PARLER PERDE IN TRIBUNALE CONTRO AMAZON: GIUSTA LA RIMOZIONE DAI SERVER AWS
RESPINTA L’INGIUNZIONE DEL SOCIAL SOVRANISTA: NEL CONTRATTO SI INDICA CHE SI DEVONO RIMUOVERE CONTENUTI CHE INCITANO ALLA VIOLENZA E PARLER NON L’HA FATTO
Da Washington arriva un primo tassello fondamentale per quel che riguarda il caso Parler e la rimozione del social sovranista dai server di Amazon.
Un giudice federale del Distretto Ovest ha respinto la richiesta di ingiunzione presentata da John Matze — Ceo di Parler — nei confronti di AWS (Amazon Web Services) dopo quanto accaduto all’indomani dei fatti di Capitol Hill.
Si tratta di un primo passo di una battaglia legale che proseguirà . Allo stesso tempo, però, è un tassello fondamentale per l’attualità : con questa decisione del giudice, infatti, il servizio di hosting non sarà obbligato a ripristinare sui propri server il social sovranista
Nella giornata di ieri Barbara Rothstein — giudice federale del Distretto Ovest di Washington — si è pronunciata respingendo la richiesta di ingiunzione presentata nei giorni scorsi dal Ceo John Matze, come spiega la CNN. E i motivi sono noti ed evidenti, oltre a esser stati pubblicamente segnalati da AWS al momento della rescissione dell’accordo: la piattaforma non ha fatto nulla per rimuovere i contenuti violenti — e di istigazione alla violenza — pubblicati all’interno del social (grande protagonista nell’organizzazione dei fatti di Capitol Hill del 6 gennaio scorso).
Un’evidenza che ha portato il giudice federale a respingere la richiesta di ingiunzione presentata da Parler che, con questa mossa, puntava almeno a un ritorno temporaneo online in tutte le sue funzioni. I contratti — pubblici — del servizio di cloud hosting fornito da Amazon attraverso AWS, però, parlano chiaro: attraverso i loro server non si possono pubblicare contenuti violenti e che incitino alla violenza.
(da agenzie)
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