OMICIDIO CARABINIERE: FERMATI I DUE STUDENTI AMERICANI
ACCERTAMENTI SUL CONTENUTO DELLA BORSA
Svolta nelle indagini per la morte di Mario Cerciello Rega, il vice brigadiere di 35 anni di Somma Vesuviana (Napoli) ucciso nella notte tra giovedì e venerdì con otto coltellate in via Pietro Cossa, in zona Prati.
Le pm Nunzia D’Elia e Sabina Calabretta, starebbero interrogando due fermati, entrambi americani e studenti della John Cabot University a Roma, e sarebbero accusati al momento di essere gli autori del furto della borsa.
Gli interrogatori sono in corso per verificare eventuali altre responsabilità anche nell’omicidio.
Ci sono due fermati nell’ambito dell’inchiesta sull’omicidio del vice brigadiere dei Carabinieri Mario Cerciello Rega, di 35 anni, è stato ucciso a Roma nella notte con otto coltellate mentre era in servizio.
Si tratta di due cittadini statunitensi di 19 anni. Secondo le prime informazioni trapelate dagli inquirenti, si tratterebbe di due ragazzi in Italia per una vacanza-studio con la John Cabot University, ma il presidente dell’università americana al momento ha smentito.
I due sono stati portati al nucleo operativo dei carabinieri di via In Selci. Si tratta delle stesse persone prelevate in mattinata presso l’Hotel Le Meridien Visconti nei pressi di Piazza Cavour e portati in caserma per essere ascoltati.
Il consolato degli Stati Uniti a Roma si è attivato, secondo le procedure previste in questi casi. Si fa preponderante l’idea che all’origine dello scippo del borsello in Piazza Mastai possa esserci una motivazione legata alla droga. Il furto sarebbe stato quindi compiuto per ottenere i soldi necessari ad acquistare sostanze stupefacenti dai pusher in attività nell’area di Trastevere.
Da ambienti investigativi trapela comunque fiducia relativamente alla possibilità che i due fermati possano rendere a breve una confessione su quanto accaduto la scorsa notte a Roma.
Rega è stato ucciso a Roma con otto coltellate (di cui una mortale al cuore e una alla schiena) dai due uomini poi fuggiti. Non è ancora chiaro se il furto di un borsello ai danni di un uomo e culminato con la morte del vicebrigadiere Mario Rega Cerciello abbia a che fare effettivamente con il blocco di un tentativo di «cavallo di ritorno» organizzato dai carabinieri assieme alla vittima stessa del furto.
A nutrire non poche perplessità sono gli inquirenti che vogliono capire come effettivamente si siano svolti i fatti, a cominciare dalla dinamica del furto. Accertamenti anche sul contenuto del borsone rubato.
«La vicenda potrebbe anche essere più complessa di quello che si pensava all’inizio», è l’unico commento che filtra da palazzo di giustizia.
La vicenda comincia nella serata di giovedì a Trastevere, , quando un 40enne italiano, viene derubato della sua borsa in piazza Mastai. Dentro ci sono un centinaio di euro e anche il telefonino.
Nel video che riprende le immagini prima del furto, girato a piazza Mastai, si vede un uomo in canottiera con uno zaino nero e una bicicletta che sta passeggiando e si avvicina a un uomo su una panchina, forse per chiedere un’informazione. Alle sue spalle ci sono due giovani, con indosso una camicia e una tshirt, che lo seguono: uno è più vicino, l’altro resta a una distanza maggiore.
L’uomo con la bicicletta si allontana ed esce dalla telecamera: i due giovani lo seguono. In un altro video, successivo, gli attimi subito dopo il furto: due ragazzi che fuggono nei vicoli di Trastevere. Quello dietro, con indosso la camicia, ha in mano uno zaino nero. L’altro, con la tshirt, lo precede.
Dopo il furto l’uomo derubato chiama il cellulare nello zaino. A rispondere sarebbero state due persone che gli dicono: se vuoi indietro la borsa, paga 100 euro. Lui accetta e i due gli danno appuntamento la stessa notte, dopo le 2, in via Pietro Cossa, una piccola strada che collega via Cicerone al Lungotevere, a meno di cento metri da piazza Cavour.
Ma l’uomo, prima di andare, avvisa i carabinieri della stazione Monteverde Nuovo che hanno organizzato un’operazione in borghese per bloccare i banditi.
Un intervento con più pattuglie fra le quali anche quella della stazione Trastevere con il vice brigadiere e un collega, in borghese. Al loro arrivo, con la vittima, all’appuntamento non c’era nessuno.
Dopo aver messo al sicuro il cittadino che stava con loro, i due carabinieri – appoggiati nei dintorni da altri colleghi pronti a intervenire – hanno notato i sospetti incappucciati o comunque con il volto semi coperto in un angolo e hanno deciso di identificarli e controllarli. Da qui la reazione dei due, uno dei quali ha estratto il coltello con il quale in pochi attimi si è avventato su Rega mentre il collega tentava di aiutarlo.
Mortale risulterà un fendente al cuore, inutili le cure all’ospedale Santo Spirito. In ospedale sono arrivati poco dopo la giovane moglie di Rega e altri parenti in lacrime. La salma sta per essere trasferita al Gemellli per l’autopsia.
I due aggressori scappano. Andrea Varriale, il carabiniere che era con Cerciello Rega, è ferito anche lui e chiama aiuto.«Mario era in una pozza di sangue, ho cercato di soccorrerlo, ma era già gravissimo».
Il giovane carabiniere, sebbene lievemente ferito, sta ora partecipando alle indagini per rintracciare i due criminali in fuga.
Racconta così le fasi coincitate che hanno portato alla morte del collega: «Quando ho sentito Mario urlare ho lasciato quell’uomo e ho provato a salvarlo. Perdeva tanto sangue». Il carabiniere ha poi dato l’allarme alle altre pattuglie dei carabinieri che si trovavano a distanza nella zona in cui era stato organizzato un servizio per fermare i due ladri che qualche ora prima avevano derubato un uomo a Trastevere.
(da “il Corriere della Sera“)
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