PAPA’ RENZI, L’AFFARE OUTLET E’ TUTTO FAMIGLIA, PD TOSCANO E MASSONERIA
IL FILO ROSSO CHE LEGA LA FAMIGLIA RENZI ALL’AFFARE THE MAIL, UN OUTLET DI REGGELLO IN CUI ENTRO’ ANCHE ROSI, EX PRESIDENTE DI BANCA ETRURIA
Per capire come mai Tiziano Renzi, il padre del premier, si sia trovato a fare il consulente di grandi affari immobiliari di società amministrate da Lorenzo Rosi, l’ex presidente della Banca Etruria, ora nel mirino di risparmiatori e magistratura, bisogna andare a Leccio.
Una frazione del Comune di Reggello di 800 anime della provincia di Firenze a soli nove minuti di auto da Rignano sull’Arno, il borgo dove i Renzi hanno casa e dove Tiziano è stato per anni segretario del partito.
Qui a partire dal 2009 si è lavorato sodo per raddoppiare un outlet, il The Mall nato sotto le insegne di Gucci, che oggi fattura 17 milioni di euro l’anno.
Un super affare immobiliare a cui gli sviluppatori, con la consulenza di Tiziano Renzi, ne vogliono ora far seguire degli altri a Sanremo e a Fasano in provincia di Brindisi.
Il business è ricco e per questo ha attirato imprenditori di ogni tipo.
A Reggello sono stati della partita Andrea Bacci, finanziatore della fondazione Big Bang e poi nominato da Matteo alla testa di alcune partecipate fiorentine, Andrea Moretti un imprenditore di Arezzo imparentato con un ex socio di Licio Gelli, e Ilaria Niccolai, un’immobiliarista da circa un anno socia del padre e della madre di Renzi nella Party srl.
Tutti loro devono la loro fortuna non solo all’abilità imprenditoriale, ma alle scelte della politica. Si perchè a Reggello la svolta è arrivata con il contributo fondamentale del sindaco, un renziano della prima ora. Si chiama Sergio Benedetti, di mestiere fa il mobiliere e ha retto il Comune dal 2002 al 2012, poi sarà nominato dalla Provincia nel cda del Maggio Fiorentino.
Durante la sua sindacatura arrivano le convenzioni che apriranno la strada all’espansione di The Mall. Su aree che in parte sono di proprietà dello stesso sindaco. Oltre a Bacci, Rosi e Moretti, c’è anche l’immobiliarista Ilaria Niccolai con il suo compagno, Luigi Dagostino, abile rappresentante delle numerose società estere che ruotano intorno all’affare.
Una compagnia piuttosto variegata che tra il 2010 e il 2015 si è destreggiata abilmente tra società estere, compravendite di terreni, piani regolatori e varianti urbanistiche. Rosi, che pure aveva avuto almeno uno dei protagonisti, Moretti, tra i suoi azionisti in Banca Etruria, entra ufficialmente in partita solo dopo l’uscita dall’istituto.
Lo stesso si deve dire di Renzi senior, che pure nella zona è di casa.
L’affare fiorentino della socia di Renzi senior
Il padre del premier e l’ex presidente dell’istituto salito all’onore delle cronache per i legami con la famiglia Boschi prima e poi per gli effetti del Salva banche sui risparmiatori truffati, sono accomunati da una persona e una società : Ilaria Niccolai e la sua Nikila Invest, che è socia di entrambi in aziende diverse.
Quelle in cui Rosi è coinvolto dalla scorsa primavera fanno capo alla Syntagma srl, da cui si diramano varie società inclusa Egnazia Shopping Mall (in cui compaiono anche due società panamensi), cui fa capo il progetto di espansione degli outlet in Puglia, a Fasano.
Quella che ha portato Tiziano Renzi sulla scena di Reggello Reggello è invece Party srl. La società immobiliare di Rignano e amministrata da Laura Bovoli, madre del premier, viene fondata nell’ottobre del 2014 dalla costruttrice Niccolai e dal padre del premier.
Il tutto avviene con grande riserbo tanto che, come notato da Libero, i Renzi si “dimenticano” di segnalarlo nell’aggiornamento annuale della loro situazione patrimoniale depositata a Palazzo Chigi.
Molto più clamorosa, invece, l’operazione che la scorsa estate ha visto la Niccolai rilevare per 25 milioni il teatro Comunale di Firenze, storica sede del Maggio Fiorentino, dalla Cassa Depositi e Prestiti che un anno e mezzo prima l’aveva comprata per 23 milioni direttamente dal Comune con le casse esangui: per cedere l’immobile ottocentesco al gruppo pubblico si è accontentato di quasi la metà dei 44,5 milioni della base della prima asta, nel 2009.
Magro affare anche per la Cdp fresca di passaggio nelle mani del fido Claudio Costamagna, che pure parla di un “buon risultato”alla luce del contesto e sottolinea che “in generale se il prezzo è basso è perchè evidentemente non c’erano poi tanti colpo all’ombra di Reggello.
Tornando a Reggello e all’affare del Mall, l’anno cruciale è stato il 2012, quando per il sindaco renziano Sergio Benedetti si avvicina la fine del secondo mandato.
Per il primo cittadino la nascita dell’outlet nel suo territorio si è rivelata un’opportunità non da poco. Prima ha rilanciato l’area stringendo intese con gli sviluppatori.
Poi, lasciata la poltrona, ha fatto lui stesso l’affare: nel marzo 2014 ha venduto parte dei terreni del suo mobilificio adiacente all’outlet alla Mall Re Investments che all’epoca faceva capo a Bacci, l’amico e finanziatore di Renzi, e alla Nikila della futura socia di Tiziano Renzi, mentre oggi è controllata dalla Staridea Investments di Cipro.
L’affare ha permesso all’ex sindaco piddino di incassare 2,88 milioni. Ed è stato preceduto da una serie di atti formali dove i dettagli contano non poco.
Il piano di espansione gestito dalle Isole Vergini Benedetti diventa sindaco di Reggello nel 2002 e viene rieletto nel 2007.
È sotto il suo secondo mandato, nel 2009, che viene dato un importante via libera all’ampliamento di The Mall grazie a una convenzione tra il Comune e Sammezzano outlet.
La società all’epoca era intestata a Excalibur ltd, delle Isole Vergini Britanniche e portava avanti un ambizioso piano di espansione che nel giro di 5 anni avrebbe più che raddoppiato la superficie originaria del centro commerciale occupando un’importante fetta del paese. Incluse le zone G, quelle che andrebbero destinate ai servizi pubblici.
La proprietà di Sammezzano cambia proprio mentre il sindaco sta per lasciare la poltrona e il piano si sta concretizzando attraverso una vorticosa serie di compravendite e affitti dei terreni alle case di moda con tanto di spinte a costruttori della partita o di onorari extra a consulenti che spesso sono schermati dietro società estere.
È tra aprile e agosto 2012 che in testa all’importante interlocutore del Comune fanno capolino dei nomi veri: la Niccolai, Dagostino e Jacopo Focardi, Focardi, oggi terzo socio di Tiziano Renzi nella Party srl.
Le compravendite con i nipoti dei soci di Gelli A febbraio dello stesso anno era comparso sulla scena anche Andrea Moretti, figlio della nipote degli ex soci di Licio Gelli, i Lebole, da cui sono state ereditate le attività nel ramo tessile, accanto al vino della Tenuta Setteponti che si trova nell’evocativa località di Castiglion Fibocchi (Ar). Mentre quello di soci della Popolare dell’Etruria è solo un trascorso come per tante famiglie del luogo.
È il giovane Moretti, in tempi più recenti seguito dalla madre in questa avventura, che attraverso una società controllata da Cipro guida le prime compravendite di terreni sui quali sorgerà il nuovo Mall che vengono affittati a Gucci-Kering a 845mila euro l’anno.
Un’operazione fortunata anche per Dagostino, che incassa dalle parti ben 1,2 milioni per l’assistenza alla stipula del contratto d’affitto. Ma la girandola di compravendite è solo all’inizio ed è ancora in corso E il sindaco si assicurò il profitto “futuribile” Quanto al sindaco, a marzo 2012, proprio alla fine del suo impegno in Comune, Benedetti decide di cedere gratuitamente all’ente alcune particelle della sua proprietà per destinarle a verde pubblico e contestualmente si impegna a cederne altre in futuro. Non solo.
A 15 giorni dalle amministrative il Comune concede al sindaco il permesso di costruire su alcuni suoi terreni adiacenti all’outlet. Il motivo lo si capirà dopo qualche mese.
A maggio viene eletto sindaco il vice di Bendetti, Cristiano Benucci (Pd). E tra i primi atti licenzia una variante che permette di costruire una strada che circonda la nuova area dell’outlet e con lei il terreno dell’ex sindaco.
Un anno e mezzo dopo si consuma la compravendita, dove Benedetti mantiene un diritto di servitù di passo sui terreni ceduti, in modo da collegarli con la sua fabbrica di mobili.
A pensar male sembra una mossa “futuribile”. Il motivo? Basta guardare dall’alto l’area in questione. Ciò che resta del mobilificio Benedetti, è circondato dall’outlet ed è ormai l’unica porzione di terreno dell’area edificabile.
E così se un giorno il The Mall vorrà ancora ampliarsi non potrà che bussare alla porta dell’ex sindaco.
Nel frattempo Benedetti ha trovato notorietà a dicembre 2012, quando la Provincia di Firenze lo candida per il cda del Maggio Fiorentino senza comunicare la decisione al consiglio provinciale.
Polemiche, veleni, sospetti. L’operazione alla fine non va in porto: a gennaio la Fondazione viene commissariata per la disastrosa situazione economica.
(da “il Fatto Quotidiano”)
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