NEL PD SCOPPIA IL CASO TIDEI: IL NEO SINDACO DI CIVITAVECCHIA NON VUOLE MOLLARE LA POLTRONA DI DEPUTATO
LO AVEVA ANNUNCIATO IN CAMPAGNA ELETTORALE, ORA HA CAMBIATO IDEA… L’IRA DEL BLOGGER ADINOLFI CHE GLI SUBENTREREBBE E DI ALTRI ESPONENTI PD: “LE REGOLE VANNO RISPETTATE”
In piena campagna elettorale era stato chiarissimo: “Se eletto, mi dimetto subito da deputato”.
Ma adesso, Pietro Tidei, neo-sindaco del Pd a Civitavecchia che dopo la sua elezione al primo turno è stato oggetto di atti di intimidazione, ha deciso di rinviare sine die le sue dimissioni, mantenendo il doppio incarico.
Il motivo? Il primo cittadino vuole continuare a impegnarsi, da deputato, contro la chiusura del tribunale di Civitavecchia ma anche contro l’eventuale apertura di una nuova discarica per accogliere i rifiuti della capitale.
Quanto basta a mandare su tutte le furie il blogger Mario Adinolfi, polemico outsider del Pd, già pronto a subentrare a Tidei alla Camera.
Candidato alle politiche nella circoscrizione Lazio 1, al numero 18 della lista, Adinolfi è, infatti, risultato essere il primo dei non eletti.
“Stamattina Tidei è andato alla Camera per dimettersi, ma si è reso conto che c’era il concreto rischio di chiusura per il tribunale. Per questo ha deciso di rimandare le dimissioni”, fa sapere il suo portavoce.
“Ho criticato duramente i vertici del Pd, so di non essere nel loro cuore. Ma la farsa delle mancate dimissioni di Tidei è uno strappo alle regole che il Pd non può permettersi”, attacca Adinolfi, secondo il quale dietro a questo rinvio ci sarebbe l’astio che una parte del partito nutre nei suoi confronti.
“Non giriamo intorno alla questione: non sono gradito a largo del Nazareno, è cosa arcinota – afferma il blogger – Viene messo in campo un espediente, con un grave rischio di credibilità per il Pd. Io posso fare tranquillamente a meno di qualche mese da deputato. Il Pd non può fare a meno di imporre il rispetto della legalità e, come dichiarato esplicitamente dallo stesso Tidei in campagna elettorale, l’incompatibilità scatta al momento dell’elezione a sindaco: deve dimettersi non per me, ma per ossequio alle norme e a quella Corte costituzionale che ha confermato con recente sentenza tale incompatibiltà , su cui il Pd ha sempre mantenuto una linea rigida verso casi analoghi di altri partiti, avendo peraltro l’incompatibilità anche nel proprio statuto”.
Dalla direzione del Pd fanno comunque sapere di non essere intervenuti, nè di avere alcun ruolo nella scelta di Tidei.
Anzi, il deputato romano Andrea Sarubbi si è già dichiarato pronto a farsi carico della battaglia contro l’eventuale chiusura del tribunale di Civitavecchia, pur di consentire al neo-sindaco di onorare l’impegno preso con i suoi elettori: “Le preoccupazioni dell’onorevole Tidei non sono da sottovalutare: il tribunale di Civitavecchia deve restare aperto, i rifiuti di Roma devono trovare una sistemazione adeguata. Mi impegno a farmene carico personalmente, ad essere la sua longa manus in Parlamento, purchè si dimetta all’istante da deputato, come ha promesso solennemente in campagna elettorale e come gli viene richiesto sia dalla legge che dallo statuto del Pd”.
Il messaggio di Sarubbi è chiaro: “Ogni rinvio, per quanto in buona fede, darebbe l’immagine di un politico attaccato a due poltrone; ed è un rischio che il Partito democratico – l’unico finora a far rispettare l’incompatibilità per i propri eletti – non può permettersi, tanto più dopo il segnale arrivato dalle amministrative di Parma. I colleghi del Pdl continuino pure ad accumulare cariche, ma non sarà mai il nostro stile”.
L’incompatibilità tra l’incarico di primo cittadino e deputato è nota allo stesso Tidei, che, durante la campagna elettorale, aveva preso un impegno con una sua elettrice, su Facebook. “Civitavecchia non può avere un sindaco a mezzo servizio. Se prende questo impegno domenica avrà il mio voto”, aveva scritto una sua concittadina su Facebook.
Nella risposta, Tidei prendeva inequivocabilmente l’impegno a dimettersi “subito” dall’assemblea di Montecitorio in caso di elezione: “Lo prevede la legge. Le due cariche sono incompatibili”.
Ora Adinolfi chiama in causa i leader del Pd: “Aspetto una dichiarazione autorevole dei vertici del partito, per ristabilire l’ordine in questa brutta faccenda. Io sono sereno, non muoio dalla voglia di fare qualche mese di Transatlantico. Ma non considero tollerabile che proprio il Pd, per consumare una piccola vendetta e una ritorsione personale, mandi al macero il rispetto delle regole”.
Sulla sua pagina Facebook, intanto, monta la protesta dei supporter.
Qualcuno cita il codice etico del Pd (nello specifico il divieto ad “assumere o ricoprire contemporaneamente più cariche istituzionali elettive), altri propongono un sit-in di fronte alla sede del Pd.
“Nessuna polemica con Adinolfi”, dice il portavoce di Tidei, che conferma la volontà del sindaco e deputato a impegnarsi in prima persona contro la chiusura del tribunale: “Come deputato è membro della commissione Giustizia. Prima delle elezioni, aveva ricevuto determinate garanzie. Qualcuno ha cambiato le carte in tavola, e adesso, a fronte di una possibile chiusura degli uffici giudiziari, ha chiesto di vederci chiaro. Appena avrà ricevuto rassicurazioni in merito si dimetterà “.
Impossibile prevedere quando ciò avverrà : “In ordine alle sue dimissioni, il sindaco Tidei comunica che si dimetterà dalla carica di Parlamentare come previsto dalla legge. I tempi e i modi non li sceglierà però certo il subentrante, ma esclusivamente l’onorevole Tidei”.
(da “Il Fatto Quotidiano“)
Leave a Reply