MORTI AL TRIVULZIO E NELLE RSA: LA GUARDIA DI FINANZA SEQUESTRA REFERTI E INDAGA SULLE DIRETTIVE DELLA REGIONE
PERQUISIZIONI NELLE PROVINCE DI MILANO, COMO, MONZA E VARESE: CI SONO ALTRI INDAGATI … AL TRIVULZIO I MORTI SONO STATI 143
La guardia di finanza di Milano ha perquisito questa mattina il Pio Albergo Trivulzio e ha raccolto documenti nell’ambito dell’inchiesta per omicidio colposo ed epidemia colposa. Nell’inchiesta coordinata dal procuratore aggiunto Tiziana Siciliano, risulta indagato il direttore generale dell’istituto Giuseppe Calicchio per epidemia colposa e omicidio colposo.
Gli inquirenti stanno verificando eventuali carenze nei protocolli interni e nei dispositivi di sicurezza. E altre ispezioni sono in corso questa mattina da parte dei carabinieri del Nas di Milano nelle Rsa di quattro province lombarde di loro competenza territoriale, ovvero Milano, Monza, Como e Varese.
I controlli del Nucleo, diretto dal tenente colonnello Salvatore Pignatelli, vanno avanti, da quanto si è appreso, ormai quotidianamente già da qualche giorno e riguardano il rispetto delle normative igienico-sanitarie nelle residenze per anziani, in particolare le recenti disposizioni per prevenire il contagio da coronavirus.
Anche la procura di Sondrio ha aperto una indagine per epidemia colposa a carico di ignoti in relazione alle morti di anziani nelle Rsa della provincia: il procuratore Claudio Gittardi che coordina l’inchiesta con il pm Elvira Anna Antonelli, ha delegato i carabinieri del Nas di Brescia. Le prime acquisizioni sono state effettuate in due strutture.
Alcuni operatori sanitari hanno denunciato la mancata messa a disposizione di dispositivi di protezione individuale come le mascherine. E sarebbero stati invitati a non indossarle “per non creare allarmismi”. In una lettera, una novantina di medici della struttura ha asserito che le mascherine sarebbero state invece messe a disposizione “a partire già dal 23 febbraio”.
I pm stanno procedendo in queste ore alle iscrizioni nel registro degli indagati dei vertici delle residenze sanitarie assistenziali in cui si sono verificati contagi e sono morti pazienti. Nell’elenco le rsa dei quartieri milanesi di Affori, Corvetto e Lambrate. Le iscrizioni servono per procedere, eventualmente, alle perquisizioni, come sta avvenendo al Trivulzio e in altre due strutture sanitarie. Iscritti anche gli istituti per la legge sulla responsabilità degli enti.
Tra il Pio Albergo Trivulzio e l’istituto Don Gnocchi, sempre di Milano, sono morti dall’inizio della pandemia circa trecento ospiti. Al solo Trivulzio, secondo l’agenzia Ansa, da marzo a oggi le vittime sono state 143.
Il picco nei primi giorni di aprile: le morti sono state più numerose rispetto all’intero mese di marzo. Le perquisizioni e le acquisizioni di documenti riguardano anche altre strutture, oltre al Pio Albergo Trivulzio. La squadra di polizia giudiziaria, guidata da Maurizio Ghezzi, è entrata anche negli uffici della Sacra Famiglia di Cesano Boscone e in una residenza a Settimo Milanese, mentre la finanza sta lavorando nelle sedi del Pat. Le attività andranno avanti per tutto il giorno.
Il Trivulzio, fra le residenze sanitarie assiste milanesi, conta il maggior numero di decessi. Sia per questo fascicolo che per gli altri sulle Rsa milanesi, gli inquirenti, con gli investigatori del Nas dei carabinieri e con la finanza, dovranno lavorare su più fronti: dalle analisi sulle centinaia di morti per sospetto Covid-19 fino all’assenza di tamponi e di mascherine e alle minacce denunciate dal personale sanitario. Si indaga anche sulle eventuali omissioni nei referti e nelle cure fornite, sulla presunta ‘commistione’ tra anziani e pazienti dimessi dagli ospedali e infine sul ruolo dell’amministrazione regionale nella predisposizione di linee guida e piani pandemici.
Fra i punti su cui si concentrano le indagini della procura di Milano sul Pat, così come sulle altre Rsa milanesi, ci sono anche gli effetti della delibera regionale dell’8 marzo che dava la possibilità alla strutture, su base volontaria, di ospitare pazienti Covid dimessi dagli ospedali, perchè si era reso “necessario liberare rapidamente i posti letto degli ospedali per acuti (terapie intensive, sub intensive, malattie infettive, pneumologia, degenze ordinare)”.
A seguito di quella delibera, il Trivulzio ha assunto il ruolo di centro di ‘smistamento’ di questi pazienti nelle altre strutture e, invece, formalmente non ha mai ricevuto pazienti colpiti da Coronavirus. La Regione aveva disposto, comunque, che quei pazienti dovessero essere accolti nelle case di riposo in strutture separate rispetto a quelle in cui sono ospitati gli anziani.
(da agenzie)
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