NELL’AGENDA DELLA DAMA NERA PARLAMENTARI E MINISTRI: IL CASO DELRIO
I CONTATTI POLITICI DELLA ACCROGLIANO’…. IL MINISTRO DEI TRASPORTI E ANCHE MATTEOLI CITATI IN UN DIALOGO
Per ottenere tangenti e favori dagli imprenditori che aiutava a sbloccare le pratiche, la «Dama nera» dell’Anas sfruttava ogni canale, soprattutto politico.
Per questo Antonella Accroglianò – arrestata due giorni fa insieme ad altre nove persone – caldeggiava l’interessamento di parlamentari e ministri ai quali sollecitava raccomandazioni proprio per poter passare all’incasso con i titolari delle aziende. L’indagine della Guardia di Finanza si concentra sui soldi che la donna e i suoi sodali avrebbero ottenuto, ma anche sul ruolo dell’ex presidente Pietro Ciucci
Perchè bisogna capire come mai, in numerose intercettazioni, la donna facesse riferimento a quello che «il presidente deve fare». E soprattutto che effetto abbiano avuto le sue insistenze presso alcuni membri dello staff di vertice.
Su questo si stanno concentrando le indagini affidate agli investigatori della Guardia di Finanza guidati dai colonnelli Cosimo Di Gesù e Gerardo Mastrodomenico, che potrebbero avere nuovi e clamorosi sviluppi grazie all’esame di tutte le pratiche che il suo ufficio gestiva.
Matteoli e la Fondazione Formiche
Tra i casi gestiti da Accroglianò c’è quello dell’imprenditore Giuseppe Ricciardello che deve ottenere lo sblocco di una penale.
I due si incontrano il 5 maggio scorso e, annota la Finanza, «la dirigente Anas gli suggeriva di recarsi presso una Fondazione, da identificarsi, con ragionevole certezza, nella Formiche Onlus (vicina alla rivista fondata da Paolo Messa, oggi nel cda della Rai) dove avrebbe dovuto incontrare l’onorevole Marco Martinelli, il quale si sarebbe attivato attraverso il “direttore generale della Sicilia” e un “assessore”, per la risoluzione di una vicenda, non meglio specificata, riguardante il Ricciardello».
La donna spiega che «la questione avrebbe dovuto essere risolta prima che Ciucci lasciasse l’incarico di Presidente».
Durante il colloquio «Accroglianò veniva contattata dalla dirigente Anas Elisabetta Parise, Responsabile Giovani della Fondazione, con la quale usa termini in codice per annunciare che Ricciardello sarebbe arrivato. Accroglianò asseriva che Martinelli, con cui l’imprenditore si era incontrato presso Formiche, avrebbe provveduto a contattare Ciucci per la risoluzione di tale vicenda e che anche il senatore Altero Matteoli, si sarebbe interessato alla questione: “Ho detto fai chiamare Ciucci, gli devi dire che i soldi devono uscire dalla cassa nostra noi li anticipiamo e poi glieli ridiamo Cavaliere, qua deve smuovere tutto il mondo, si deve smuovere”».
Matteoli dice di «cadere dalle nuvole, mai chiesto a Ciucci di bloccare pratiche».
Le richieste a Delrio e Alfano
La «dama nera» conta molto sulla rete di relazioni.
Per questo il 10 giugno scorso, durante un nuovo incontro «chiede a Ricciardello di attivarsi attraverso le sue conoscenze politiche, facendo un chiaro riferimento al Ministro dell’Interno Angelino Alfano, e di essere accreditata, unitamente a Elisabetta Parise, presso i nuovi membri del CdA dell’Anas Cristina Alicata e Francesca Moraci». L’obiettivo lo racconta lei stessa: «Essere nominata dopo la nomina del nuovo Presidente Gianni Vittorio Armani, responsabile dell’Ufficio Gare e Appalti».
Secondo gli inquirenti «è ragionevole ritenere che l’interesse della Accroglianò nei confronti del Ricciardello non scaturisca da promesse o dazioni di denaro e altre utilità , piuttosto da legami di conoscenza tra costui e ambienti della politica».
In questa ottica si inquadra l’incontro organizzato dall’ex sottosegretario Luigi Giuseppe Meduri tra gli imprenditori catanesi Concetto Bosco e Francesco Domenico Costanzo con «un non meglio individuato ministro».
In realtà secondo il contesto investigativo si tratta del titolare delle Infrastrutture Graziano Delrio al quale sarebbe stato sottoposto un progetto; Delrio ha già detto di aver incontrato Meduri «soltanto in Transatlantico».
La diffida a Ciucci
L’inchiesta condotta dai pubblici ministeri Francesca Loy e Maria Calabretta mira anche ad accertare come mai il presidente Ciucci decise di non dare seguito alla diffida del 17 aprile scorso dell’Autorità anticorruzione guidata da Raffaele Cantone «sulla decisione di Bosco e Costanzo di cedere il ramo d’azienda (in realtà l’appalto), relativo alla realizzazione della Variante di Morbegno, in favore di Cossi Costruzioni».
Le verifiche hanno infatti accertato che «gli imprenditori catanesi, grazie all’interessamento dei funzionari di riferimento, siano riusciti nel loro intento di ottenere l’autorizzazione richiesta».
Per quella pratica sarebbe stata versata alla «dama nera» una tangente da almeno 150mila euro e adesso bisognerà scoprire la donna con chi l’abbia divisa.
Del resto i controlli effettuati negli ultimi mesi hanno dimostrato «la prassi diffusa all’interno di Anas di gestire i rapporti con gli imprenditori basandosi più su relazioni personali che su procedimenti e protocolli amministrativi.
L’assenza di rigore e formalità costituisce terreno paludoso, la cui rilevanza penale, peraltro, presuppone l’acquisizione di ulteriori elementi di riscontro».
Fiorenza Sarzanini
(da “il Corriere della Sera”)
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