MINNITI, IL “DIFENSORE DELLA DEMOCRAZIA” CHE CHIUDE GLI OCCHI SUL RISPETTO DELLE LEGGI VIGENTI
CONTINUA LA FARSA SU “SALVINI AVEVA DIRITTO DI PARLARE”: PERCHE’ RENZI E MINNITI NON CI DICONO CHE SALVINI E’ FUNZIONALE AI LORO DISEGNI POLITICI E GODE PER QUESTO DI IMMUNITA’? … LA DEMOCRAZIA, CARO MINNITI, E’ FAR RISPETTARE LE LEGGI DELLO STATO: FUORI LE INDAGINI SU CHI ISTIGA ALL’ODIO RAZZIALE
Oggi è il giorno delle lezioni di democrazia provienienti dai pulpiti del Pd.
Vi risparmiamo le frasi scontate di Renzi e De Luca, non vi annoiamo con le accuse a De Magistris per aver fatto valere (non fino in fondo) le sue prerogative di sindaco, ci limitiamo a quanto detto al Lingotto dal neoministro degli interni, che “petto in fuori” ha affermato: “In una democrazia è fondamentale che ognuno abbia il diritto di parola. E io aggiungo che è ancora più fondamentale che sia possibile per chi è più distante da noi. La forza della democrazia è garantire che anche l’avversario più radicale possa liberamente esprimere le proprie opinioni. È importante che i diritti costituzionali siano garantiti per tutti. La democrazia è il confine contro la violenza”.
Il termine sicurezza – ha proseguito, svelando il reale motivo della sua iniziativa – è una parola troppo importante per lasciarla utilizzare dalla destra che non la sa usare“.
E’ lapalissiano che in democrazia ognuno possa esprimere liberamente le proprie opinioni, a maggior ragione se si tratta di persone di opposizione.
Minniti non lo dica a noi, proveniente da una comunità politica che negli anni 70 ha potuto apprezzare la “democrazia del Pci”, quella che negava le sale pubbliche al Msi e che permetteva ad Almirante di apparire in televisione solo in occasione delle tribune politiche (dove persino i giornalisti si rifiutavano di partecipare).
L’abbiamo conosciuta quella democrazia, caro Minniti, e non ci risultano interventi tuoi o di tuoi sodali perchè venisse rispettata.
Premesso questo, entriamo nel merito del “diritto di parlare” di Salvini a Napoli, con due osservazioni, la prima tecnica-giuridica, la seconda costituzionale-giudiziaria.
Salvini poteva scegliere per il suo comizio una piazza o una struttura alberghiera privata, nessuno gli avrebbe contestato quel diritto ( e Minniti lo sa bene).
La piazza è disposta dal questore, il sindaco non ha alcuna possibilità di mettersi di mezzo. Ancor meno problemi se la scelta fosse ricaduta su una struttura privata.
Ma se vai a scegliere una struttura semi-pubblica, il Comune (che detiene il 60% delle quote della Mostra d’Oltremare) ha diritto a dire la sua, giusto o sbagliato che sia.
Quindi De Magistris aveva diritto a dare il suo non gradimento alla concessione.
Se poi l’Ente Mostra d’Oltremare nega la sala, con quale titolo il ministero degli Interni la requisisce?
Per motivi di ordine pubblico?
Gli stessi, caro Minniti, per cui avrebbe potuto annullare la manifestazione di Salvini, evitando 26 feriti tra le forze dell’ordine.
O conveniva forse politicamente trasformare una apparente “dimostrazione di democrazia” in una prevedibile giornata di incidenti, causati dai soli facinorosi, per poter dimostrare “il polso fermo” del neoministro del Pd?
Napoli e i napoletani non sono andati ad ascoltare Salvini, chi meglio di Minniti era a conoscenza delle truppe cammellate da fuori regione per mettere insieme meno di 1.000 persone ad ascoltare Salvini?
O la messa in scena, con tutti i caratteristi, alla fine doveva “rendere politicamente sulla pelle dei napoletani”?
A Salvini che poteva finire sui giornali come “vittima”, al governo che poteva vantarsi di “aver fatto rispettare la democrazia”, ai 100 facinorosi per esercitarsi nel tiro alle forze dell’ordine?
Chi dovranno ringraziare i 26 agenti feriti e chi pagherà i danni subiti dai napoletani per questa indegna rappresentazione che si poteva evitare con un po’ di “polso fermo”, se non si avessero avuto altri fini?
E veniamo al secondo punto sul “diritto a parlare di Salvini”.
Minniti ha certamente presente che tra i compiti del suo ministero rientra quello di far rispettare le norme vigenti e denunciare eventuali violazioni alla magistratura.
Tra le leggi vigenti vi è la legge 25 giugno 1993, n. 205 – nota come legge Mancino – che recita:
L’art. 1 (“Discriminazione, odio o violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi”) dispone quanto segue: “Salvo che il fatto costituisca più grave reato, […] è punito:
a) con la reclusione fino a un anno e sei mesi o con la multa fino a 6.000 euro chi propaganda idee fondate sulla superiorità o sull’odio razziale o etnico, ovvero istiga a commettere o commette atti di discriminazione per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi;
b) con la reclusione da sei mesi a quattro anni chi, in qualsiasi modo, incita a commettere o commette violenza o atti di provocazione alla violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi.
È vietata ogni organizzazione, associazione, movimento o gruppo avente tra i propri scopi l’incitamento alla discriminazione o alla violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi.
Se questa norma fosse stata applicata a tempo debito non ci sarebbe stato alcun incidente a Napoli, cari smemorati del Pd, e non ci sarebbero quotidiane esternazioni xenofobe di Salvini e suoi sodali. Perchè o farebbero i martiri in galera o più probabilmente, conoscendo i soggetti, avrebbero optato per altri argomenti, al fine di garantirsi una poltrona in Parlamento.
E non lo diciamo noi, destrisociali veri (non quelli tarocco), ma lo ha detto il primo presidente di Cassazione, Stefano Canzio, un anno fa quando ha definito Salvini “un pericolo per la democrazia” nel corso del plenum del Csm (17-2-2016).
E allora a che serve un Salvini a piede libero e libero di provocare a Napoli?
Serve a marginalizzare la destra italiana, a impedire che nasca una destra moderna, europea, sociale, legalitaria, attenta ai diritti civili.
Alla sinistra conviene una destra “razzista” che non governerà mai da un lato, così come canalizzare la protesta in un Movimento aziendale di sprovveduti dall’altro.
E’ la migliore garanzia per continuare a mantenere il governo del Paese.
Quindi complimenti in ogni caso a Minniti che fa il suo.
Chi non capisce un cazzo sono altri.
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