NON CE NE FREGA NULLA DELLA RIDUZIONE DEI PARLAMENTARI, CI INTERESSA CHE LAVORINO PER AUMENTARE IL BENESSERE DEGLI ITALIANI
BASTA DEMAGOGIA PER ACCONTENTARE QUATTRO ELETTORI IGNORANTI: SE SI AVVIA LA RIDUZIONE DEI PARLAMENTARI BISOGNA CAMBIARE IL SISTEMA ELETTORALE… E CI VUOLE ALMENO UN ANNO PER POI ANDARE IN VIGORE TRA TRE ANNI, NON SUBITO
Non se ne puo’ più con questa demagogia di “ridurre i parlamentari” per accontentare un certo elettorato ignorante che non capisce di essere preso per il culo.
1) Ridurre i parlamentari comporta cambiare la legge elettorale, tornare al proporzionale e ridisegnare l’intero sistema: non lo dico io, lo sanno tutti i costituzionalisti, i media e gli addetti ai lavori, partiti compresi.
2) I tempi non sono inferiori a un anno (risse tra partiti permettendo) e andrebbe in vigore se va bene fra tre anni, altro che “subito” come vogliono farvi credere
3) Il problema non è avere meno parlamentari, è la “qualità ” del lavoro che producono.
Facciamo un esempio: se uno gestisce un’azienda e vuole aumentare l’utile non pensa a ridurre i lavoratori ma cerca di assumere manager di livello in grado di aumentare la clientela, affermarsi su nuovi mercati, investire in ricerca e arrivare a raddoppiare il fatturato.
Tradotto: se questo manager ti porta un milione di euro in più di utile non me ne frega una mazza se lo devo pagare 10.000 euro al mese, conta la qualità del suo lavoro.
Lo stesso vale per i parlamentari: se facessero uscire l’Italia dalla merda in cui siamo precipitati (morale ed economica) facendo trovare lavoro a un milione di giovani, risanando il deficit pubblico, aiutando le aziende, aumentando il Pil del Paese, NON ME FREGA NULLA CHE SIANO 900, 600 o 1200.
4) Il problema non è ridurre il numero per accontentare i beoni, ma aumentarne LA QUALITA’ e PAGARLI IN BASE ALLA PRESENZA.
Spieghiamo meglio: ci sono centinaia di parlamentari e ministri che in aula marcano spesso visita, alcuni molto noti.
E allora si stabilisca che dallo stipendio fisso si detragga per ogni assenza una cifra ben più alta dell’attuale, basta con le “in missione” come giustificazione farlocca per andare a fare comizi o i cazzi propri.
Chi non raggiunge il 90% delle presenze non può riprensentarsi, tanto per fare un esempio percorribile e chi non lavora non prende un euro a fine mese, come i comuni mortali.
E basta con la menata di dimezzare gli stipendi: SE VUOI LA QUALITA’ DEVI PAGARLA, non puoi pensare che un manager o un professionista di livello venga in Parlamento per guadagnare un terzo di quello che incassa attualmente.
Se riduci il Parlamento a uno stipendificio per sfigati senza arte nè parte non lamentarti se non capiscono una mazza e non aiutano l’Italia a uscire dal precipizio.
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