MILANO: SALA IN PICCHIATA, SPUNTA LA VICE PISAPIA
LA CANDIDATURA DEL MANAGER SCENDE, PRENDE QUOTA IL “MODELLO PISAPIA” E LA BALZANI
La candidatura a Milano di Giuseppe Sala, il fuoriclasse dell’Expo tanto apprezzato da Matteo Renzi, finisce nel congelatore.
La svolta nelle ultime ore: da un lato il sindaco Pisapia ha rotto gli indugi, è sceso in campo con tutto il suo peso e ha lanciato la sua vice Francesca Balzani.
Dall’altro il manager ha escluso di poter prendere qualsiasi decisione sulla sua candidatura “prima della fine di dicembre”.
Sembra quasi l’antipasto del definitivo passo indietro, anche se la prossima settimana Sala incontrerà il premier e da quel summit potrebbe arrivare l’ennesima svolta di questa infinita telenovela milanese.
Già oggi il segretario cittadino Bussolati sarà a Roma per un incontro con i vertici nazionali del Pd.
Ad ora però l’ipotesi Sala appare in picchiata. “In tempi non sospetti ho detto che se la politica è in grado di esprimere un candidato forte io non solo lo rispetto ma credo che debba avere la priorità ”, ha spiegato lui stesso a margine di una cerimonia di premiazione dei vigili urbani che hanno prestato servizio a Expo.
“Probabilmente la ricerca di candidature alternative può nascere anche da questo”, dalla necessità di una figura che non “divida” la coalizione, ha detto Sala, “ed è effettivamente giusto. Io non vorrei assolutamente essere divisivo. Su una cosa come questa la mia ambizione personale conta veramente poco”.
“Se c’è qualcuno che non è divisivo credo che sia giusto che si faccia avanti”.
Nessun endorsment per la candidata proposta dal sindaco. Anzi, Sala torna a chiedere a Pisapia di correre in prima persona.
“Lui rappresenta questa capacità di tenere insieme tutti. Non è che io non mi sento in grado, ma spesso dalle osservazioni che nascono appare che io posso non essere in grado. Quindi da questo punto di vista senz’altro lui è meglio di me. Per questo mi augurerei che ci ripensasse”.
Un augurio che contiene anche un retrogusto polemico. Che nasce dalla delusione del manager che contava su un sostegno più esplicito da parte del sindaco uscente.
E’ stata un’altra lunga giornata per il centrosinistra milanese.
In mattinata Pisapia ha incontrato i segretari del Pd di Milano e della Lombardia, Pietro Bussolati e Alessandro Alfieri. I tre hanno ribadito che la data del 7 febbraio per le primarie è confermata.
“Eventuali modifiche possono essere decise solo all’unanimità dalla coalizione”. “Non ci possono essere indicazioni dall’alto”, ha spiegato il sindaco.
Un ulteriore freno per Sala. La raccolta delle firme infatti si svolgerà dal 7 dicembre al 7 gennaio. Ma se il manager fino a dicembre non intende sciogliere la riserva, diventa molto difficile che lui possa essere della partita, senza un significativo spostamento della data, magari al 20 marzo come proposto da Renzi per tutte le città .
La mossa di Pisapia ha terremotato la situazione, che sembrava evolvere verso una sfida ai gazebo tra Sala e l’assessore Pd Pierfrancesco Majorino, ben radicato a sinistra.
Ma di fronte alle esitazioni del manager, e al rischio assai concreto che la coalizione arancione saltasse per aria, il sindaco ha deciso di “riprendere in mano la palla” per salvare il suo modello milanese, a partire dal perimetro delle alleanze.
Ma ha scelto anche di non essere più solo un semplice arbitro. Ha lanciato la sua vice, ribadendo che in ogni caso ci devono essere le primarie. Balzani, classe 1966, indipendente Pd, già europarlamentare, assessore al Bilancio dal 2013 e da pochi mesi vicesindaco, non si è ancora candidata ai gazebo.
Ma Pisapia, nell’elogiarla, ha ribadito che quel percorso rimane: “Ci saranno le primarie, saranno i cittadini milanesi del centrosinistra a decidere chi sarà il candidato sindaco”.
Il sindaco ha escluso che Balzani sia un’alternativa a Sala ma ha speso parole di grande sostegno: “E’ un ottimo vice sindaco altrimenti non l’avrei scelta. E’ persona rappresentativa, conosciuta, che è riuscita a essere in più occasioni soggetto di condivisione di obiettivi, superando anche difficoltà e divisioni in certi momenti. E questo per me è elemento sicuramente importante”.
Poi ha aggiunto: “Non c’è un nome o l’altro, ma i nomi possibili di coloro che si presenteranno alle primarie e alla fine saranno i milanesi a decidere e non il sindaco nè le segreterie dei partiti. Io posso dare la mia opinione ma non voglio influenzare i cittadini”.
Fatto sta che, dopo mesi alla finestra, Pisapia è sceso in campo.
A questo punto lo schema delle primarie potrebbe complicarsi. Majorino rischia di essere oscurato sul fianco sinistro dalla Balzani, e potrebbe ritirarsi per comporre un ticket con lei.
Sul fronte renziano, con l’appannarsi dell’ipotesi Sala torna in auge la candidatura del deputato milanese Emanuele Fiano, che era stata autocongelata: “Io sono tra coloro che da tempo ha dato la propria disponibilità a candidarsi e mantengo questa disponibilità . Chi ha volontà di candidarsi lo dica, con tempi che permettano a tutti di fare le proprie scelte e di costruire poi, in un tempo utile, la campagna elettorale”, è il messaggio rivolto in primo luogo al manager Expo.
Il dato politico di queste ultime ore è che, dopo alcune settimane di apparente calma, lo scontro tra il “modello Pisapia” e il “modello Sala” voluto da Renzi ormai è scoperto.
Tra la coalizione arancione del 2011 e il candidato apprezzato anche da Lupi e Formigoni, nel segno del “partito della Nazione” prima o poi l’ambiguità doveva essere sciolta.
In mezzo, come un vaso di coccio, i vertici locali del Pd. Che devono rispondere a Renzi ma non possono rompere con Pisapia.
La tensione sembra destinata a durare ancora a lungo.
E potrebbe anche concludersi, ormai nessuno lo esclude, con un clamoroso ritorno in campo del sindaco-avvocato.
(da “Huffingtonpost”)
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