MICCICHE’ HA LA MEMORIA CORTA: “HO PROVATO ANCHE DROGHE PESANTI DA GIOVANE, MA LA STORIA DEL MINISTERO RISULTO’ COMPLETAMENTE FALSA”
MA CHE FALSA: IL SUO COLLABORATORE ALESSANDRO MARTELLO (CHE ENTRAVA AL MINISTERO CON LA COCAINA GRAZIE ALL’AUTORIZZAZIONE DI MICCICHE’) HA PATTEGGIATO UNA CONDANNA A 1 ANNO DI RECLUSIONE
” Da giovane ho fumato qualche canna, ma una volta mi andò via la testa a tal punto da spaventarmi e quindi dissi basta. Da allora fumo solo sigarette, ma sono a favore della legalizzazione delle droghe leggere. Sarebbe una cosa giusta da fare. Una legalizzazione controllata toglierebbe forza alla mafia e allo spaccio”. Lo dice Gianfranco Miccichè, ex Pdl, leader di Grande Sud e candidato alla presidenza della Sicilia, ai microfoni della Zanzara su Radio 24.
“Fosse per me – aggiunge Miccichè – legalizzerei anche la prostituzione, inimmaginabile che oggi ci sia ancora questo spettacolo con poca sicurezza per chi vi lavora e che è in mano alla criminalità “.
Ma il leader di Grande Sud assicura di non aver mai pagato una escort in vita sua. “No, mai. Berlusconi invece qualche volta credo di sì”.
E lei ha mai provato droghe pesanti? “Da giovane sì – risponde Miccichè – mentre quella storia che uscì fuori quando ero al ministero risultò completamente falsa. Non rinnego nulla di quello che ho fatto, ma oggi direi ai ragazzi di non farlo”.
Peccato che qualcosa non quadri nel racconto di Miccichè: sarà un liberalizzatore di tutto, forse anche dei pass di entrata al Ministero dell’Economia quando rivestiva il ruolo di vice-ministro?
Visto che l’informativa dei carabinieri (riportiamo sintesi sotto) accusava un suo collaboratore, Alessandro Martello, di recapitare proprio a Miccichè dosi di cocaina.
Per il vice-ministro non sarebbe stato un reato (ben altra cosa il risvolto politico) in quanto consumatore, ovviamente : la stessa cosa che peraltro gli era già accaduta a Palermo nel 1988 (evitò l’accusa di spaccio, ammettendo di essere consumatore abituale di stupefacenti).
Ma sostenere che la vicenda delle visite al ministero di Martello “si è rivelata completamente falsa” è una balla grossa come una casa.
Miccichè dimentica un piccolo dettaglio che gli ricordiamo qua sotto: la condanna di Martello ( che si rifiutò di indicare il destinatario della cocaina) a 1 anno di reclusione e a 2.000 euro di multa grazie al patteggiamento che evitò un imbarazzante processo con sfilata di testimoni e ascolto di intercettazioni.
Tanto per non passare per fessi…
DROGA AL MINISTERO, MARTELLO PATTEGGIA LA PENA
CONDANNATO A UN ANNO DI RECLUSIONE E A 2.000 EURO DI MULTA IL COLLABORATORE DEL VICE-MINISTRO ALL’ECONOMIA MICCICHE’, ACCUSATO DI AVER INTRODOTTO COCAINA AL MINISTERO
Ha patteggiato Alessandro Martello, il collaboratore del vice ministro dell’Economia Miccichè accusato di aver introdotto cocaina al ministero.Il processo a sue carico si è concluso davanti al giudice dell’udienza preliminare Guglielmo Muntoni con una condanna ad un anno di reclusione e al pagamento di una multa di 2000 euro.
Il magistrato ha concesso il patteggiamento, negato in un primo tempo dal suo stesso ufficio a causa del riserbo mantenuto dall’imputato a proposito dei destinatari della droga.
“Abbiamo preferito patteggiare la pena – ha spiegato il suo legale, Mauro Torti – per chiudere la vicenda processuale ed evitare la gogna del dibattimento. Il patteggiamento non costituisce un ammissione di responsabilità , peraltro sempre negate da Martello, che ha sostenuto di essere stato un consumatore, mai uno spacciatore”.
L’inchiesta risale all’agosto del 2002 e ha portato in carcere 11 persone.
A far partire le indagini fu la morte per overdose di un giovane tossicodipendente. Alessandro Martello fu ripreso dalle telecamere mentre entrava al Ministero dell’Economia con 20 grammi di cocaina.
Lo scandalo coinvolse anche il vice ministro forzista: la guardia di finanza accertò che l’ingresso di Martello al ministero fu autorizzato proprio su richiesta di Miccichè.
Che ha, tuttavia, sempre negato qualunque coinvolgimento nella vicenda e ha sempre sostenuto di “conoscere appena” il suo collaboratore.
Sospeso dal suo incarico di consulente esterno del gruppo Moccia Martello, dice il suo legale, è adesso in attesa di riprendere a lavorare.
14 febbraio 2003
(da “Antimafia e “Girodivite”)
LE VICENDE CHE RIGUARDANO MICCICHE’
L’11 gennaio 1988 Miccichè, che all’epoca lavorava presso Publitalia, venne interrogato nell’ambito di un’inchiesta sul traffico di droga a Palermo, in quanto sospettato di essere uno spacciatore. Miccichè rispose: “Non sono uno spacciatore ma solo un assuntore di cocaina”.
Non comportando il fatto reato, la posizione venne archiviata mentre gli spacciatori vennero arrestati il successivo 14 aprile
L’8 agosto 2002 venne invece diramata un’informativa dei Carabinieri che sostanzialmente accusava Gianfranco Miccichè di farsi recapitare periodicamente della cocaina presso gli uffici del ministero delle Finanze, in cui all’epoca ricopriva il ruolo di vice ministro.
L’informativa fu emessa in seguito ad indagini testimonianti, anche tramite supporti audiovisivi, le “visite” che il presunto corriere Alessandro Martello faceva indisturbato presso il ministero, pur non essendo un soggetto accreditato ad entrarvi.
Anche le intercettazioni confermerebbero la versione degli organi di polizia.
(sintesi Wikipedia)
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