MORTE VIVIANA PARISI E RITROVAMENTO DEL CORPO DI GIOLE: FINE DELLE RICERCHE, NON DEI MISTERI
IL PROCURATORE: “ANCORA MOLTE IPOTESI”
L’epilogo è arrivato alle 10.28, dopo 16 giorni di ricerche, di attesa, di angoscia. Giuseppe Di Bello – carabiniere in congedo che partecipava volontariamente alle ricerche del figlio di Viviana Parisi – ha dato l’allarme.
Ha trovato, nascosti nella fitta boscaglia, i resti del corpo di un bambino. All’inizio era solo il tronco. Qualche ora dopo saranno trovati dei vestiti e una testa di bimbo. “Al 99% si tratta di Gioele”, dicono gli inquirenti.
Il 9 agosto era stato trovato il corpo della mamma, dj di 43 anni. I due erano scomparsi l 3 agosto in Sicilia, dopo un lieve incidente in Autostrada, all’altezza di Caronia. Ma se il cadavere della donna era stato trovato, e la certezza che fosse lei era stata data dalla fede nuziale, quello del bambino non si trovava. E proprio per questo il papà , Daniele Mondello, aveva fatto un appello affinchè più uomini si muovessero per cercarlo.
La triste svolta è arrivata stamattina. Non c’è ancora l’ufficialità , potrà arrivare solo con il test del Dna, ma l’ipotesi che quei resti martoriati molto probabilmente dagli animali siano del figlio di Viviana prende sempre più piede.
“Abbiamo trovato dei resti umani che sono compatibili con quelli di un bambino dell’età di Gioele”, ha detto il procuratore di Patti, Angelo Cavallo. A breve saranno mostrati gli oggetti trovati sul posto ai familiari. Il magistrato ha escluso che dove è stato trovato il corpo di un bimbo ci sarebbero anche indumenti o altri effetti personali della madre. Il resto lo diranno gli esami.
Ma se un cerchio, quasi certamente, è stato chiuso, restano molti interrogativi intorno a questa storia. Cosa è successo a Viviana e Gioele prima del decesso? Quando e perchè sono morti?
Per quale ragione, nonostante ricerche serrate in un posto impervio, il corpo che molto probabilmente è del bambino non è stato trovato prima?
Gli inquirenti dovranno lavorare per rispondere a queste domande. “Ci siamo fatti delle ipotesi su quanto sia successo, se ne sono rafforzate alcune ne abbiamo scartate delle altre”, ha detto Cavallo.
In particolare, ha continuato: “Perdono quota piste riconducibili ad ambiti familiari”. Resta in piedi, quindi, la tesi dell’omicidio-suicidio.
Viviana, lo hanno detto gli stessi familiari, era fragile in questo periodo. Aveva problemi psichici attestati anche da un certificato trovato nella sua auto, lasciata lì, a bordo strada, all’altezza di Caronia. Ma il marito ritiene improbabile che abbia potuto fare del male al suo bambino: “Viviana non avrebbe mai ucciso Gioele. Inoltre non aveva paura dei cani”.
L’ultimo riferimento è alla possibile presenza di animali nella zona. Mamma e figlio, è infatti una delle altre piste che stanno seguendo gli inquirenti, potrebbero essere stati assaliti dagli cani o maiali o, ancora, aggrediti da qualche persona.
Chi segue le indagini è a lavoro per appurare cosa sia successo, ma le incognite sono tante e la soluzione tutt’altro che semplice.
C’è poi un altro nodo, e riguarda i tempi e le modalità del ritrovamento del corpo di Gioele. “Abbiamo sempre pensato che il bambino fosse in questo posto è i fatti, purtroppo, ci hanno dato regione”, ha detto il procuratore.
A trovarlo, però, non sono stati i numerosi uomini delle forze dell’ordine chiamati a fare le ricerche in questi giorni, con l’aiuto di droni e cani, ma un volontario.
Che in mano aveva solo una falce per farsi strada tra i fitti cespugli della zona. “Sono arrivato sul posto alle 5 del mattino. Abbiamo trovato i resti dove gli altri non avevano cercato”. Trovare il corpicino, ha continuato, ”è stato un dono di Dio”.
Il procuratore ha assicurato che saranno fatte verifiche anche sulle ricerche “ma ora non mi interessa chi l’abbia trovato, l’importante e averlo trovato”.
Il vigile del Fuoco che ha coordinato le ricerche dal primo giorno, Ambrogio Ponterio, ha dato la sua versione: ”È arrivata questa persona che è un conoscitore dei luoghi con strumenti atti a farsi spazio tra la vegetazione: aveva un falcetto che gli consentiva di passare dove riescono a intrufolarsi gli animali selvatici”.
A chi gli ha fatto notare che sono stati usati anche dei droni, senza riuscire a individuare il corpo del piccolo Gioele il vice comandante dei Vigili del fuoco ha obiettato: “I droni dall’alto con questa fitta vegetazione non riescono a vedere quello che è nascosto dalla boscaglia”.
E quel corpicino che in tanti cercavano era lì, dove ancora nessuno era riuscito ad arrivare. L’autopsia sarà fatta a breve e sarà utile a ricostruire i dettagli della morte.
Al momento, dopo giorni di ricerche e di speranza, resta la disperazione dei famigliari di Viviana e Gioele. E le lacrime, versate sulla piccola bara, di Daniele, marito e padre, che in pochi giorni ha visto la sua vita sconvolgersi irreversibilmente.
(da “Huffingtonpost”)
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