MAESTRA POSITIVA, CONTAGIATI 39 BAMBINI E 13 INSEGNANTI A RODI GARGANICO
E QUALCUNO DICEVA CHE LE SCUOLE SONO SICURE
Il motivo della scelta della Regione di chiudere tutte le scuole si trova a Rodi Garganico. Il piccolo Comune del Foggiano ha rappresentato il primo vero segnale d’allarme per la task force regionale e convinto il governatore Michele Emiliano e l’assessore regionale alla Salute Pierluigi Lopalco a cambiare definitivamente idea sull’importanza delle scuole aperte come vettori del contagio.
Il motivo è semplice, basta ricostruire l’origine del focolaio scoppiato in una scuola primaria di Rodi che rappresenta un caso indice.
La corsa del virus parte da una insegnante originaria di Cagnano Varano, Comune di 7mila abitanti, a 20 chilometri da Rodi. La donna, positiva al Covid, ha contagiato i 14 bambini delle tre classi in cui insegna. Non solo, ha contagiato anche quattro docenti con cui è entrata in contatto.
A loro volta queste docenti hanno contagiato gli alunni delle proprie classi e, a catena, altri alunni e docenti. Risultato al momento: 39 bambini e 13 insegnanti positivi; 250 tamponi effettuati in ambiente scolastico; 130 tamponi in via di esecuzione tra i familiari conviventi e 370 persone messe in quarantena fino ad ora.
Numeri — fanno capire dalla Regione — che smentiscono il concetto della scuola come luogo sicuro. Il caso di Rodi non è isolato.
In un liceo nella Bat il caso indice è uno studente. La classe è stata sottoposta immediatamente a tampone e mandata in isolamento. Sono risultati positivi sette studenti finora.
In provincia di Bari un caso in una scuola elementare ha generato nove positivi e in un altra scuola due casi di insegnanti hanno contagiato tre alunni, provocando l’isolamento di tre classi.
“Il numero di casi riportati nelle scuole — ha scritto l’assessore Lopalco su Facebook — apparentemente rispecchia la fotografia della distribuzione del virus nella popolazione esterna. In realtà da quando è partita l’attività didattica ad oggi sono stati segnalati 1.121 casi di positività fra la popolazione di età 6-18 anni, corrispondenti all’11 per cento dei casi totali. Questa percentuale era del 6 per cento nella settimana dal 17 al 22 settembre e dell’8 per cento nella prima settimana di apertura della scuola. L’aumento della proporzione di casi in quella fascia di età è dunque sicuramente contemporaneo alla riapertura della scuola nella nostra regione. Quando in una epidemia come questa si osserva una curva in crescita, non ci si può permettere il rischio che tale crescita diventi incontrollabile. Bisogna intervenire precocemente con misure tempestive
(da “La Repubblica”)
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