MARINO ALL’ATTACCO: “NON SONO INDAGATO E RIFLETTO SULLE DIMISSIONI, CONTRO DI ME ESPOSTI VERGOGNOSI DI M5S E FDI”
“MI HANNO ACCUSATO PERSINO DEGLI SCONTRINI IN TINTORIA SENZA SAPERE CHE ERANO PER I TAPPETI ROSSI E GLI ABITI ANTICHI DEI MUSICI”… E DOMENICA 25 ALTRA MOBILITAZIONE DI PIAZZA IN SUO FAVORE
Nega ogni accusa, attacca le opposizioni e riflette sulle sue dimissioni che diventeranno effettive solo il 2 novembre prossimo.
Dopo le quattro ore trascorse ieri in Procura per rendere dichiarazioni spontanee sul caso delle spese di rappresentanza e degli scontrini di cene istituzionali sospette – vicenda che lo ha costretto all’annuncio dell’addio al Campidoglio in seguito agli esposti di Fratelli d’Italia e M5s – il sindaco di Roma Ignazio Marino ha deciso di parlare oggi nella sala della Protomoteca.
E per questo ha rinunciato all’udienza del processo Ama che di fatto ha aperto la serie di dibattimenti scaturiti dall’inchiesta ‘Mafia Capital’e.
“Gli esposti presentati contro di me sono vergognosi, scritti da persone in malafede o ignoranti” ha subito attaccato Marino, riferendosi alle denunce dei due partiti di opposizione, e ribadendo di non essere indagato.
Ad esempio, ha spiegato, “gli scontrini riferiti alla tintoria non riguardano il lavaggio dei miei vestiti ma di quelli storici dei trombettieri di Vitorchiano che quando grandi autorità sono venuti durante i mesi della mia consiliatura in Campidoglio sono stati ricevuti con un tappeto rosso messo ai bordi della Maserati con cui viene accompagnato il capo dello Stato”.
“Non ho mai – ha poi dichiarato – usato denaro pubblico per miei fini personali, semmai il contrario: a volte ho speso il mio denaro personale per fini pubblici come a New York a inizio settembre quando, al termine di una vacanza negli Usa, decisi di pagare 7-800 euro di hotel di tasca mia nonostante fossi lì per un incontro col sindaco Bill De Blasio”.
“Mi sono dimesso da sindaco – ha spiegato – per un estremo rispetto dell’autorità giudiziaria, dinanzi alla quale volevo presentarmi da dimissionario, per spiegare i fatti relativi agli esposti che mi riguardano”.
Marino e il suo legale Enzo Musco hanno poi sostanzialmente ripetuto, seppure in sinesti e senza scendere nei dettagli, la linea difensiva esposta ieri al pm Roberto Felici e al procuratore aggiunto Francesco Caporale che indagano, ancora senza ipotesi di reato nè iscrizioni, sulle spese del Campidoglio fatte con la carta di credito comunale in dotazione al primo cittadino e sull’aumento del plafond da 10mila a 50mila euro.
Nella sua versione, il sidanco ha respinto ogni accusa. “Non ha mai chiesto quella carta nè l’aumento del massimale di spesa, non ha mai cenato con la moglie nei ristoranti indicati dai documenti contabili nè ha mai usato denaro pubblico per fini diversi da quelli istituzionali” ha raccontato il legale uscendo ieri dal palazzo di giustizia.
Di più: “Le firme sui giustificativi di spesa non sono le sue” ha detto.
In conferenza stampa oggi l’avvocato ha aggiunto: “Chi di voi ricorda con chi è stato a cena 15 mesi fa? Noi abbiamo dato una giustificazione per quanto possibile alle spese sostenute. Ci siamo difesi su tutti i fronti, soprattutto sulla questione degli scontrini, non accusando nessuno, ma descrivendo davanti al magistrato il modo di operare della burocrazia romana”.
“Coloro i quali registravano gli scontrini non commettevano nessun tipo di falsità , perchè non facevano altro che seguire una prassi che il Comune di Roma segue da tanto tempo, convalidata anche dal regolamento Anci, in merito alla restituzione dei rimborsi per l’attività svolta” ha spiegato ancora Musco.
Quanto al suo futuro, Marino ha aggiunto: “Come ho scritto nella lettera di dimissioni del 12 ottobre alla presidente dell’Assemblea capitolina Valeria Baglio e come prevede la legge, ho preso 20 giorni di tempo per riflettere”.
E a chi lo incalza su un possibile ripensamento, ribadisce: “Se ho scritto che volevo prendere tempo per valutare, significa che lo pensavo e lo penso ancora”. Il suo mandato scadrà ufficialmente il 2 novembre.
“Sto molto, molto, molto bene. Sono tranquillo come sempre” aveva detto Marino arrivando in Campidoglio ed entrando nel palazzo dall’ingresso principale, cosa che aveva evitato negli ultimi dieci giorni. Intanto i suoi supporter tornano a mobilitarsi. Per domenica 25 ottobre alle 12 in piazza del Campidoglio hanno indetto un nuovo appuntamento per chiedergli di ritirare le dimissioni.
“L’8 ottobre 2015 la democrazia e la città di Roma hanno subito una profonda ferita – si legge nella pagina Facebook “Marino ripensaci” – Il sindaco, eletto con il 64% dei voti dei romani è stato costretto a presentare le proprie dimissioni a seguito di una serie di manovre politiche. Forte del massiccio consenso popolare che sta ricevendo in queste ore ritorni sui suoi passi”.
Viola Giannoli
(da “La Repubblica“)
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