PALERMO, IL GIOVANE MIGRANTE CHE CONSEGNA IL PORTAFOGLIO TROVATO ALLA POLIZIA: “QUESTA E’ LA MIA CITTA’, SE C’E’ QUALCUNO DA AIUTARE IO LO SOCCORRO”
“TENGO CON ME CIO’ CHE E’ MIO, NON QUELLO CHE NON LO E’, ORA VORREI SOLO IL PERMESSO DI SOGGIORNO, LO ASPETTO DA ANNI”
Sorride, timido, e tutto si aspettava tranne questo clamore. “Tengo con me ciò che è mio ma non quello che non lo è. Per me va così”, dice Regikumar Mariyarasa. A terra, in piazza Politeama, qualche giorno fa ha trovato un portafogli. Nemmeno lo ha aperto. “Ho chiesto prima in giro, a chi passava dalla piazza – racconta nel suo italiano stentato – e poi l’ho consegnato alla polizia”. Il suo senso civico ha commosso il proprietario di quel portafogli, che adesso vuole incontrarlo per ringraziarlo.
Dentro c’erano meno di dieci euro ma c’erano, soprattutto, documenti e carte di credito. Sarebbe stata una giornata nera per quel signore: avrebbe dovuto bloccare le carte e poi rinnovare tutti i suoi documenti. Invece, tutto questo gli è stato risparmiato grazie a Regikumar che, nella nostra città , è un cittadino irregolare perchè senza permesso di soggiorno.
Sembra tutto molto scontato ma non lo è. Regikumar avrebbe potuto mettere in tasca soldi e carte e, invece, con disarmante naturalezza, ha consegnato tutto agli agenti.
Ma la storia di Regikumar Mariyarasa, 32 anni, dello Sri Lanka, colpisce perchè questo giovane uomo dagli occhi nocciola e i modi gentili è un irregolare senza permesso di soggiorno nonostante le sue ripetute richieste.
Anche se lui dice: “Palermo è la mia città e se vedo una carta per terra io la prendo e la getto nel cestino. E se c’è qualcuno da aiutare, io lo soccorro. Sto bene qui ma lotto da 9 anni per essere regolarizzato prima a Palermo, poi in Francia e poi di nuovo a Palermo”.
Regikumar è in attesa da almeno due anni del permesso di soggiorno dopo avere vinto una battaglia legale davanti al giudice di pace, assistito dalla sua avvocata Sonia Spallitta, contro un decreto di espulsione che pendeva sulla sua testa. “C’era stato un vizio procedurale. Adesso sto seguendo l’iter, previsto da una legge dell’anno scorso, per l’emersione del rapporto di lavoro così da regolarizzare la posizione del mio assistito”, spiega la legale.
Regikumar lavora come badante e domestico e ha un contratto, quello sì, regolare. “A Palermo abita mio fratello e questa città è quella dove sento di avere un futuro”, dice lui. A rallentare l’iter del permesso di soggiorno è stato il decreto di espulsione che l’avvocata è riuscita a fare annullare l’anno scorso.
“Da quando è in Italia, da inizio 2020, Regikumar ha lottato contro quel decreto illegittimo. Stiamo seguendo la procedura per la regolarizzazione ma la burocrazia è rallentata anche dal periodo di pandemia. Speriamo in una accelerazione dei tempi”, spiega Sonia Spallitta.
Ma c’è di più. Regikumar da irregolare, intanto, versa i contributi per il suo impiego esattamente come il suo datore di lavoro. Una situazione anomala, se solo si pensa che sono tanti i cittadini regolari che però lavorano in nero. Anche sotto questo punto di vista Regikumar è già un buon cittadino.
Nel suo Paese Regikumar non ha più radici, è scappato a 22 anni per gli scontri tra tamil e cingalesi. Lui è tamil. A Palermo ha lavorato regolarmente, con un permesso di soggiorno, ma poi alla fine del 2018 è stato licenziato e per questo aveva deciso di trasferirsi in Francia, da alcuni parenti, in cerca di un nuovo impiego.
L’esigenza di regolarizzarsi lo aveva spinto a chiedere l’asilo politico. Il giudice del tribunale amministrativo di Montreuil però non ha accolto la sua richiesta per il solo motivo che già vi erano altre autorità (quelle italiane), competenti ad esaminare la questione.
Subito dopo l’arrivo a Venezia in aereo e il trasferimento a Palermo, Regikumar ha ricevuto un decreto di espulsione. Ma lui non era un irregolare perchè aveva un permesso di soggiorno ancora valido. Una vicenda che Repubblica aveva già raccontato l’anno scorso quando l’incubo dell’espulsione era stato scacciato dalla sentenza del giudice di pace.
“Adesso spero di diventare davvero un cittadino palermitano, anche se già mi sento un vostro concittadino”, si augura Regikumar e aspetta che la burocrazia faccia il suo corso.
Il suo gesto di civiltà ha commosso polizia e proprietario del portafogli. Chissà che questa storia di fiducia nel prossimo non riscaldi anche i cuori delle istituzioni che, come ricompensa, potrebbero accogliere per sempre Regikumar nella nostra città .
(da “La Repubblica”)
Leave a Reply