PALAZZO CHIGI, LA CARICA DEI 100 RENZIANI ABUSIVI SENZA CONTRATTO E SENZA STIPENDIO
DA CINQUE MESI SENZA CONTRATTO ANCHE IL PORTAVOCE DEL GOVERNO FILIPPO SENSI… PER ENTRARE AL LAVORO SONO FATTI FIGURARE ALL’UFFICIO PASS COME “OSPITI ”
Lavorano senza stipendio e senza contratto da 5 mesi.
I loro “capi” non sono persone qualunque: il presidente del Consiglio, Matteo Renzi e il sottosegretario Graziano Delrio.
A 160 giorni dall’insediamento del governo, lo staff di Palazzo Chigi è assunto solo “sulla parola”: non ha uno straccio di contratto ed è tuttora in attesa della prima busta paga.
Dall’inizio del suo mandato, Renzi non ha ancora firmato i decreti delle nomine degli “uffici di diretta collaborazione”.
Nè i suoi, nè quelli dell’ex braccio destro Delrio.
Il personale delle segreterie politiche è operativo da mesi, pur essendo a tutti gli effetti “abusivo”.
Una situazione che riguarda, nel complesso, circa 100 lavoratori in decine di uffici e dipartimenti.
Le solecitazioni dei sindacati sono state inutili. L’ultima lettera di protesta è stata inoltrata il 22 luglio dal Sipre (Sindacato indipendente della presidenza del Consiglio dei ministri).
Come le altre, non ha ottenuto risposta.
“Il personale estraneo all’Amministrazione — si legge nel comunicato — tutt’ora in assenza di contratto, non percepisce nemmeno lo stipendio e, pertanto, lavora ‘sulla parola’, privo com’è di titolo giuridico (come accede a Palazzo Chigi?) e anche di copertura assicurativa”.
Tra i 100 in attesa ci sono situazioni differenti: ai dipendenti di ruolo, per esempio, non viene corrisposto “solo” il salario accessorio, circa il 40 per cento della busta paga (e non si tratta di stipendi particolarmente pesanti: un dipendente di fascia B percepisce una cifra attorno ai 1500 euro al mese).
Poi ci sono i lavoratori provenienti da altri uffici della pubblica amministrazione. Anche loro senza salario accessorio, ma con un problema in più: a rigor di legge, la ratifica della loro nuova assegnazione sarebbe dovuta avvenire entro 30 giorni, pena l’annullamento della nomina.
Scaduto quel termine, lavorano negli uffici della presidenza del Consiglio dei ministri in modo del tutto “informale”.
La posizione più seria comunque non è la loro, ma quella del personale “estraneo” alla pubblica amministrazione: quelli che sono stati chiamati da fuori.
Sprovvisti di un contratto e di un precedente inquadramento in qualche ufficio pubblico, sono ancora in attesa del primo stipendio: lavorano gratis da più di 5 mesi. Entrano e si muovono all’interno di Palazzo Chigi sulla base di un incarico conferito a voce.
Hanno un computer, un telefono e un ufficio, ma sono sprovvisti anche del tesserino della presidenza del Consiglio: lavorano “sulla parola” ed entrano con pass giornalieri, come fossero ospiti.
Tra di loro non ci sono solo i peones che difficilmente possono sporsi in proteste e lamentele, in quanto privi di visibilità , oltre che di qualsiasi forma di tutela contrattuale.
Ma pure alcuni dei collaboratori più stretti e più in vista del presidente del Consiglio. Come Filippo Sensi, uomo ombra di Renzi e di fatto portavoce unico del governo. Una responsabilità enorme, ma senza portafogli, nel verso senso della parola. Sull’argomento, Sensi — in trasferta al Cairo — preferisce glissare.
Insieme a lui, in tutte le cerimonie ufficiali, compresi i viaggi all’estero sui voli di Stato, ci sono il fotografo personale di Matteo Renzi, Tiberio Barchielli e un altro foto-cameraman, l’ex poliziotto Filippo Attili.
Tutti rigorosamente senza contratto.
Un altro degli “abusivi”, nella squadra informale dell’ufficio stampa del governo, è Luca Di Bonaventura. “Tecnicamente non so bene come funzioni la faccenda dell’inquadramento e dei contratti — spiega — ma non esiste nessun problema sostanziale. Manca solo il passaggio formale. Siamo in parola con chi ci ha conferito l’incarico e sappiamo che non appena le nomine saranno ufficiali, ci sarà restituito quello che ci spetta, sia a livello di stipendioche di coperture”.
Rimane poco chiaro, cosa dovrebbe mettere al riparo il governo dalle attenzioni della Corte dei Conti, considerando la natura giuridicamente “anomala” di queste figure professionali, che si muovono nella pubblica amministrazione e utilizzano i suoi uffici e i suoi servizi.
Non è chiaro nemmeno cosa aspetti Renzi a formalizzare le nomine.
Non solo della sua squadra, ma pure di quella di Delrio, che è grosso modo la stessa con cui lavorava già da inistro del governo Letta.
Tutto immobile.
Tranne iapporti tra i due, che — come noto — non sono più come prima.
Tommaso Rodano
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