PATTO M5S-PD ANCHE PER LE REGIONALI IN CALABRIA
CANDIDATO GOVERNATORE IL RE DEL TONNO CALLIPO, GRADITO A DI MAIO
Perchè dalle regionali dipende anche la solidità dell’intera operazione governo. E Nicola Zingaretti è convinto che o si trasforma questa strana alleanza in un “nuovo centrosinistra” o, inevitabilmente, rischia di non durare.
Ecco perchè, dopo l’incontro di lunedì sera, proporrà a Luigi Di Maio un nuovo contatto già in settimana. Con l’obiettivo di chiudere l’accordo in Calabria prima che si voti in Umbria. Subito. E a prescindere dal risultato. Anche se, stando agli ultimi sondaggi recapitati al Nazareno, il risultato umbro sembra essere più aperto.
È questo che Zingaretti ha spiegato a Di Maio, sondaggi alla mano: “Assieme facciamo il 40 per cento e Renzi è al tre. Questo potenziale va stabilizzato e rafforzato con il buon governo e con una proposta di rinnovamento radicale nelle regioni”.
Il perchè di questa accelerazione anche sulla Calabria non è banale: il Pd ha già scaricato il suo governatore uscente da tempo, da quando è stato spedito come commissario in Calabria Stefano Graziano. Che ha chiesto a Mario Oliverio, in tempi non sospetti, “un passo indietro per favorire il rinnovamento”.
Non tanto perchè coinvolto in un’inchiesta con l’accusa di peculato, ma perchè ritenuto uno dei simboli di un Pd vecchio e clientelare, ammalato di governismo e poco brillante nelle sue performace su trasporti e sanità .
Adesso il Pd è pronto a sostenere un candidato civico per chiudere l’accordo con i Cinque stelle.
Anche, e la notizia è questa, il candidato gradito ai pentastellati romani, Pippo Callipo, il patron del tonno. Per tutta una serie di ragioni. Che hanno a che fare con la Calabria, dove si potrebbe riaprire la partita; hanno a che fare con le regionali perchè, dopo l’Umbria e la Calabria ai civici, questo consente di arrivare alla discussione sull’Emilia con il Pd che ha un credito sull’Emilia, e chiederà di “non ostacolare Bonaccini” che non può essere messo in discussione.
E, su questi presupposti, è di fatto innescato un processo di costruzione di una alleanza politica che darebbe un senso a un governo frutto di uno stato di necessità .
Insomma, il ragionamento del segretario del Pd è questo: solo un mese fa il paese era in mano a Salvini, adesso c’è un blocco che tiene e non è scalfito dalla scissione di Renzi, con due forze al 20.
La via di un “patto politico” Pd-Cinque stelle è obbligata altrimenti la scossa che può arrivare dalle urne rischia di avere ripercussioni nel Palazzo.
Dicevamo la Calabria: subito. Perchè il tempo rischia di stroncare sul nascere un percorso, trascinandolo nel gorgo dei territori. L’uscente, Mario Oliverio è pronto a un blitz per blindare se stesso: fissare le elezioni già il 15 dicembre e non il 26 gennaio. Il che significa che le liste andrebbero chiuse il 9 novembre, ovvero dieci giorni dopo le elezioni umbre del 27 ottobre. Immaginate Pd e Cinque stelle che, in dieci giorni, devono siglare un patto complicato, dopo l’impatto emotivo del voto umbro — negativo se andasse male — con l’uscente pronto a candidarsi comunque contro il suo partito. Perchè questa decisione, al momento, sembra irreversibile.
È stato drastico Oliverio, con gli ambasciatori del Nazareno che più volte lo hanno incontrato in queste settimane: “Io per una vita mi sono adeguato alle decisioni del partito. Stavolta ci rimetto il partito, ma non ci rimetto la faccia”.
Ecco, questa lacerazione si può reggere solo se c’è un patto politico a monte. Che toglie spazio all’iniziativa, anche perchè in Calabria la legge elettorale prevede uno sbarramento dell’8 per cento.
E a quel punto la competizione “utile” diventa tra Pd e Cinque stelle da un lato e centrodestra dall’altro. Almeno l’idea è questa. Ed è proprio con la mission di accelerare e stare pronti con le liste che Stefano Graziano ha fissato già per domani una serie di riunioni a Catanzaro e un week end di confronto programmatico con i cittadini in tutte le città calabresi per fine mese.
Il problema, non da poco, è la “tenuta” dei Cinque stelle che spiega il perchè Di Maio ha bisogno di tempo. E ha chiesto di vedere prima che succede in Umbria.
Solo pochi giorni fa il capo politico dei Cinque stelle ha ricevuto un documento, firmato dalla gran parte dei parlamentari calabresi, in cui è messo nero su bianco il “no” all’intesa col Pd. Poi, una nuova protesta: 90 attivisti calabresi hanno firmato una nota #noalleanza per chiedere un ritorno al Movimento delle origini.
Anche tra i Cinque stelle c’è un potenziale candidato già in campo, la parlamentare Danila Nesci che si è fatta avanti nelle scorse settimane, sostenuta dall’ex ministro Barbara Lezzi.
È un caso interessante: se e come un accordo politico nazionale, nato a freddo, si possa tramutare in una fusione calda tra dirigenti e “popoli”, nel fuoco della battaglia politica. In fondo è il primo vero step democratico della nuova esperienza. Decide il popolo se il processo si innesca o meno.
Ammesso che da Di Maio arrivi una risposta in tempi rapidi.
(da “Huffingtonpost”)
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