MARINE LE PEN E LE PAROLE D’ORDINE DI SINISTRA: PIU’ VICINA AI CINQUESTELLE CHE ALLA DESTRA ITALIANA
IL POPULISMO “TRASVERSALE” CHE ATTRAVERSA L’EUROPA POTREBBE FAVORIRE I GRILLINI
Tra i segreti della forte ascesa elettorale del Front di Marine Le Pen c’è un nuovo, inedito dosaggio tra ricette di destra e di sinistra, un mix che allude al populismo trasversale dei Cinque Stelle, peraltro diverso in tanti aspetti da quello neo-lepenista.
IL TERREMOTO IDEOLOGICO
Una novità politica, il lievitare di un populismo di sinistra-destra, che a cavallo tra Francia e Italia potrebbe avere conseguenze clamorose e dagli esiti imprevedibili.
Negli ultimi mesi la lite familiare in casa Le Pen ha in parte coperto il corposo terremoto politico/ideologico che via via ha fatto perdere al Front national quadri intermedi e militanti della tradizionale destra radicale, cattolica, nostalgica di Vichy coccolata per anni e anni da papà Jean Marie.
I PERDENTI DELLA GLOBALIZZAZIONE
L’adozione di parole d’ordine (anche) di sinistra sui temi economico-sociali e in parte in politica estera ha favorito l’aggregazione da parte di Marine Le Pen di fasce (disoccupati, operai, artigiani, commercianti) e di figure sociali che – ad esempio nella recente, acuta analisi di Marco Tarchi, studioso del populismo – vengono dipinti come i «perdenti della globalizzazione».
Gruppi sociali che condividono la predicazione di un partito che si oppone da sempre ai flussi migratori di massa.
DOPO LA FRANCIA, L’ITALIA?
Il nuovo trasversalismo politico-sociale ha proiettato il Front su percentuali mai viste prima e potrebbe consentirgli di conquistare, al secondo turno, significative fette di territorio. Naturalmente c’è di mezzo una settimana piena di incognite, ma un eventuale successo ai ballottaggi del populismo trasversale della Le Pen, a quel punto aprirebbe lo spazio ad una domanda: oggi in Francia, domani in Italia?
In altre parole: chi può dire come finirà , se il Pd, ai ballottaggi in grandi città , anzichè il centrodestra, si trovasse a fronteggiare il populismo trasversale dei Cinque Stelle?
Fabio Martini
(da “La Stampa”)
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