MEZZO PARTITO VUOLE LA TESTA DI BRUNETTA: FORZA ITALIA ESPLODE
E I VERDINIANI SCRIVONO UN DOCUMENTO
È un no solo “affettivo” quello che Forza Italia vota alle riforme. E su cui converge tutto il gruppo. Affettivo, non “politico”.
Fino a notte fonda Silvio Berlusconi chiama uno ad uno i suoi parlamentari, chiedendo un atto di fedeltà : “Non potete farmi questa vigliaccata nel giorno della Cassazione su Ruby. Non possiamo dare l’immagine di un gruppo spaccato”.
I verdiani fino all’ultimo restano in bilico: alla fine optano per non “strappare” formalmente, votando in dissenso rispetto alla richiesta di Berlusconi.
Ma, dietro la facciata, Forza Italia è una polveriera pronta ad esplodere.
Il prezzo del finto unanimismo è la testa del capogruppo Brunetta, l’alfiere della linea incendiaria.
Non l’ha chiesta solo Verdini, ma il grosso del gruppo. Ecco perchè la sua vice, Mariastella Gelmini che da giorni ha iniziato a criticare apertamente il Mattinale per toni e contenuti, dice: “Oggi voterò contro le riforme, ma Forza Italia resti riformista”. Stesse parole dal capogruppo al Senato Romani.
Il capogruppo della Forza Italia “riformista” è stato già individuato e proposto a Berlusconi: Elio Vito, uno che ha già ricoperto l’incarico.
“Vito su posizioni equilibrate” è la formula usata dal grosso del gruppo.
Nella polveriera Forza Italia pronta ad esplodere Denis Verdini si aggira con un fiammifero.
È sua la decisione di dare comunque un segnale a Renzi (e a Berlusconi).
Un documento, firmato da una ventina parlamentari, per mettere nero su bianco il “forte disagio e dissenso” rispetto alla linea del no alle riforme.
Tra le firme quelle di Laura Ravetto, Daniela Santanchè, Massimo Parisi: quelli che avrebbero votato a favore.
Segnale pesante, in vista del Senato dove — con i numeri in bilico — il suo gruppo potrebbe essere la polizza a vita del governo.
D’ora in poi, è scritto nel documento, “non potremo essere silenti”.
Quando prende la parola Renato Brunetta per la dichiarazione di voto è tangibile l’imbarazzo del grosso del gruppo di Forza Italia.
Pochi e timidi applausi. I volti di Mariastella Gelmini e di Mara Carfagna non celano l’irritazione per i toni del capogruppo. Incendiari.
Dopo aver addirittura citato Rodotà , Brunetta scandisce con tono tragico: “Oggi si sta compiendo un evento grave e drammatico perchè si cambia la Costituzione in un Parlamento lacerato, delegittimato, in un paese impaurito. Renzi ha tradito i patti”.
In Transatlantico la tensione di taglia col coltello: “Ma come si fa a dire queste cose su riforme che abbiamo votato? Siamo alla follia”.
In parecchi avrebbero voluto disertare l’Aula per non ascoltare il discorso di Brunetta e far capire che “non se ne può più”.
Ma si torna al problema “affettivo”. Berlusconi chiede unità , sia pur finta, nel giorno di Ruby.
Sotto il no, Forza Italia più che un partito pare un agglomerato di bande.
I venti fittiani votano no, ma non perchè Renzi ha tradito il Nazareno come dice Berlusconi, ma perchè hanno sempre contestato queste riforme.
La ventina di verdiani avrebbe votato sì e lo dice in un documento. I restanti trenta si sarebbero astenuti ma votano no solo perchè hanno la certezza che cadrà la testa di Brunetta a breve.
Al netto dell’ultimo atto d’affetto verso Berlusconi, dentro Forza Italia scorre l’odio.
(da “Huffingtonpost“)
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