PER LA SARDEGNA I GRILLINI SI FANNO IN QUATTRO: SONO QUATTRO I GRUPPI CINQUESTELLE CHE SI FANNO LA GUERRA, A RISCHIO LE REGIONALI
IL PROBLEMA DELLA RACCOLTA FIRME: ARRIVA IN SOCCORSO UN CONSIGLIERE REGIONALE DEL PARTITO SARDO D’AZIONE PER EVITARE LA RACCOLTA
Fino a poche settimane fa il Movimento 5 Stelle isolano scontava una netta divisione tra due gruppi, oggi le fazioni sono raddoppiate.
E mancano poco più di dieci giorni alla scadenza dei termini per la presentazione del nome del candidato-governatore e delle liste.
La partecipazione alle Regionali è a rischio.
Ma andiamo con ordine. A partire dalle prime due fazioni. Quelle di cui già si conosceva l’esistenza.
C’è il cosiddetto ‘Gruppo di Tramatza’, che tra gli altri annovera esponenti quali Roberto De Santis, Dafni Ruscetta, Alessandro Polese. E la deputata Emanuela Corda, seppur in via ufficiosa.
C’è poi il ‘Gruppo di Olbia’, composto dagli oltre quattrocento militanti che a ottobre, sulla scorta di una dettagliata road map, avevano lanciato le primarie e il successivo percorso delle ‘graticole’, salvo fare un passo indietro dopo la scomunica dello stesso Grillo, il 16 novembre scorso.
In via ufficiosa, lo ‘sponsor parlamentare’ del gruppo di Olbia sarebbe la senatrice Manuela Serra.
Fin qui i due gruppi ‘consolidati’.
Oggi si viene a sapere che a chiedere la benedizione di Beppe Grillo sarebbero almento altre due compagini.
Una nata da una mini-scissione avvenuta nell’ambito della frangia cagliaritana. L’altra, invece, il ‘Gruppo dei giovani’, guidata da Luca Piras e che godrebbe dell’appoggio ufficioso del senatore Roberto Cotti.
Il primo effetto di tale frammentazione è chiaro: la concreta possibilità di mancare l’appuntamento elettorale.
L’unica sicuracvia d’uscita è rappresentata dall’intervento diretto di Beppe Grillo. Che potrebbe agire secondo questa scaletta: chiedere — o meglio imporre — ai gruppi di riunirsi, discutere e infine indicare una rosa di almeno 60 candidati consiglieri, mentre il nome del governatore in quota 5 Stelle verrebbe imposto dallo stesso Grillo.
Senza questo sforzo, il Movimento potrebbe anche dire addio alle Regionali del 16 febbraio.
E se anche si dovesse raggiungere un accordo, i 5 Stelle dovrebbero fare i conti con la raccolta firme, imposta a tutti i soggetti che non sono rappresentati in consiglio regionale.
Sulla carta il Movimento non dovrebbe avere difficoltà , visto il boom alle Politiche 2013 con il 29,6% di preferenze, ma le molteplici spaccature di certo non aiutano.
Da qui l’idea del sardista Gianni Pia , componente del consiglio nazionale del Psd’Az, che “a titolo personale e da semplice militante” ha ipotizzato una soluzione “pratica, semplice e veloce”: “Un consigliere regionale sardista, con dichiarazione formale, aderisce al Movimento 5 Stelle (con una adesione tecnica), determinando automaticamente la possibilità di poter lavorare da subito alle sue liste circoscrizionali, anzichè perdere tempo a cercare le firme dei sottoscrittori, stimate tra le 4.500 e le 8.000 circa”.
Questo, secondo Pia, perchè “i sardisti sono generosi e leali. È tempo di politica”, scrive l’esponente del Psd’Az.
Al momento, in via ufficiale, non risulta alcuna presa di posizione in merito da parte del M5S.
(da “Sardiniapost.it”)
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