O M5S O LEGA: SENZA UNO DEI DUE DRAGHI NON PASSA
IN SENATO SERVONO I NUMERI O LA MAGGIORANZA NON C’E’
Draghi è Draghi, ma qualunque governo per entrare in carica e durare ha bisogno dei voti del Parlamento. La strettoia, per tutti, in questa legislatura, è in Senato, alla Camera è più facile, anche se il peso M5s è notevole.
E stando alle accoglienze avute dall’ex presidente della Bce, dopo l’annuncio di Mattarella, il percorso verso numeri di tranquillità , al momento appare molto impervio.
In Senato i voti possibili sono 147, la maggioranza assoluta è fissa, invece, a 161.
Si arriva a questa cifra se si sommano i consensi del Maie-Europeisti (10), Forza Italia (52), Italia viva (18), Partito democratico (35), Autonomie (8), Misto (22) e i due senatori a vita non inseriti in un gruppo.
In questo conto si dà per scontato il voto compatto a favore del partito di Berlusconi, che al momento ufficialmente non si è espresso.
Ma si capisce come i 92 voti del M5s e i 63 della Lega siano pesantissimi, mettendo dichiaratamente all’opposizione i 19 voti di Fratelli d’Italia, essendosi già espressa in tal senso Giorgia Meloni.
Che si spacchi o che ci siano defezioni importanti dentro la Lega al momento sembra ipotesi abbastanza remota. Il discorso cambia sul Movimento, perchè già ieri c’è stata l’uscita di Emilio Carelli e un gruppo di responsabili pro Draghi M5s potrebbe emergere nelle prossime ore. Anche se le posizioni ufficiali sono tutte per il no, da Paola Taverna a Vito Crimi, per non parlare di Alessandro Di Battista, che parlamentare però non è, che ha stroncato l’incarico a Draghi un minuto dopo l’annuncio del Capo dello Stato. Di Maio, per ora non si è espresso.
Alla Camera sembra tutto più semplice, ma solo apparentemente.
Tutto ciò detto i pro Draghi M5s dovrebbero essere numerosi, almeno tra i 20-30 in Senato per una maggioranza tranquilla.
E non sarà facile, soprattutto siamo certi che Draghi non aprirà la ricerca di responsabili, cosa abbastanza indecorosa, nella forma e nei modi, vista nelle scorse settimane. O avrà i voti o non li avrà e per capirlo servono le prossime ore.
(da “Huffingtonpost”)
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