MARONI CAMBIA LA LEGGE PER DARE UNO STIPENDIO AL PENSIONATO DI PIETRO
A CAPO DI PEDEMONTANA CON UNO STIPENDIO CHE POTREBBE ARRIVARE A 240.000 EURO L’ANNO
Un grande regalo di Natale per il baby pensionato Antonio di Pietro.
A impacchettarlo e metterlo sotto l’albero è stato l’assessore al bilancio della regione Lombardia Massimo Garavaglia.
L’esponente leghista, infatti, ha presentato un emendamento alla legge di bilancio regionale per far sì che anche i manager pensionati, con incarichi in una società partecipata, possano ricevere uno stipendio, derogando dalla norma nazionale che vieta a un pensionato di ricevere un emolumento.
Attenzione, non tutti i manager, ma solo quelli che si occupano di “progettazione e gestione delle autostrade regionali”.
L’emendamento contestat
Una norma — secondo l’opposizione e buona parte della maggioranza — cucita su misura per l’ex Pm di Mani Pulite, voluto da Maroni da luglio scorso alla guida di Pedemontana.
Oggi Di Pietro non riceve alcun emolumento — nonostante il sito della società riporti uno stipendio annuo di 60 mila euro — , ma lavorare gratis non piace a nessuno.
Tanto che l’ex magistrato avrebbe fatto più volte capire a Maroni che è pronto a salutare se non sarà pagato.
Da qui la forzatura del presidente Maroni, pronto ad affrontare le ire anche dei suoi: secondo voci di corridoio, il gruppo della Lega Nord sarebbe pronta a chiedere la testa dell’assessore al Bilancio, mentre una Forza Italia imbufalita sarebbe pronta a votare no.
Garavaglia, comunque, è deciso ad andare avanti: “Nessun favore a Di Pietro, semplicemente vogliamo pagare chi lavora”, ha spiegato martedì pomeriggio.
“Il suo stipendio — ha aggiunto — lo decide l’assemblea come tutte le società del mondo”.
In giornata era circolata anche la voce che il Pirellone volesse andare oltre il “regalino”, permettendo addirittura a Di Pietro di sforare la soglia dei 240 mila euro annui previsti per i manager pubblici.
Una voce smentita dallo stesso Garavaglia: “Non ho idea di quanto prenderà Di Pietro, comunque non ci sarà alcuno sforamento”.
Resta comunque una norma ad personam, che difficilmente i colleghi di maggioranza — già assai “dubbiosi” sulla scelta dell’ex magistrato per gestire un’autostrada dalla vita difficile e spesso al centro delle polemiche — potranno accettare.
Il pasticciaccio sullo stipendio di Di Pietro è solo l’ultima tegola piovuta sulla giunta Maroni a causa di Pedemontana: nei giorni scorsi l’opposizione aveva attaccato la decisione del Presidente di concedere l’ennesima copertura pubblica dei debiti contratti dalla società autostradale con le banche, un “regalino” da 240 milioni di euro.
(da “La Repubblica”)
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