“NEL NOSTRO LOCALE IL GREEN PASS E’ GIA’ OBBLIGATORIO, I NO-VAX CI MASSACRANO MA NON CI FERMIAMO”
I DUE GIOVANI PROPRIETARI DEL RISTORANTE-BAGNI “LA ROTTA” DI AGRIGENTO: “SIAMO PER LA LIBERTA’ MA NON POSSIAMO RISCHIARE PER LO STUPIDO DI TURNO”
“Io non sono contro nessuno, sono per la libertà assoluta. Ma la situazione è delicata. Siamo ancora nel pieno di un’emergenza sanitaria e i vaccini, numeri alla mano, hanno acceso la luce fuori dal tunnel. Ci è sembrata una decisione logica, per tutelare la nostra salute e quella dei clienti”.
Il tono di voce risoluto non lascia spazio a dubbi. Andrea Franco ci crede, nella sua attività e nella sua scelta. Lui, 29 anni, gestisce insieme al fratello Mirko, di 27, il ristorante e stabilimento balneare La Rotta di Agrigento: uno dei primi due locali di Italia a imporre l’utilizzo del green pass ai clienti per consentire l’accesso, anticipando quella che probabilmente sarà la decisione del governo.
Il tono di voce risoluto è anche quello di chi per la sua scelta sta accettando e combattendo contro le prevedibili conseguenze: disdette e insulti, recensioni negative che li hanno portati a scivolare nel punteggio Google da 4.2 a 3.6.
La regola dell’accesso solo per i possessori di certificazione verde è stata da loro introdotta dal 15 luglio ed è valida dal dopocena in poi: “Oltre a uno stabilimento balneare siamo un ristorante. In questi casi, riusciamo a contenere la situazione con il distanziamento tra i tavoli: siamo attrezzati per tutte le norme anti contagio. Essendo un locale-spiaggia, dopo un certo orario, soprattutto nel weekend, non riusciamo a gestire bene la situazione, perché arriva una quantità di gente più elevata”.
Da qui la scelta di transennare l’entrata, con addetti alla sicurezza e guardia giurata all’ingresso, nel tentativo di controllare il flusso, limitato solo ai possessori di green pass.
“Spero che vi siate fatti pagare bene”, “Ci vediamo in tribunale con gli avvocati”, “Siete incostituzionali”: questi sono solo alcuni dei commenti riservati al locale in seguito alla decisione apparsi tra le recensioni Google – biglietto da visita per molti ristoratori – ora rimosse dalla piattaforma in seguito alla segnalazione dei titolari. Andrea non solo, ovviamente, non è stato pagato per questa iniziativa, ma ne ha pagato le conseguenze. Il primo venerdì post provvedimento, La Rotta non era piena come al solito. Ci sono state disdette, gente che ha raggiunto il posto col solo intento di insultare i gestori
″È stato strano. Quel venerdì, mi sono sentito…non lo so”, Andrea tentenna al telefono, ancora scosso dal ricordo “Sono rimasto bloccato nell’osservare quella situazione. Mi ha fatto riflettere sulla mentalità della gente, su quanto poco ci voglia per cambiare tutto. Era la stessa sensazione provata osservando le strade deserte del primo lockdown”.
La Rotta ha rinunciato anche a clienti abituali: “Ci sono molti giovani che ancora non hanno potuto fare il vaccino. Su una tavolata di dieci persone, 5 non avevano i requisiti: allora non abbiamo perso solo 5 clienti, ma 10, perché gli amici si sono accodati e sono andati in un locale dove non viene chiesto il green pass”. E’ una prassi, ovviamente.
Non solo critiche hanno raggiunto Andrea e Mirko. La scelta del locale è stata un segnale forte, apprezzato da molti.
Qualche cliente ha comunicato che in seguito ha deciso di vaccinarsi, così come hanno fatto dei membri dello staff: “Non parliamo di no vax, ma gente che aveva paura del vaccino a causa della cattiva comunicazione circolata sul tema”.
Un bel segnale, che li ha resi ancora più convinti della loro scelta: “Non capisco come tutti gli altri ristoratori e albergatori che hanno subito un danno enorme non facciano lo stesso, col rischio di nuove chiusure e nuove perdite. Il settore dovrebbe appoggiare un progetto in questo senso del governo”.
Andrea e Mirko vanni avanti, certi che la loro sia la decisione giusta: “Questo è il nostro lavoro, non il nostro passatempo e vogliamo che tale resti per tutto l’anno. L’attività va avanti dal 2017, non possiamo rischiare per lo stupido di turno che non capisce di dover osservare delle regole. C’è un’emergenza sanitaria, ma c’è gente che non lo capisce. Chi ha green pass lo sa invece, vuole passare il tempo con gli amici senza trasgredire. I colleghi che non sono d’accordo col green pass probabilmente stanno mirando a recuperare le perdite degli anni passati, ma potrebbe essere controproducente. Dovrebbero guardare in lungo”.
(da Open)
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