore M5S immagini, ormai da tempo, una leader donna.
Quindi si parla di Virginia Raggi, che avrebbe voluto correre alle europee ma le è stato impedito perché anche lei ha terminato i mandati a disposizione. Ma viene indicata anche Chiara Appendino, la deputata ex sindaca di Torino, sempre apprezzata e stimata dal fondatore.
C’è anche chi immagina un ritorno di Alessandro Di Battista, che per adesso si sta dedicando all’associazione Schierarsi e non è sfuggito che l’ex sindaca di Roma domenica ha partecipato, con tanto di foto sui social, a uno dei loro banchetti. Immagine che suona un po’ come una provocazione ma anche come la volontà di voler riavvicinare quel mondo, che era la base grillina, ora andata perduta.
La nostalgia è canaglia in M5S e nei momenti difficoltà, come quello che si sta vivendo adesso, lo è ancora di più.
Ne è la prova l’ex ministro dei Trasporti e attuale probiviro, Danilo Toninelli: «M5S non è più un partito rivoluzionario. Grillo faceva sognare, Conte è un tecnico, bisogna avere il coraggio di dire che è una brava persona ma i tecnici non hanno capacità di emozionare». Non chiede ancora le dimissioni, ma non sembra essere così lontano. Mentre vorrebbe un passo indietro Davide Casaleggio, il figlio dell’altro co-fondatore: «Dovrebbe mettere a disposizione il proprio ruolo». Conte non vuole lasciare, ma per restare saldo al suo posto deve avviare un vero restyling. E senza perdere troppo tempo perché Grillo è in agguato e aspetta solo di vedere quali saranno le prossime mosse.
(da agenzie)
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