MALTA APRE INDAGINE SUL FRATELLO DI MARRA: “ATTIVITA’ FILANTROPICA? ABBIAMO DEI DUBBI”
ACCERTAMENTI SU UNA ONG GUIDATA DA CATELLO MARRA
“Lasciateci stare, per favore, è difficile” dice la signora Chiara dietro la porta in legno al secondo piano, ultima a destra, del suo condominio poco sopra Saint Julian, coprendo le voci delle sue tre bambine che giocano all’interno.
Non sarà facile. Perchè il “caso Marra” ha preso piede anche nell’isola .
Non interessano tanto gli assegni circolari dell’imprenditore Scarpellini che servirono proprio alla signora Chiara Perico, la moglie di Raffaele Marra, a comprare casa in via Prati Fiscali 258.
Interessano piuttosto gli interessi della famiglia sull’isola, dove la moglie dell’ex capo di gabinetto della sindaca di Roma Virginia Raggi si è trasferita da qualche anno e dove invece da tempo ha base il fratello di Raffaele, Catello.
Ed è proprio sulla Ong che Marra senior guida da tempo che il governo maltese ha deciso di fare approfondimenti aprendo un’inchiesta interna: vuole capire se si tratti effettivamente soltanto di un ente di beneficenza, così come risulta accreditato, oppure di altro.
Per esempio un’istituzione che “mette in contatto imprenditori con avvocati e professionisti locali per sfruttare le opportunità fiscali del posto”, come ha detto a Repubblica ieri l’imprenditore Luca Silvestrone, che grazie a Marra ha potuto cenare con la presidente della Repubblica, Marie Louise Coleiro Preca (“ma non sono stato mai cacciato da associazioni da consumatori” tiene a precisare Silvestrone).
Gli accertamenti sono partiti già nel fine settimana ma in realtà c’è chi da tempo aveva un lungo dossier, figlio di anni di segnalazioni sul ruolo di Marra senior nell’isola.
In più nei giorni scorsi era arrivata anche una richiesta specifica da parte della magistratura italiana che voleva sapere di più su quell’ex finanziere (ex per colpa di qualche guaio) e su quell’associazione “International Organization for the Diplomatic Relations” della quale è governatore.
I punti interrogativi sono diversi.
Per iscriversi si paga una quota di 7.500 euro, ai quali poi bisogna aggiungere una serie di denari se si vogliono per esempio acquistare le ambitissime divise d’ordinanza, che costano 1.500 euro e arrivano direttamente da Napoli.
Lo Iodr rilascia anche dei documenti che apparentemente sembrano veri ma in realtà sono delle patacche: esiste per esempio il passaporto con la sigla “Cd”, corrispondente diplomatico, con tanto di riferimento al passaporto reale.
Un particolare non esattamente di folclore che, infatti, è oggetto di approfondimenti in queste ore. Non è il solo dettaglio a interessare.
La quota di iscrizione allo Iodr si paga attraverso un bonifico. Il conto corrente sul quale si effettuano è intestato a: “International Organization of Diplomatic Correspondent” mentre l’organizzazione si chiama “International Organization for Diplomatic Relations”.
A chi vanno a finire i soldi della quota di iscrizione?
Certamente servono per i grandi ricevimenti che Marra senior teneva proprio a Roma e ai quali oltre a vip un po’ datati (Ramona Badescu, Enrico Montesano, Barbara Bouchet per esempio) non mancavano mai, racconta oggi chi c’è stato, nessuno dei suoi due fratelli con le rispettive famiglie.
Nè Raffaele, che oggi dovrà sostenere l’interrogatorio di garanzia cercando di spiegare il perchè di quel flusso di denaro con Scarpellini: “Risponderà a tutte le domande”, assicura il suo legale.
Nè Renato, l’altro fratello vigile, recentemente promosso dal Comune, e sulla cui nomina domani dovrà dare un parere l’Anac di Raffaele Cantone.
A Malta, dunque, tutti conoscono i buoni rapporti tra i familiari. Tant’è che nelle rarissime volte che la signora Chiara si è vista in giro lo hanno fatto nel ristorante di via Paceville gestito da Catello e da suo figlio.
I buoni rapporti sono testimoniati poi da quei movimenti finanziari – Italia-Malta, direttamente e tramite intermediari – sui quali Banca d’Italia e ora anche l’antiriciclaggio dell’isola sta investigando.
Marra senior gestiva anche un ordine di Cavalieri (l’ordine di Saint John di Gerusalemme) che risulta essere completamente abusivo.
“Non esiste” confermano dal Governo. Eppure fa investiture, ha carte intestate.
E chiaramente intasca denaro. Possibilmente in contanti
(da “La Repubblica”)
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