OSPEDALE FIERA DI MILANO: GUARDIA DI FINANZA NEGLI UFFICI DELLA FONDAZIONE
ACQUISITI DOCUMENTI NELL’AMBITO DELL’INCHIESTA SULLA REALIZZAZIONE DELL’OSPEDALE DI EMERGENZA
La Guardia di Finanza si è recata presso gli uffici della Fondazione Fiera a Milano per acquisire documenti nell’ambito dell’inchiesta della procura di Milano sulla realizzazione dell’ospedale alla Fiera al Portello per accogliere i malati Covid.
Stando a quanto si apprende il nucleo di polizia Economico Finanziaria della guardia di finanza si trova negli uffici di via Manin a Milano dove ha sede la Fondazione di Comunità di Milano Città , Sud Est, Sud Ovest e Adda Martesana per acquisire documenti utili all’indagine della Procura sulla realizzazione dell’ospedale in Fera. L’inchiesta del pm Cristiana Roveda del dipartimento del procuratore aggiunto Maurizio Romanelli era stata aperta a fine maggio in base a un esposto dell’Adl Cobas Lombardia: un fascicolo conoscitivo come atto dovuto, senza ipotesi di reato nè indagati in quel momento.
Secondo la denuncia del sindacato, depositata dall’avvocato Vincenzo Barbarisi, l’ospedale in Fiera avrebbe presentato “delle criticità già dal giorno successivo alla decisione di pubblicizzazione da parte di Regione Lombardia della ‘Fondazione Fiera Milano per la lotta al Coronavirus'”, che ha poi raccolto parte delle donazioni private, assieme alla Fondazione Comunità Milano, che sono servite per l’allestimento della struttura da oltre 200 posti di terapia intensiva. Donazioni per le quali alcuni privati hanno poi chiesto delucidazioni.
Il costo finale dell’ospedale è stato di 21 milioni di euro, e dal giorno della sua inaugurazione ha ospitato circa 25 pazienti. Per questo la struttura ospedaliera fortemente voluta da regione Lombardia e progettata nel pieno dell’emergenza Covid quando i posti in terapia intensiva erano carenti negli ospedali delle varie provincie lombardi è finita al centro di critiche e polemiche.
Nell’esposto presentato in Procura, Adl Cobas Lombardia sottolineava, chiedendo di fare accertamenti e valutare eventuali profili di responsabilità in merito alla costruzione dell’ospedale, come ogni paziente fosse costato alla Regione circa 840mila euro: “Da una semplicistica valutazione matematica si può in via empirica affermare che ogni paziente ricoverato” nell’ospedale covid realizzato alla Fiera di Milano “sia costato la modica cifra di 840mila euro” per ogni singolo degente.
Solo lo scorso maggio in una intervista rilasciata a Fanpage.it dal primario del Policlinico di Milano Pesenti dopo soltanto cinque settimane di attività , veniva già annunciata la chiusura dell’ospedale.
Il professor Antonio Pesenti, oltre che primario della terapia intensiva del Policlinico di Milano anche responsabile dell’Unità di crisi della regione Lombardia per le terapie intensive, aveva così commentato la decisione di realizzare l’ospedale: “Sui traghetti ci sono le scialuppe di salvataggio, al 10 di marzo nessuno poteva prevedere dove si sarebbe fermata l’epidemia”. Mentre sul futuro dell’ospedale era stato piuttosto esplicito: “Il Governo sta preparando un decreto per cui le regioni devono avere una scorta di posti in terapia intensiva. Se la Fiera corrisponderà ai requisiti che il Governo chiederà resterà in piedi, se non corrisponderà verrà chiusa o smantellata”.
In sintesi, secondo l’esposto, l’ospedale in Fiera, nonostante sia stato costruito con i fondi privati, a detta del sindacato che ha sempre sostenuto la possibilità di utilizzare una parte dei padiglioni dismessi e “con gli impianti funzionanti” dell’ospedale di Legnano, si è rivelato “uno spreco di risorse”.
E questo in quanto “proprio nel momento di maggiore criticità , tali fondi sarebbero potuti essere impiegati diversamente ad esempio facendo i tamponi ai medici, ai pazienti e al personale delle Rsa, investendo sulle strutture per la quarantena dei pazienti positivi ma non guariti per evitare focolai domestici — si legge ancora nella denuncia — creando squadre di medici per intervenire ai primi sintomi a domicilio per evitare l’ospedalizzazione”.
Il sindacato ha chiesto anche di “verificare se la tutela degli interessi privati abbia avuto prevalenza rispetto alla prioritaria tutela della salute pubblica” nella costruzione dell’ospedale in Fiera, soprannominato “astronave” da Guido Bertolaso, consulente speciale incaricato per l’operazione dal presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana.
L’esposto dei donatori e le parole di Bertolaso
Intanto Giuseppe La Scala, a capo di uno studio con duecento legali e 150 dipendenti, e anche vicepresidente dell’Associazione piccoli azionisti del Milan, ha denunciato «la mancanza di trasparenza sull’uso dei fondi» e chiede di capire «come sono stati utilizzati i nostri soldi donati» per l’ospedale alla Fiera di Milano e minaccia un’azione legale nei confronti di Regione Lombardia dopo aver donato 10mila euro insieme ai colleghi per la sua costruzione. Ha scritto nel maggio scorso Repubblica Milano:
Il legale descrive un sistema contabile privo di trasparenza. «La Fondazione Comunità , una sorta di emanazione di Fondazione Cariplo, ha costituito al suo interno un fondo dedicato il cui primo donatore è stata Fondazione Fiera, con 50 mila euro e gli spazi messi a disposizione. Questo fondo dedicato – continua il legale – aveva un comitato di gestione composto da un rappresentante di Fondazione Comunità e due di Fondazione Fiera con funzioni di indirizzo, cioè di consigliare a chi dare i quattrini. Fondazione Comunità sgancia i quattrini a quelli che fanno iniziative connesse all’ospedale e questi rendicontano alla Fondazione Comunità che, a sua volta, rendiconta a se stessa e a Fondazione Fiera. Insomma, se la cantano e se la suonano».
Così, se ora fondazione Fiera non renderà pubblica la destinazione dei soldi, La Scala è pronto a rivolgersi alla magistratura. «Chiederemo agli enti coinvolti di avere accesso agli atti in base alle norme sulla trasparenza perchè, anche se la fondazione è un soggetto di diritto privato, in questi casi quella di Fiera ha un’origine pubblica e la Fondazione Comunità è emanazione di una banca, ha quindi dietro un sistema di vigilanza pubblica».
E, sempre riguardo l’ospedale, c’è un piccolo giallo che riguarda Guido Bertolaso. Il superconsulente voluto da Attilio Fontana per sovrintendere alla costruzione della struttura alla Fiera di Milano ha detto proprio a La Scala a maggio che ““Quello in Fiera non è il mio ospedale. Sono sconcertato dall’evoluzione del progetto, a causa della mia malattia sono stato di fatto esautorato dall’operazione”. Tanto che “ho diffidato Regione Lombardia e Fondazione di Comunità , dal chiudere la struttura e a proseguire tale progetto”. La conversazione è stata prima confermata al Fatto dallo stesso Bertolaso con degli inequivocabili sms, e poi smentita da Bertolaso: “Leggo solo falsità a cui non ho nemmeno intenzione di rispondere”.
(da agenzie)
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