“NOI DI FRATELLI D’ITALIA”, BUFERA SUL DIRETTORE RAI CORSINI AD ATREJU CHE POI SI SCUSA
PD E M5S CHIEDONO LE DIMISSIONI…L’AD SERGIO CHIEDE UNA RELAZIONE… LA PRESIDENTE SOLDI: “UN GIORNALISTA DEL SERVIZIO PUBBLICO DEVE GARANTIRE IMPARZIALITA'”
“Come sta il nostro partito?”. Ed è polemica sulla domanda che Paolo Corsini, direttore degli approfondimenti Rai, ha rivolto ad Atreju mentre moderava l’incontro che ha aperto la festa di FdI a Roma. Ma non finisce qui. Il giornalista ha usato più volte il termine “noi” riferendosi ai dirigenti del partito della premier Meloni e rivendicando il suo ruolo di “militante”.
E ancora. Si è rivolto anche all’opposizione, indirettamente alla leader dell’opposizione e segretaria del Pd Elly Schlein che ha declinato l’invito a partecipare all’evento (“perché il confronto si fa in Parlamento”). “Hanno preferito occuparsi di come vestirsi e di che colori utilizzare piuttosto che confrontarsi” ha detto il direttore Rai riguardo alla figura dell’armocromista scelta da Schlein.
I vertici Rai
L’ad Roberto Sergio ha chiesto una relazione sul caso. La presidente della Rai, Marinella Soldi, non è rimasta in silenzio. “Credo che un giornalista del servizio pubblico debba garantire un atteggiamento sempre equidistante, a prescindere dal contesto in cui opera. Gli operatori dell’informazione Rai – prosegue la presidente Soldi – sono richiesti di esercitare la propria professione nel segno del pluralismo e dell’imparzialità, essenziali per aiutare il cittadini a formarsi un’opinione libera da pregiudizi, a massimo vantaggio della democrazia e del Paese”.
Le reazioni
Le opposizioni insorgono. A partire dal Pd. “I suoi programmi vanno male e lui, invece di stare a lavorare in Rai per provare a risollevare, che fa? Sta ad Atreju non a fare il semplice conduttore ma ad attaccare Schlein. Non si è mai visto un direttore della Rai che attacca ad un’iniziativa di partito la leader di quello avversario come se fosse un militante. Inaccettabile. Si scusi o si dimetta”, attccano i componenti dem della commissione di Vigilanza Rai.
Sandro Ruotolo, responsabile Informazione del Partito democratico, chiede: “Può un dirigente della Rai aprire la festa di partito e dire pubblicamente ‘noi di Fratelli d’Italia’? E ancora, lo stesso dirigente, Paolo Corsini, può attaccare dal palco di Atreju la segretaria del Partito democratico, Elly Schlein? La Rai non ha mandato in onda un programma sulla mafia di Roberto Saviano perché lo scrittore napoletano aveva criticato il ministro Salvini. Vorremmo lo stesso trattamento per Paolo Corsini: le sue dimissioni da direttore dell’approfondimento giornalistico della Rai”.
Sul piede di guerra anche gli esponenti del Movimento 5 Stelle in commissione di vigilanza Rai Dario Carotenuto, Dolores Bevilacqua, Anna Laura Orrico e Riccardo Ricciardi: “Non scopriamo nulla di nuovo, ma sentire dalla viva voce del direttore dell’approfondimento Rai Paolo Corsini definirsi ‘militante’ e parlare di ritoccato orgoglio alla Festa di Fratelli d’Italia, sorprende comunque. Non per quello che dice: la sua appartenenza è nota a tutti, ma per la sfrontatezza di esprimerle senza remore in una festa di partito, davanti a tutti, dimenticando totalmente il suo ruolo di primo piano nel servizio pubblico. Domanda: ai vertici Rai va bene così o prenderanno provvedimenti?”.
Il precedente di Sangiuliano
Corsini è già finito nelle polemiche per il flop degli ascolti sul palinsesto Rai. Dalla chiusura anticipata di Avanti popolo, il talk di Nunzia De Girolamo che non è riuscito a decollare dalla media del 2% al programma Mercante in fiera di Pino Insegno. Non è poi la prima volta che un giornalista (della Rai) finisce nei guai per alcune dichiarazioni “di partito”. Ad aprile 2022, l’attuale ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, allora direttore del Tg2, era finito sotto accusa dall’azienda per la sua partecipazione alla convention milanese di Fratelli d’Italia ricevendo un richiamo formale.
(da agenzie)
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