OPERAZIONE “OROLOGI INDIETRO”: ECCO IL NUOVO-VECCHIO PDL
DA ALFANO A CASINI, DA MARONI A GASPARRI: TUTTI ALLINEATIPER TORNARE AL GOVERNO
La nostalgia c’entra poco.
La memoria va a Pinuccio Tatarella e al 1994, all’armonia e alla grande alleanza di centrodestra per dire che vincere si può ancora.
Grazie all’Italicum di Renzi, e soprattutto alla voglia matta di tornare al governo di Casini, La Russa, Gasparri e Maroni.
C’erano vent’anni fa, ci sono oggi e vogliono esserci anche domani.
Ecco Pier Ferdinando Casini. Uno sulla scena da sempre, da Arnaldo Forlani a Silvio Berlusconi, da Monti contro Silvio e poi di nuovo col Cavaliere.
Cambiano le Repubbliche, ma lui è presente.
“Perchè — spiega — c’è un elemento di novità nella politica italiana. Il terzo polo esiste ma è quello di Grillo, un populismo retorico e antieuropeo”.
Prima di prendere la parola e di sedersi accanto a quelli del ’94 (assente ingiustificato Gianfranco Fini, assente perchè in attesa degli eventi il Cavaliere), Pier ha chiarito che non è “il servo di Berlusconi”.
Bisogna essere realisti e “la legge elettororale spinge a una sfida a tre. Lo spazio per procedere in ordine sparso non c’è”.
Lui, Casini, più sveglio degli altri, lo ha capito prima di tutti.
Bobo Maroni raccoglie la palla. La Lega è pronta, gli ultimi sondaggi fanno ben sperare. La partita è tutta da giocare.
“Siamo pronti a discutere, le nostre posizioni non sono incompatibili”.
Al governatore lombardo bastano pochi secondi per elencare il suo programma, un po’ di più per lanciare un messaggio chiaro: “Questa coalizione può tornare a vincere”. Alleanza quindi, grande ritorno al centrodestra che fu, Lega compresa.
Perchè i sondaggi parlano chiaro: Berlusconi da solo non vince, senza di lui Alfano, La Russa e company sono nessuno, insieme si può.
“Forza Italia è il terzo partito del Paese, il centrodestra la prima coalizione, quella vincente, lo dicono i sondaggisti”.
Angelino Alfano si gioca le sue carte migliori. Si sente l’ago della bilancia, e sa che quella del Cavaliere è una forza debole.
“Dobbiamo trovare il modo — manda a dire all’uomo che lo giudicò senza quid — di recuperare l’incolmabiledifferenza tra Pd e Forza Italia”.
Compito certamente “complicato”, ma “bisogna mettersi d’accordo”. Come? Innanzitutto facendo “le primarie di coalizione”.
Perchè “senza di noi cade il governo Letta. Senza di noi il centrodestra non vince”. Maurizio Gasparri prende appunti, più tardi dovrà riferire al Cavaliere parole e umori. Fa il duro, “Casini ha capito, gli altri capiranno”. Mostra i muscoli, “Forza Italia ha il 25% dei voti, senza di noi non si vince”.
Poi concede quasi tutto. Le primarie? Si faranno. La Lega vuole le macro-regioni? Le avrà . “Perchè io sono per una coalizione larga”.
Insomma, rieccoli, come nel ’94, pronti a vincere sfruttando tutti gli errori di Renzi e del Pd. Rimane solo il povero Ignazio La Russa.
Anche lui, come dice Gasparri, “capirà ”, è sicuro, per il momento fa l’offeso.
Dice che ha dovuto fare dodici telefonate a Verdini per parlare della legge elettorale, mentre “Renzi è venuto nella sede di Fratelli d’Italia”.
E allora “chi non è buono per il re non è buono per la regina. Io ho una cultura per cui da ragazzo ero molto affascinato dalla bella morte. Quindi se dobbiamo essere solo dei portatori d’acqua per gli altri allora meglio andare da soli…”.
No, da soli non andranno. Silvio li aspetta come vent’anni fa.
Per portare indietro l’orologio e vincere.
Enrico Fierro
(da “Il Fatto Quotidiano“)
Leave a Reply