NAPOLI, DUE INDAGATI PD PER VOTO DI SCAMBIO
PERQUISITE ABITAZIONI DI DUE CANDIDATI DEM E I LORO COMITATI ELETTORALI.. “VOTI IN CAMBIO DI PROMESSE DI INSERIMENTO IN GARANZIA GIOVANI”
Corruzione elettorale. E’ questa l’ipotesi di reato alla base del decreto di perquisizione eseguito presso le abitazioni e le sedi dei comitati elettorali di due candidati del Partito democratico.
A presentarsi a casa degli esponenti dem sono stati i carabinieri, nell’ambito di un’inchiesta della procura di Napoli.
Secondo le prime indiscrezioni, risulterebbero coinvolti nell’indagine un candidato al Consiglio comunale e un candidato in una delle municipalità cittadine.
L’inchiesta è coordinata dal procuratore aggiunto di Napoli Alfonso D’Avino, della sezione reati contro la Pubblica amministrazione, e condotta dal pm Francesco Raffaele.
L’ipotesi investigativa è che entrambe le persone in lista possano aver acquisito voti in cambio di promesse di inserimento nel programma lavorativo Garanzia Giovani, finanziato dalla Regione.
La perquisizione in questione e l’indagine della Procura non sono le prime vicende giudiziarie che hanno coinvolto il Partito democratico partenopeo prima e durante le elezioni amministrative del 5 giugno.
A 72 ore dall’esito delle urne, infatti, il sito Fanpage ha pubblicato un video che documenta presunti brogli e movimenti sospetti fuori dai seggi in alcune zone della città . Su questa vicenda il Movimento 5 stelle ha già annunciato che presenterà un esposto in Procura affinchè sia fatta assoluta chiarezza su quanto accaduto.
Al momento, tuttavia, l’indagine dei pm per corruzione elettorale e il filmato di Fanpage non possono essere messi in nessuna correlazione tra loro.
La stessa testata online, si ricorderà , aveva già mostrato cosa era accaduto fuori dai seggi cittadini il 6 marzo scorso, quando i napoletani furono chiamati a scegliere il candidato sindaco del Pd.
Vinse Valeria Valente (che non è arrivata neanche al ballottaggio), ma le telecamere nascoste mostrarono promesse di denaro in cambio di voti in favore dell’esponente renziana, oltre alla presenza di personaggi vicini a Nicola Cosentino a tirare la volata alla Valente.
Anche tre mesi fa da più parti fu chiesto di fare chiarezza. Oggi, però, sono arrivati direttamente i carabinieri. Non nella sede del Pd, come emerso in un primo momento, ma a casa di due nomi scelti dal partito di governo per farsi rappresentare nel capoluogo campano.
A smentire la notizia della perquisizione all’interno della sede cittadina è stato il segretario del Pd metropolitano Venanzio Carpentieri: “Apprendo la notizia dell’avvenuta perquisizione presso la sede del Pd metropolitano di Napoli, devo però evidenziare che, pur non essendo stato presente oggi personalmente negli uffici, ho potuto verificare dai nostri dipendenti presenti in ufficio per tutto il giorno che tale attività non ha avuto luogo. In ogni caso — ha aggiunto Carpentieri — qualora ci dovessero essere elementi meritevoli di approfondimento, il Pd di Napoli darà la massima collaborazione alle autorità inquirenti nelle operazioni di verifica di eventuali illeciti legati alle operazioni elettorali”.
Nel frattempo, i democratici di Napoli provano comunque a continuare la loro azione politica. L’assemblea cittadina, infatti, si riunirà venerdì per analizzare il voto in città e nella provincia e per discutere della posizione del partito in vista del ballottaggio del prossimo 19 giugno a Napoli, da cui il Pd è escluso. L’appuntamento è alle 17 all’Hotel Ramada di Napoli. Tutto ciò prima della notizia della perquisizione.
(da “il Fatto Quotidiano“)
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