MINISTERI A MONZA, LA PROCURA APRE UN’INCHIESTA: “LOCALI USATI PER FINI PRIVATI DELLA LEGA NORD”
SOTTO ACCUSA IL VERTICE CON I PRESIDENTI DELLE PROVINCE AMMINISTRATE DAL CARROCCIO…IL PROCURATORE CARNEVALI: “VICENDA POCO CHIARA”
La Procura di Monza ha aperto un’indagine sui ministeri in Villa Reale.
«Vogliamo fare luce su un episodio poco chiaro», dice il procuratore capo Corrado Carnevali.
L’episodio «poco chiaro» risale a lunedì, quando nelle tre stanzette dei ministeri del Nord ospitati nella reggia del Piermarini, si sono ritrovati i presidenti delle province amministrate dalla Lega e i vertici del Carroccio di Veneto, Piemonte e Lombardia. Un’assise con Umberto Bossi e Roberto Calderoli, presente anche Giulio Tremonti ma solo in veste di ascoltatore, in cui i ministri padani hanno raccolto le preoccupazioni degli amministratori turbati dal disegno di legge che vuole abolire le province.
Un summit in salsa verde, in una sede dello Stato.
È in questo presunto abuso che il procuratore monzese vuole veder chiaro.
Il fascicolo, affidato al sostituto procuratore Manuela Massenz, è a modello 45. Tecnicamente si tratta di un’indagine conoscitiva che non prevede reato e nessun iscritto nel registro degli indagati.
Ma il reato potrebbe diventare quello di peculato.
Inaugurati il 23 luglio scorso, con tanto di targa, in ottone, ora finita dietro la porta d’ingresso, i 110 metri quadrati con un corridoio a fondo cieco che ospitano le sedi distaccate dei ministeri dell’Economia, delle Riforme, della Semplificazione e del Turismo, sono sedi istituzionali.
Alle pareti ci sono la foto del presidente Giorgio Napolitano e il tricolore.
Però non mancano nemmeno la foto di Bossi e la statuetta di Alberto da Giussano, e tanto per non farsi mancare nulla anche un dipinto con il giuramento di Pontida.
Gingilli che avevano subito fatto storcere il naso al centrosinistra.
Che dopo l’incontro di lunedì ha rincarato la dose: «Una riunione di partito in una sede istituzionale è un fatto sconvolgente. Con questo ci vogliono dire che i ministeri a Monza sono una sede della Lega?», chiede il consigliere regionale pd Giuseppe Civati.
«Si scambia un ufficio periferico del governo per la casa periferica della Lega», commenta Gigi Ponti, segretario provinciale dei democratici.
«Vogliamo appurare che le stanze non siano state utilizzate da e per un partito politico» si limita a spiegare il procuratore capo.
Stanze vuote, almeno per ora.
Di computer, contenitori, corrispondenza o altro che dia segno di una qualche attività non c’è nessuna notizia.
«Uffici vuoti e senza personale», aveva sentenziato all’uscita Fernando Zilio, presidente dei piccoli imprenditori di Padova, salito a Monza all’inizio del mese per protestare contro la manovra del governo.
Quella degli imprenditori veneti non è stata la sola protesta ospitata sul piazzale di villa Reale, pochi giorni dopo era andata in onda la replica portata in scena dalla Cgil. «Almeno hanno stabilito un record, due proteste in una settimana. Non male per sedi appena inaugurate», aveva detto in quell’occasione Domenico Guerriero, capogruppo provinciale del Pd.
L’apertura degli uffici a luglio era avvenuta tra le polemiche generali.
E sentirsi defraudato in particolare c’era il preside del liceo artistico di Monza, Guido Soroldoni.
Il suo istituto, a sua volta ospitato nella Villa Reale e affacciato proprio davanti ai ministeri, è rimasto senza classi sufficienti da quando una parte è stata dichiarata inagibile dal Comune.
Così gli studenti sono costretti a fare lezioni su tre turni, fino alle cinque del pomeriggio. Fino a pochi anni fa, la Cavallerizza, l’ala della Villa Reale dove Bossi e Calderoli hanno preso casa, ospitava quattro classi. Quelle che gli mancano.
E a meno di una settimana dall’inizio dell’anno, gli studenti rischiano di vedersi invalidato l’anno perchè stanno già accumulando ritardi incolmabili sul monte ore delle lezioni.
Gabriele Cereda
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