NIENTE PIU’ VOLI DI STATO PER I FAMILIARI: AMMESSI SOLO QUELLI SOTTO SCORTA
GIRO DI VITE DELL’ESECUTIVO ANCHE SUI GIORNALISTI…DA NOVEMBRE L’USO DI TUTTI GLI AEREI BLU CONSULTABILI SUL SITO INTERNET DEL GOVERNO…IL COSTO DEL PASSAGGIO PER LA STAMPA COSTERA’ CARO: DA 500 A 2.500 EURO
I famigliari di ministri e sottosegretari potranno salire sugli aerei di Stato solo se sono sotto protezione e hanno una scorta.
I giornalisti invece potranno volare con gli uomini del governo solo se la destinazione si trova in un’area di crisi, è difficile da raggiungere e non ci sono voli di linea.
E comunque gli inviati dei giornali e delle tv, compresi i tecnici, dovranno pagare allo Stato il “passaggio”.
La cifra prevista va da 500 euro a 2.500 a secondo della località da raggiungere.
Una bella stretta sui “voli blu” decisa da Mario Monti comunicata con una nota ufficiale di Palazzo Chigi.
Una scelta annunciata da tempo e già applicata in alcune occasione.
Per seguire il premier nel suo viaggio in Liba dello scorso gennaio i giornalisti avevano dovuto versare 200 euro.
Adesso però la regola per salire sugli aerei di Stato è ufficiale e la scelta rimanda immediatamente alle polemiche sui voli verso la Sardegna e Villa Certosa dell’era Berlusconi. Recentemente, inoltre, il tema è tornato di attualità nell’aula del Senato dove è stata negata la richiesta dei magistrati di processare l’ex ministro Roberto Calderoli per un uso improprio di un volo di Stato.
Dunque il nuovo governo fa dell’uso corretto del “volo blu” un fiore all’occhiello.
Seguendo in questo modo quanto aveva iniziato a fare il governo Prodi nel 2006.
Del resto, Palazzo Chigi nella nota in cui spiegava l’operato dei primi 100 giorni, aveva già fatto sapere che in quel periodo c’era stato un taglio dei voli di Stato del 92 per cento. Continuando su questa strada, avevano spiegato dal governo, nel 2012 si prevede di risparmiare 23,5 milioni di euro.
Inoltre tutti i voli di Stato, e chi ne fa uso, sono da novembre consultabili sul sito Internet del governo.
E questo è un grosso deterrente per ministri e sottosegretari.
Per esempio a febbraio sono partiti solo 17 aerei, usati in gran parte dal ministro degli Esteri e da quello della Difesa.
Monti questi soldi li vuol proprio fare risparmiare alle casse dello Stato e per questo scrive che dal 15 marzo “sono ammessi a bordo degli aeromobili di Stato il titolare del volo e i componenti della delegazione istituzionale, la presenza dei quali deve essere giustificata dalla necessità di fornire un supporto specifico e diretto”.
Potranno salire a bordo, invece, solo i familiari “per i quali sussistano specifiche esigenze di tutela o di altra natura, debitamente motivate”.
Una stretta che non risparmia i giornalisti che già pagano il “passaggio” quando volano, per esempio, con il Papa.
Per loro Monti ha deciso che “per quanto attiene agli inviati degli organi di stampa e di informazione, si precisa che è consentito l’accreditamento dei giornalisti e dei loro assistenti, nonchè di operatori della comunicazione istituzionale e pubblica esclusivamente per missioni in località che presentano rilevanti difficoltà di raggiungimento per mancanza o per notevoli problemi nel ricorso a mezzi di trasporto di linea ovvero in aree di crisi”.
Dunque giornali e tv resteranno spesso a terra.
E comunque pagheranno quando saliranno a bordo perchè ci sono problemi.
Resta però aperto il problema dell’uso degli aerei dei servizi segreti italiani.
Secondo l’Espresso in edicola, gli 007 hanno speso nel 2010 quasi 40 milioni di euro per i loro voli.
Silvio Buzzanca
(da “La Repubblica”)
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