MA CHE BELLO IL FEDERALISMO DEMANIALE: IN REGALO AI COSTRUTTORI CASTELLI, SPIAGGE E CASERME
SI TRASFERISCE AGLI ENTI LOCALI UN PATRIMONIO DI EDIFICI PUBBLICI, TERRENI, CASERME, SPIAGGE, FIUMI, SORGENTI, ACQUEDOTTI, PORTI E AEROPORTI… CORSIA PREFERENZIALE PER I COSTRUTTORI, CON MODIFICA AUTOMATICA DEI PIANI REGOLATORI.. SI FA CASSA ALIENANDO BENI STORICI, ARTISTICHI E AMBIENTALI
Sono in tutto sette gli articoli del provvedimento presentato dal ministro Calderoli, primo esempio di federalismo demaniale.
Un grimaldello legislativo per forzare “la mano morta che blocca un patrimonio abbandonato e improduttivo”.
Si tratta del decreto legislativo, varato dal Consiglio dei ministri la vigilia di Natale, e ora all’esame delle Commissioni parlamentari: prevede il trasferimento dei beni statali a comuni, province, regioni, con la dismissione in massa di caserme, terreni, spiagge, fiumi, laghi, torrenti, sorgenti, ghiacciai, acquedotti, porti e aeroporti.
In nome della semplificazione e della valorizzazione si è messo un moto un meccanismo che potrebbe innescare la più grande speculazione edilizia e immobiliare della storia repubblicana.
Finora vi erano dei beni collettivi inalienabili, assoggettati a vincolo storico, artistico e ambientale, pur non avendo una rilevanza nazionale.
Ora l’art. 5, comma b, stabilisce che la delibera del piano di alienazione da parte del Consiglio comunale costituisce variante allo strumento urbanistico generale.
In pratica un meccanismo automatico di modifica dei piani regolatori.
L’art. 6 poi semplifica le procedure di attribuzione dei beni statali ai fondi immobiliari, un gran bel regalo alle grandi famiglie di costruttori che hanno già saccheggiato il territorio con le loro speculazioni edilizie.
I dati dell’Agenzia del demanio parlano di 30.000 beni in gestione, di cui 20.000 edifici, per 95 milioni di metri cubi, e 10.000 terreni per 150 milioni di metri quadri.
Alcuni esempi: la caserma Cavalli costruita a Firenze nel ‘600, il castello di Brindisi, il poligono d Capo Teulada nel Sulcis, le isole di Sant’Andrea a Venezia e di Palmaria a Spezia, l’Arsenale storico di Venezia.
Tutte in vendita a privati, in base alla nuova legge “federalista”.
Certo, spesso si tratta di opere in stato di abbandono per mancanza di risorse o per incuria, ma il trasferimento agli enti locali, allo scopo dichiarato di fare cassa, finirà per impoverire la ricchezza nazionale, invece che valorizzarla. Chi ha il diritto e l’autorità di alieneare un bene storico, artistico o ambientale d’interesse locale?
Chi ha diritto di decidere che una spiaggia della Sicilia o della Sardegna appartiene solo a quella Regione?
Chi può disporre di infrastrutture come acquedotti, porti e aeroporti che servono aree più ampie?
In realtà è necessario che si escludano dall’elenco delle dismissioni i beni storici e artistici.
Inoltre occorrerebbe introdurre vincoli di destinazione e di uso per i terreni e gli edifici statali.
Cose che la norma non prevede.
Come si fa a cedere un castello o un museo a un privato, solo perchè non è classificato di “rilevanza nazionale”?
Perchè una caserma non viene destinata a funzioni sociali, come ospedali, centri di assistenza, impianti sportivi, scuole e parchi pubblici, invece che favorire gli speculatori immobiliari?
Le città sono un bene comune, non una merce, le caserme non devono diventare occasione di rendite, senza una pianificazione urbanistica che con la nuova legge viene aggirata.
La filosofia del decreto è trasformare spazi potenzialmente pubblici in occasioni di vendita privata?
E’ questo il federalismo leghista, finalmente ne abbiamo un esempio, lo stesso Calderoli lo ha detto con enfasi, ne prendiamo atto.
Immaginiamo già le Regioni e i comuni leghisti che si leccano le dita insieme ai loro amici speculatori…
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