ORAZIO SCHILLACI STA PER ESSERE MOLLATO DAL CAPO DELL’UFFICIO LEGISLASTIVO DEL MINISTERO DELLA SALUTE, IL MAGISTRATO MASSIMO LASALVIA
SULLA DECISIONE PESANO LE TENSIONI INTERNE AL DICASTERO, SEMPRE PIÙ “CONTROLLATO” DA FDI, E LE PROMESSE MANCATE SULLE INDENNITA’ AI MEDICI
Il ministero della Salute potrebbe perdere un altro pezzo, forse il più qualificato. Diverse fonti danno in uscita Massimo Lasalvia, magistrato e consigliere per gli Affari giuridici del ministro Orazio Schillaci, di fatto capo dell’ufficio legislativo. Al ministero l’aveva portato lui, il ministro “tecnico” ex rettore di Tor Vergata, scelto da Fratelli d’Italia e stimato dal presidente Sergio Mattarella.
Lasalvia sta ancora riflettendo sul da farsi, con Il Fatto preferisce non parlare, però a qualcuno ha confidato una certa amarezza per la “conflittualità” all’interno del ministero e i rapporti sempre meno facili con lo staff di Schillaci. Ci sono tensioni tra il ministro e il sottosegretario Marcello Gemmato di Fdi ma anche tra dirigenti che fanno riferimento ad altri meloniani, da Edmondo Cirielli a Francesco Lollobrigida.
Abbiamo già scritto di una “guerra per bande di FdI”. allAlcune fonti legano il probabile passo indietro di Lasalvia alla defiscalizzazione dell’indennità di specificità per i medici, promessa da Schillaci ai sindacati, ma bocciata dal ministero dell’Economia per i costi (circa 300 milioni di euro) e le perplessità sulla defiscalizzazione di un’indennità fissa (9.200 euro lordi annui circa) che premierebbe indistintamente tutti i medici e creerebbe disparità con altri dipendenti pubblici. Ora la ripropongono con un emendamento, ce n’è un altro per gli infermieri. Vedremo come finirà.
La questione sembra più politica che tecnica. Per il 2025 la legge di Bilancio stanzia per la Salute poco più di 1 miliardo sui 3 chiesti da Schillaci. In due anni, al ministero, hanno aumentato da 12 a 19 le posizioni dirigenziali apicali e non riescono nemmeno a spartirsele senza litigare, ma aspettiamo ancora l’applicazione del decreto sulle liste d’attesa varato come spot per le Europee. Il Piano pandemico è bloccato dai nemici dei vaccini.
E Schillaci non risponde alle interrogazioni sul convegno programmato a giugno al ministero per presentare i nuovi vertici dell’Aifa, l’Agenzia del farmaco, da una società che chiedeva alle aziende farmaceutiche gettoni da 5 a 20 mila euro: è stato poi annullato.
Un anno fa, dopo la presentazione della legge di Bilancio, si dimise l’allora capo di gabinetto Arnaldo Morace Pinelli, professore di diritto a Tor Vergata. Schillaci scelse Marco Mattei, ginecologo ed ex sindaco di Albano (Roma) che da decenni naviga tra le aziende sanitarie e il centrodestra nel Lazio, unico candidato qualche mese fa a un concorso con cui si è guadagnato un posto fisso da dirigente alla Salute.
Magistrato dal 1995, consigliere e vicecapo dipartimento a Palazzo Chigi dal 2001 al 2013, vicecapo di gabinetto all’Agricoltura e capo del legislativo alla Salute nella prima fase di Schillaci, per poi svolgere di fatto le stesse funzioni nella (discutibile) veste di consigliere dopo la nomina a presidente della I Sezione centrale di appello della Corte dei conti, incarico chiaramente incompatibile.
(da agenzie)
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